di Bartolo Lorefice
Maxioperazione antimafia a Palermo, da parte Comando provinciale dei carabinieri. Ventuno i fermi a presunti esponenti di Cosa nostra, l’ accusa è di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni e al narcotraffico. Tra gli indagati diversi big della politica siciliana, tra cui ci sarebbe anche l'assessore ai Beni Culturali del governo Lombardo, Antonello Antinoro. Il reato ipotizzato è pesantissimo, il peggiore per un politico: voto di scambio. L’avviso di garanzia è stato notificato all’assessore dell’Udc nella mattina del 14 maggio.
Da quanto risulterebbe dalle intercettazioni degli investigatori, Antinoro avrebbe pagato cospicue somme di denaro per ottenere voti nel corso della campagna elettorale per le ultime regionali.
Gli arrestati nel corso della operazione dei carabinieri, sono i vertici e gli affiliati dei mandamenti palermitani di Resuttana e San Lorenzo, che gestivano il bilancio di Cosa nostra provvedendo a reinvestire i soldi ricavati dal racket delle estorsioni nel traffico di stupefacenti. Nell'operazione, denominata 'Eos', sono stati impegnati 200 carabinieri, due elicotteri e le unita' cinofile. L'operazione ha riguardato in particolare l'esecuzione di 19 decreti di ''fermo di indiziato di delitto'' con richiesta di due misure cautelari.
Durante le perquisizioni i Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno sequestrato una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, munita di silenziatore e munizioni.
Le indagini che sono partite dalla sorveglianza e proseguite dopo la cattura del boss Salvatore Lo Piccolo attraverso intercettazioni, pedinamenti, osservazioni e dichiarazioni di alcuni pentiti hanno permesso agli inquirenti di scoprire l'intera attivita' mafiosa legata alla riscossione del pizzo, la gestione della cassa e le modalita' di reinvestimento dei proventi del racket nel narcotraffico.
Tra i fermati anche Stefano Fidanzati, fratello del boss mafioso latitante Gaetano. L'uomo, con un passato da narcotrafficante, è accusato di traffico di droga e mafia.
I carabinieri stanno continuando le ricerche nel parco della villa Malfitano a Palermo, in via Dante, dove sarebbe stato nascosto l'arsenale di alcune famiglie mafiose di Cosa nostra. Nel parco ha sede la fondazione Whitaker. Le armi sarebbero state sotterrate dal giardiniere della fondazione, Agostino Pizzuto, arrestato nell'operazione "Eos". Ci sarebbero fucili mitragliatori, pistole e munizioni. L'elenco delle armi emerge da una conversazione registrata in carcere fra indagati coinvolti in questa inchiesta, che dovevano servire per commettere omicidi, i cui corpi dovevano poi essere sciolti nell'acido.
Per gli investigatori dopo l'arresto dei boss Lo Piccolo, continuava a imporre il "pizzo" a commercianti e imprenditori e reimpiegava gli utili nell'acquisto di partite di cocaina da immettere sul mercato palermitano. L'indagine, coordinata dal procuratore Francesco Messineo, dall'aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Gaetano Paci e Lia Sava, si è sviluppata dopo l'arresto dei Lo Piccolo.
Un altro scossone per la giunta regionale, già vacillante per una crisi politica in cui il Pdl sta isolando il governatore Lombardo, prendendo le distanze da alcune sue scelte amministrative. Infatti è stata una impresa titanica approvare il bilancio, tra veti incrociati e imboscate con emendamenti al governatore.
Adesso il centrodestra siciliano, con un assessore regionale indagato per voto di scambio, deve fermarsi. Deve riflettere sulla credibilità delle istituzioni di governo, le dimissioni di Lombardo e di tutta la sua giunta dovranno essere un atto dovuto, se verranno appurati legami tra mafia e governo regionale. Se non saranno loro a capire che è tempo di dimissioni, ci penserà la società civile, il popolo siciliano ad indignarsi e chiedere che questi signori vadano a casa, come avvenne per “il signore dei Cannoli”, l’attuale vice-presidente dell’Udc Nazionale, Totò Cuffaro, promosso alla carica di senatore.
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