Libri di testo: presto in soffitta?

di Roberto Tortora

In questi giorni i docenti delle scuole italiane stanno scegliendo i libri di testo per il prossimo anno scolastico.
Secondo la definizione ministeriale un libro di testo ĆØ ”lo strumento didattico ancora oggi piĆ¹ utilizzato mediante il quale gli studenti realizzano il loro percorso di conoscenza e di apprendimento. Esso rappresenta il principale luogo di incontro tra le competenze del docente e le aspettative dello studente, il canale preferenziale su cui si attiva la comunicazione didattica”.
Dunque, uno strumento indispensabile, specialmente per quelle famiglie – e non sono poche – per le quali i libri scolastici sono gli unici ad entrare in casa.
Nel 2004, la questione dei libri di testo guadagnĆ² le prime pagine dei giornali perchĆ© nelle Indicazioni nazionali per le scienze biologiche – previste dalla riforma Moratti - non era contemplata la teoria dell’evoluzione di Darwin. In quell’occasione intellettuali e responsabili dell’editoria scolastica si domandarono se fosse mai possibile che la cultura e la scienza dovessero subire le restrizioni imposte dagli indirizzi ministeriali.
Costante negli ultimi anni, invece, ĆØ l’attenzione che i media riservano al problema del costo dei libri scolastici. Uno studente del Ginnasio arriva a spendere fino a 320 euro e le associazioni dei genitori e dei consumatori hanno piĆ¹ volte protestato contro i sotterfugi dell’editoria scolastica che spaccia per novitĆ  quelli che sono semplici maquillage di vecchie edizioni, al solo fine di aumentare il costo dei singoli volumi.
Per questa ragione il Ministero dell’Istruzione ha imposto perentori tetti di spesa agli Istituti che si accingono a selezionare i testi per l’anno scolastico 2009/2010 e i docenti devono effettuare la scelta con un occhio alla qualitĆ  scientifica e un altro alla calcolatrice.
Ma da quest’anno c’ĆØ un’ulteriore novitĆ . Il Ministero invita i docenti a privilegiare i testi che possano essere anche scaricati da Internet: per alleggerire gli zainetti, per contenere la spesa delle famiglie, per il corredo multimediale delle informazioni, per la rapiditĆ  degli aggiornamenti.
Tutto questo mentre si parla sempre piĆ¹ spesso di e-book e di Kindle.
Qualcuno, allora, giĆ  preconizza la prossima scomparsa dei libri di testo in formato cartaceo. D’altra parte in Giappone aumentano i viaggiatori che in metropolitana leggono quotidiani e libri direttamente sul telefonino e anche da noi le case editrici si stanno attrezzando, anzi ĆØ in atto una vera e propria corsa a chi crea le versioni online dei libri di carta giudicati ormai superati e giĆ  diretti al macero.
Eppure, giĆ  qualche anno fa Umberto Eco metteva in guardia contro i facili entusiasmi suscitati da Internet. In un articolo apparso sull’Espresso, il famoso semiologo avvertiva che la rete, con i suoi motori di ricerca e col suo eccesso di informazioni, puĆ² costituire una palude in cui uno studente rischia facilmente di smarrire la direzione del proprio percorso formativo. Il libro di testo, invece, rappresentava un eccellente filtro e aveva il potere di disporre i contenuti lungo un tragitto razionale, insostituibile per l’apprendimento dello studente.
Adesso il famoso autore del Nome della rosa ritorna sul futuro dei libri in un saggio a due mani scritto con Jean-Claude CarriĆØre, “Non sperate di liberarvi dei libri”, edito da Bompiani. L’autore dice che il libro ĆØ come la ruota, il cucchiaio, le forbici, il martello: “Una volta inventato non si puĆ² fare di piĆ¹”. Un oggetto insostituibile, dunque, che non andrĆ  in soffitta, non sarĆ  soppiantato da nessuna novitĆ  tecnologica, che ĆØ stato e rimarrĆ  il fondamento della trasmissione culturale e della civiltĆ .
Ritornando alla scuola, una volta passato l’iniziale trasporto per l’annunciata editoria digitale, resta da vedere se riusciremo a rinunciare, nelle nostre librerie, ai vecchi, cari libri scolastici, alle edizioni dei Promessi Sposi, ai corsi di Storia, agli impolverati, sottolineati, strapazzati manuali di Filosofia o di Scienze sui quali ci siamo formati e che ci hanno accompagnati negli anni migliori della nostra vita.

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