Pulendo in allegria:lavare panni e stoviglie senza sporcare l’ambiente.




di Paola Iacopetti




Vi proponiamo delle “pillole” di “ecologia domestica”: oggi parliamo di come possiamo lavare tessuti e stoviglie senza provocare danni alla nostra salute e all’ambiente, provando a riflettere su cosa è realmente necessario e a proporre qualche alternativa eco-compatibile ai prodotti che siamo abituati ad utilizzare.


Cominciamo.. dall’acqua: insostituibile, ma preziosa! Acquisiamo questa consapevolezza: ciò che esce dai nostri rubinetti è acqua pulita e potabile che già solo finendo nello scarico diventa sporca e inquinata. Con quest’idea in mente inventeremo mille piccoli accorgimenti per ridurne il consumo e faremo più attenzione a quali sostanze immettiamo in essa.
Per esempio, evitiamo di lavare le stoviglie prima di metterle nella macchina lavastoviglie, qualcuno sorriderà all’idea, ma molti lo fanno. Recuperiamo dalla tavola i tovaglioli o la carta da cucina e usiamoli per togliere l’eccesso di oli e grassi; sulle pentole e le stoviglie incrostate spruzziamo una soluzione di bicarbonato (non più di 96 grammi in un litro d’acqua: sgrassa senza inquinare e non lascia residui dannosi per noi), lasciamo agire qualche minuto, strofiniamo con la spugnetta o una spazzolina e mettiamo in lavastoviglie. Se le stoviglie sono “preparate” in questo modo scegliamo un programma senza prelavaggio e a temperatura non troppo alta (50-55°C sono più che sufficienti). La lavastoviglie consuma molta acqua, avviamola solo quando è a pieno carico. Per risparmiare energia apriamola prima dell’asciugatura e lasciamo che le stoviglie si asciughino all’aria.
Se laviamo a mano, bastano poche gocce di detersivo sulla spugnetta e poca acqua per risciacquare, senza riempire il lavello e diluire in tutta quell’acqua molto più detersivo che presto esaurisce il suo potere sgrassante.
Anche la lavatrice consuma molta acqua, quindi usiamola solo a pieno carico; scegliamo un programma senza prelavaggio e utilizziamo la pallina dosatrice che aumenta l’efficacia del detersivo e lo sbattimento meccanico dei tessuti.
Per entrambi gli elettrodomestici evitiamo i detersivi in pastiglie che, oltre ad essere particolarmente costosi, non permettono di regolare la quantità di detersivo: è sempre opportuno fare delle prove con quantità ridotte di detersivo, se il risultato ci soddisfa possiamo risparmiare e inquinare meno.
Parliamo ora dei vari prodotti in commercio.

Detersivi per lavatrice e per lavastoviglie – per lavare bene abiti e stoviglie servono dei buoni detersivi, ma attenzione, per buon detersivo non intendo un detersivo molto pubblicizzato, intendo un detersivo formulato in modo da non lasciare sui tessuti o sui piatti residui chimici potenzialmente dannosi e da non immettere nell’ambiente sostanze inquinanti e non biodegradabili. Intendo quindi un detersivo ecologico, ne esistono di ottimi. La prima obiezione che molti sollevano riguarda il loro costo, di solito più elevato: poiché i detersivi ecologici sono molto più concentrati di quelli “tradizionali”, nella maggior parte dei casi il costo per lavaggio è equivalente o di poco superiore, in qualche caso addirittura inferiore a quello dei detersivi tradizionali (non posso qui citare i nomi dei prodotti, maggiori dettagli possono essere ottenuti dai siti internet e dalla bibliografia citata). Nella seconda parte di questo articolo e nel prossimo vedremo come recuperare l’eventuale maggiore spesa per i detersivi sostituendo altri prodotti con alternative più ecologiche ed economiche.


Un buon detersivo deve contenere:
- tensioattivi di origine vegetale e completamente biodegradabili;
- sequestranti (sostanze capaci di legare gli ioni Ca++ e Mg++ che altrimenti riducono l’azione dei tensioattivi) biodegradabili e non dannosi, come ad esempio i fosfonati e la silice lamellare. Molte sostanze utilizzate a questo scopo sono altamente inquinanti; ad esempio l’EDTA, il più diffuso, non è biodegradabile e una volta in mare porta in soluzione i metalli pesanti (manganese, cromo, mercurio, piombo, eccetera) presenti nei depositi marini che si accumulano nelle carni dei pesci e in questo modo arrivano all’uomo attraverso la catena alimentare; o gli zeoliti e i poliacrilati, sostanze insolubili che si depositano sui fondali di fiumi, laghi e mare impedendo la crescita della flora e fauna acquatiche;
- sbiancanti (servono per decolorare le macchie) come il percarbonato di sodio o l’acqua ossigenata, efficaci ma senza effetti sull’uomo e sull’ambiente. Molti detersivi contengono sbiancanti a base di cloro: reagendo con alcune sostanze organiche presenti nell’ambiente il cloro forma composti molto tossici, alcuni cancerogeni, che attraverso la catena alimentare arrivano poi all’uomo;
- conservanti come l’etanolo o l’acqua ossigenata impediscono la proliferazione batterica ma sono allo stesso tempo biodegradabili; molte sostanze utilizzate come conservanti nei detersivi sono invece pericolose, ad esempio le aldeidi e i fenoli clorurati;
- i profumi non sono necessari ai fini dell’efficacia del detersivo e dell’igiene, eppure alcuni prodotti contengono profumi sintetici pericolosi per gli animali e per l’uomo: un buon detersivo ecologico potrà contenere degli olii essenziali;
- gli enzimi sono necessari per disgregare e rimuovere lo sporco di natura proteica (proteasi), gli amidi (amilasi) e le sostanze grasse (lipasi); possiamo degradarli prima di immetterli nell’ambiente aggiungendo una soluzione di acido citrico al 10% nella vaschetta dell’ammorbidente (per la lavatrice) o del brillantante (per la lavastoviglie), come descritto in dettaglio più sotto;
- denaturanti: l’unica sostanza di sintesi e non biodegradabile che anche gli ecologisti più radicali ammettono nei detersivi è il bitrex, sostanza amarissima in grado di ridurre gli incidenti domestici legati alla ingestione di prodotti chimici: un male necessario a difesa soprattutto dei bambini.


