di Roberto Tortora
Si avvicina l’Esame di Stato, l’appuntamento più importante nella carriera scolastica di circa 500mila studenti italiani.
Tra ansia da prestazione, sensi di colpa per non aver svolto fino in fondo il proprio dovere e difficoltà a stare dietro ai continui ripensamenti ministeriali, può essere utile fissare alcuni punti fermi per chi si accinge ad affrontare una prova che, nel bene e nel male, rimarrà nella memoria individuale e collettiva.
25 giugno: prima prova scritta di Italiano, per tutti;
26 giugno: seconda prova scritta, diversa per indirizzi di studio;
29 giugno: terza prova scritta. Può variare per tipologia, è predisposta dalla Commissione e non può comprendere più di cinque materie.
Dopo la correzione degli elaborati scritti, che di norma occupa due o tre giorni , cominciano gli orali.
Il colloquio ha inizio con un argomento presentato dal candidato (una tesina, una mappa concettuale, anche in forma multimediale). Ma è bene ricordare che prosegue (ed è la parte preponderante!) con domande che spaziano sull’intero programma delle materie dell’ultimo anno. Si conclude con la discussione delle prove scritte.
Anche il punteggio finale scaturisce dalla somma di tre componenti: il credito scolastico (fino a 25 punti), le prove scritte (fino a 45 punti), il colloquio (fino a 30 punti). I 5 punti integrativi – il famoso BONUS – vengono attribuiti dalla Commissione solo quando “il candidato abbia ottenuto un credito scolastico di almeno 15 punti e un risultato complessivo nella prova d’esame pari almeno a 70 punti”. In altre parole – è bene chiarirlo perché moltissimi studenti ancora credono il contrario! – il bonus viene in aiuto solo a chi è già andato bene con le proprie forze, quindi non può salvare chi è sull’orlo della bocciatura.
Dallo scorso anno, poi, è ritornato il giudizio di ammissione. Questo vuol dire che non tutti gli alunni di quinta andranno automaticamente all’esame, ma solo quelli giudicati “ammessi” dai loro prof. Per essere ammessi a sostenere l’Esame di Stato è necessario aver riportato la media del sei allo scrutinio finale di giugno. Su questo punto si sono registrate accese discussioni negli ultimi mesi, finché il MIUR ha chiarito ogni dubbio con l’O.M. 40/09 e poi con la circolare n. 46 del 7.5.09.
Inizialmente, infatti, sembrava che per accedere all’Esame occorresse ”il sei in ciascuna disciplina”. Questa novità , invece, dovrebbe andare in vigore dal prossimo anno scolastico perché è stata emanata piuttosto tardi, quando le aspettative degli studenti erano calibrate su altri criteri di valutazione e avrebbe provocato un’impennata delle non ammissioni, cioè delle bocciature. Il ministero perciò ha disposto che per quest’anno varrà ancora la regola della media del sei.
Altro chiarimento di questi ultimi giorni, come si diceva, è la circolare in base alla quale il voto di condotta “fa media”. Il voto al comportamento dell’allievo, cioè, è un numero come quello delle altre materie ed entra nel computo della media matematica che deve stabilire se l’alunno è ammesso oppure no.
Infine, sempre a proposito di condotta, resta valido lo sbarramento del 5. Per chi non raggiunge la sufficienza per cattivo comportamento, niente esame di Stato.
La durata dell’esame varia a seconda del numero dei candidati, ma è presumibile che per la metà di luglio sarà tutto finito. Quest’anno all’albo dell’Istituto saranno nuovamente esposti i “quadri” con i punteggi di coloro che hanno superato l’Esame. L’anno scorso, invece, per eccesso di zelo in difesa della privacy comparivano solo le diciture “esito positivo” ed “esito negativo”. Il che, oltre a suonare ridicolo, aveva esasperato i centralini delle scuole, tempestate di telefonate da alunni e genitori che chiedevano – a buon diritto! - di conoscere il punteggio effettivamente conseguito dai candidati.
