Scuola, il cinque in condotta


di Roberto Tortora

Assegnare il cinque in condotta adesso sarà più facile.
Se ne parla da mesi e l’argomento ha messo in allarme milioni di famiglie italiane. Infatti una valutazione insufficiente del comportamento (appunto il cinque in condotta) nello scrutinio finale, determina automaticamente la bocciatura.
Ma le norme che regolamentano questa delicata materia sono state oggetto di ripetute revisioni e il gran parlare che se ne è fatto in tivù, sui giornali e nei blog, non ha giovato a semplificarne la comprensione.
E’ giusto il caso di tentare una ricostruzione che faccia un po’ di chiarezza.
Già un paio di anni fa gli episodi di bullismo che impazzavano nei telegiornali e su youtube, legati anche all’uso sconsiderato dei videofonini, avevano indotto ad una revisione dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti (DPR 249/1998, modificato dal DPR 235/2007). In seguito, le singole istituzioni scolastiche avevano riscritto i rispettivi Regolamenti d’Istituto. Questi ultimi, infatti, dovevano prevedere sanzioni disciplinari più severe per le infrazioni commesse dagli alunni.
All’inizio di questo anno scolastico, con il D.M. n. 5 del 16 gennaio 2009 (che si richiama al D.L n.137 del 1 settembre 2008, convertito, con modificazioni, nella Legge n. 169 del 30 ottobre 2008) il Ministro Gelmini chiariva che il cinque in condotta si poteva assegnare solo a quegli alunni che avessero commesso infrazioni così gravi da comportare l’irrogazione di una sospensione superiore a 15 giorni. Insomma, il cinque solo a chi l’aveva fatta davvero grossa.
In base a queste direttive, i Consigli di Classe avevano effettuato gli scrutini tri- e quadrimestrali e il numero dei cinque in condotta effettivamente assegnati era stato piuttosto esiguo.
Da una ricognizione successiva era emerso, infatti, che gli Istituti scolastici si erano regolati in maniera differenziata: con maggiore o minore severità a seconda del territorio, delle problematiche specifiche della popolazione scolastica, degli orientamenti didattici e pedagogici dei singoli Collegi Dei Docenti.
Nel corso del mese di febbraio, un ulteriore giro di vite. Il vincolo della sospensione di 15 giorni è stato ritenuto troppo frenante ai fini di una incisiva manovra di intervento sul fenomeno del comportamento degli alunni, perciò il Consiglio dei Ministri il 13 marzo 2009 ha approvato in prima lettura il Regolamento relativo alla valutazione degli alunni. In questo ultimo regolamento si chiarisce che i Consigli di classe potranno attribuire il cinque in condotta anche agli studenti che non hanno avuto sospensioni superiori a 15 giorni. La norma che conteneva il precedente vincolo è stata abrogata.
Il regolamento sarà operativo già dal prossimo scrutinio di giugno e varrà per la scuola secondaria di primo e secondo grado.
A chi verrà attribuito il cinque in condotta?
Agli alunni responsabili dei seguenti comportamenti: commissione di reati che violano la dignità della persona; pericolo per l’incolumità delle persone; violenza che ingenera allarme sociale. Ma rischiano di prendere un cinque in condotta anche gli alunni che non frequentano regolarmente i corsi, che non assolvono assiduamente gli impegni di studio, che non osservano un comportamento corretto nei confronti dell’Istituto, dei compagni e dei docenti; inoltre, agli alunni che provocano danni all’Istituto e alle sue attrezzature.
Altro particolare da non trascurare: per gli alunni del triennio della scuola superiore, la valutazione del comportamento concorre alla determinazione dei crediti scolastici. Questo dovrebbe far riflettere i ragazzi che hanno superato i sedici anni: comportarsi correttamente, infatti, può generare vantaggi non solo di ordine morale e pratico, ma anche ai fini del voto finale, proprio perché il voto della condotta può servire ad alzare la media e quindi può far lievitare i punti di credito.
Meditate gente, meditate…

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