Un buon detersivo non deve contenere:
- sbiancanti ottici: non servono, anzi possono provocare dermatiti e allergie. Non vengono eliminati col risciacquo ma restano sui tessuti ed hanno la proprietà di riflettere la componente ultravioletta (quindi invisibile al nostro occhio) della luce nello spettro visibile: i tessuti bianchi o chiari appaiono più luminosi non perché più puliti, ma perché sono stati, diciamo così, “verniciati”. Sono difficilmente degradabili e si accumulano negli organi animali e nelle radici delle piante;
- coloranti e perlanti: sono generalmente poco biodegradabili e del tutto inutili;
- riempitivi, addensanti e additivi: un buon detersivo deve essere concentrato, proprio per immettere nell’ambiente la minor quantità possibile di sostanze chimiche. Nel caso dei detersivi liquidi, concentrato non significa denso o viscoso: molti prodotti hanno questo aspetto non per la concentrazione elevata di sostanze attive (che non sono viscose) ma a causa dell’aggiunta di addensanti.


Un valido aiuto per la lettura delle etichette e la valutazione della qualità dei detersivi e prodotti cosmetici ci viene offerto dal sito http://www.biodizionario.it/.
Per i piatti a mano e la lavastoviglie possiamo anche provare i detersivi fai-da-te, completamente naturali, descritti su http://biodetersivi.altervista.org/homepage.htm.


Ammorbidente per lavatrice - non è necessario acquistare alcun prodotto specifico. L’aggiunta di 100 ml di aceto bianco o di acido citrico al 10% nella vaschetta dell’ammorbidente (quindi nell’ultimo risciacquo) ammorbidisce i tessuti sciogliendo il calcare e degrada gli enzimi presenti nel detersivo. In entrambi i casi i panni non prendono alcun odore e sono realmente puliti, senza residui di sostanze chimiche potenzialmente dannose per la pelle. L’acido citrico in polvere si acquista presso alcune ferramenta, presso i negozi di attrezzature scientifiche o presso i negozi che vendono i detersivi ecologici; si sciolgono 100 g in un litro d’acqua di rubinetto, se non è troppo dura, altrimenti di acqua distillata. Entrambi gli acidi sono completamente biodegradabili.
Con l’acido citrico possiamo anche disincrostare periodicamente la nostra lavatrice, mantenendola più efficiente e riducendo il ricorso all’assistenza tecnica: versiamo un litro di soluzione al 10% nel cestello ed eseguiamo un lavaggio “a vuoto” con il programma senza prelavaggio a 60°C.

Brillantante per stoviglie – non è necessario. I prodotti in commercio rendono le nostre stoviglie più brillanti formando un “film” sulla loro superficie che fa scivolare via calcare e detersivo ma che poi finiamo per ingerire; molto meglio, anche in questo caso, ricorrere all’aceto o all’acido citrico al 10%, versati nella vaschetta del brillantante (non direttamente nella macchina: non devono mescolarsi al detersivo perché ne ridurrebbero l’efficacia).

Anticalcare – con i detersivi attuali, sia ecologici che tradizionali, l’uso dell’anticalcare è superfluo perché i detersivi contengono sostanze sequestranti (v. sopra).

Smacchiatori per i tessuti – i “magici” spruzzini per pre-trattare le macchie prima del lavaggio altro non sono che detersivi concentrati. Possiamo risparmiare denaro, plastica (quella dei contenitori) e inquinamento utilizzando il buon vecchio sapone di Marsiglia solido (cercate quello vegetale però!): si strofina sulla macchia, si inumidisce e si strofina un po’, fatto. Per le macchie d’unto qualche goccia di detersivo liquido per i piatti.

Detersivi per abiti scuri – attenzione ai vostri abiti: l’unica particolarità di questi detersivi è che contengono degli enzimi che “tagliano” i pelucchi che ingrigiscono i capi scuri, però taglia taglia…

Detersivi “ecologici” a 20°C – per essere efficaci alle basse temperature questi prodotti hanno contenuti molto più elevati di candeggianti e di enzimi e vanno usati in quantità maggiori, quindi inquinano e costano di più.

Pochi ma buoni” mi pare la giusta conclusione di questa “pillola”: pochi prodotti, concentrati e di qualità elevata, per ottenere gli stessi risultati risparmiando e riducendo sia la quantità di sostanze chimiche pericolose immesse nell’acqua sia il consumo di flaconi di plastica, nonché il consumo di carburante per il trasporto di tanti prodotti… inutili.


http://www.officinanaturae.com/guide/guida_uso_consapevole.pdf
http://www.biodizionario.it/
http://biodetersivi.altervista.org/homepage.htm
Maria Teresa De Nardis, Guida ai Detersivi Bioallegri, EMI 2009

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