Tra ansia da prestazione, sensi di colpa per non aver svolto fino in fondo il proprio dovere e difficoltà a stare dietro ai continui ripensamenti ministeriali, può essere utile fissare alcuni punti fermi per chi si accinge ad affrontare una prova che, nel bene e nel male, rimarrà nella memoria individuale e collettiva.
25 giugno: prima prova scritta di Italiano, per tutti;
26 giugno: seconda prova scritta, diversa per indirizzi di studio;
29 giugno: terza prova scritta. Può variare per tipologia, è predisposta dalla Commissione e non può comprendere più di cinque materie.
Dopo la correzione degli elaborati scritti, che di norma occupa due o tre giorni , cominciano gli orali.
Il colloquio ha inizio con un argomento presentato dal candidato (una tesina, una mappa concettuale, anche in forma multimediale). Ma è bene ricordare che prosegue (ed è la parte preponderante!) con domande che spaziano sull’intero programma delle materie dell’ultimo anno. Si conclude con la discussione delle prove scritte.
Anche il punteggio finale scaturisce dalla somma di tre componenti: il credito scolastico (fino a 25 punti), le prove scritte (fino a 45 punti), il colloquio (fino a 30 punti). I 5 punti integrativi – il famoso BONUS – vengono attribuiti dalla Commissione solo quando “il candidato abbia ottenuto un credito scolastico di almeno 15 punti e un risultato complessivo nella prova d’esame pari almeno a 70 punti”. In altre parole – è bene chiarirlo perché moltissimi studenti ancora credono il contrario! – il bonus viene in aiuto solo a chi è già andato bene con le proprie forze, quindi non può salvare chi è sull’orlo della bocciatura.
Dallo scorso anno, poi, è ritornato il giudizio di ammissione. Questo vuol dire che non tutti gli alunni di quinta andranno automaticamente all’esame, ma solo quelli giudicati “ammessi” dai loro prof. Per essere ammessi a sostenere l’Esame di Stato è necessario aver riportato la media del sei allo scrutinio finale di giugno. Su questo punto si sono registrate accese discussioni negli ultimi mesi, finché il MIUR ha chiarito ogni dubbio con l’O.M. 40/09 e poi con la circolare n. 46 del 7.5.09.
Inizialmente, infatti, sembrava che per accedere all’Esame occorresse ”il sei in ciascuna disciplina”. Questa novità , invece, dovrebbe andare in vigore dal prossimo anno scolastico perché è stata emanata piuttosto tardi, quando le aspettative degli studenti erano calibrate su altri criteri di valutazione e avrebbe provocato un’impennata delle non ammissioni, cioè delle bocciature. Il ministero perciò ha disposto che per quest’anno varrà ancora la regola della media del sei.
Altro chiarimento di questi ultimi giorni, come si diceva, è la circolare in base alla quale il voto di condotta “fa media”. Il voto al comportamento dell’allievo, cioè, è un numero come quello delle altre materie ed entra nel computo della media matematica che deve stabilire se l’alunno è ammesso oppure no.
Infine, sempre a proposito di condotta, resta valido lo sbarramento del 5. Per chi non raggiunge la sufficienza per cattivo comportamento, niente esame di Stato.
La durata dell’esame varia a seconda del numero dei candidati, ma è presumibile che per la metà di luglio sarà tutto finito. Quest’anno all’albo dell’Istituto saranno nuovamente esposti i “quadri” con i punteggi di coloro che hanno superato l’Esame. L’anno scorso, invece, per eccesso di zelo in difesa della privacy comparivano solo le diciture “esito positivo” ed “esito negativo”. Il che, oltre a suonare ridicolo, aveva esasperato i centralini delle scuole, tempestate di telefonate da alunni e genitori che chiedevano – a buon diritto! - di conoscere il punteggio effettivamente conseguito dai candidati.
Posta un commento