SCAMBI D’ARTE




di Antonella Musiello

Quando l’arte diventa un’esperienza incontenbile non si può evitare che la sua grandezza sconfini in lungo e in largo.
In questo contesto parlerò di musica, una forma d’arte spesso considerata abietta soprattutto in tempi contemporanei in cui prende le sembianze di un semplice diversivo. Tale forma d’arte con un semplice tocco può innalzarsi al sublime, questo solo nel momento in cui viene protetta e indirizzata da grandi musicisti e quindi da grandi artisti.

Sto parlando del compositore italiano Ennio Morricone, celebre per le sue numerose colonne sonore cinematografiche, ma anche per opere teatrali, lavori sinfonici per solisti e per orchestra, musica da camera ecc… Nel 2007 ha ricevuto un oscar onorario nel ricordo soprattutto delle colonne sonore dei film di Sergio Leone del quale di recente si sono commemorati i venti anni dalla sua scomparsa. Da più parti considerato come uno dei più grandi compositori contemporanei italiani e mondiali,
Ennio Morricone sbarcherà nel Paese asiatico per mettere in mostra la propria opera.

Sarà il prossimo 23 maggio alle 19.30 in concerto presso il prestigioso Shanghai Grand Stage in Cina. Già molto famosa la sua musica nella città cinese, lo scorso anno febbraio è approdata anche in Serbia, mentre il prossimo giugno tornerà in Italia a Bergamo, ad innaugurare la bella stagione.
Sono indescrivibili le suggestioni e la magia che queste note hanno il potere di creare nel momento in cui si ascoltano, pertanto non mi sprecherò in parole perché la musica va ascoltata e basta. Tutto ciò che può suscitare è talmente personale e intimo che ognuno può trarne la propria emozione e che sarebbe limitante in una semplice descrizione.

Ma la musica non si ferma qui. Spesso è correlata alla danza e alla recitazione, è così che nasce il musical. Come le composizioni classiche arrivano in Cina, così dal Medio Oriente arriva per la prima volta in Italia il musical indiano “Bollywood – The Show!”
Si tratta di uno dei maggiori successi internazionali di tutti i tempi che fonde il richiamo seducente delle pellicole di Hollywood a vari elementi tipici della vita indiana, come le danze indu e i lucenti costumi delle tradizioni popolari locali. Sarà in scena a Roma al Teatro Olimpico fino al 17 maggio e a Milano al teatro Arcimboldi fino al 24 maggio. È uno show tutto da vedere e da assaporare, fra l’irruenza, la stravaganza e i piccoli dettagli.

Così viaggia l’arte, da est a ovest bussa alle case della gente, lascia sorrisi, spensieratezza, ricordi, a volte anche pianti, ma al suo passaggio tutto si rasserena e tutto rinasce.





1 Commenti

  1. "Il suo posto, nullo nella storia dell'arte, é immenso nella storia sentimentale
    della società. Il rispetto, non dico l'amore, della cattiva musica non é soltanto
    una forma di ciò che si potrebbe chiamare la carità o lo scetticismo del gusto,
    ma é anche la coscienza della sua importanza sociale. Quante melodie di nessun
    valore agli occhi dell'artista sono le confidenti scelte dalle folle degli
    innamorati. [...] Il popolo, la borghesia, l'esercito, l'aristocrazia, come hanno
    gli stessi portalettere per recare il lutto o la felicità, hanno gli stessi
    invisibili messaggeri d'amore, gli stessi amati confidenti, i cattivi musicisti.
    [...] Uno spartito di cattive canzoni, usato per aver troppo servito, deve
    commuoverci come un cimitero o un villaggio. Che importa se le case non hanno
    stile, se le tombe scompaiono sotto le iscrizioni e gli ornamenti di pessimo
    gusto. Da quella polvere può alzarsi, per una immaginazione abbastanza rispettosa
    da lasciar tacere un momento i suoi disdegni estetici, la nuvola delle anime con
    ancora in bocca il verde sogno che faceva loro intuire l'altro mondo e godere o
    piangere di questo." (MARCEL PROUST, riportato alla voce: Leggera, Musica UTET p.
    672)

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