La mercificazione dell’apparire

di Vincenzo Jacovino

Non c’è evento di grande rilievo: culturale, politico, economico, sociale o drammatico che, nel suo evolversi, non spinga intellettuali o personaggi che contano a dichiarazioni pompose e supponenti. Un esempio? ”D’ora in poi nulla sarà come prima. E’ avvenuta, finalmente, la svolta”. A quale svolta si riferiscano non si riesce a capire; né è mai chiaro il perché e il come. Poi nel tempo, a volte a breve ma, sovente, a medio termine, si constata che la svolta non c’è stata e le cose, nonostante l’evento, hanno avuto il percorso di prima e qualche volta, anche, peggio di prima. Naturalmente non c’è evento che non incida sulla storia di un Paese come sugli uomini ma sovente il cambiamento, quando avviene, impiega una generazione e più perché si possa notare.

Lungi dal voler diffondere lo scetticismo della nonna, la quale diceva, in momenti del genere: ”Ora nulla sarà come prima - per poi aggiungere con sottile ironia - ma tutto, purtroppo, si perpetuerà nei modi, il prima nel dopo”. La cultura scolastica della nonna non andava al di là delle elementari mentre la pratica di vita era ricca, ricchissima. In lei c’era tanta ragionevolezza che raramente si lasciava sopraffare dall’emotività ecco perché riusciva a traguardare l’evento e a rapportarlo al tempo di prima rispetto al tempo che sarebbe succeduto.

Il ritornello del: non sarà più come prima è circolato dopo i primi sbarchi di massa di extracomunitari, dopo l’11 settembre del 2001 e il grave attentato a Madrid e continua a ripetersi nel corso della recente crisi economica o del terremoto d’Abruzzo. Ma cosa è cambiato dopo gli sbarchi, l’11 settembre e Madrid? Segni evidenti di mutamenti sostanziali non si riscontrano. E dopo la crisi economica e il terremoto si profila qualcosa di diverso all’orizzonte? Il dubbio, comunque, regna sovrano.
Ecco gli interrogativi che si pongono i cittadini, che hanno ancora un po’ di spina morale, constatato che gli uomini, vuoi dell’informazione vuoi quelli che si occupano di politica, si lasciano guidare dall’emotività perché, oggi più di ieri, sono gli idoli del successo a sedurli provocando la caduta della ragionevolezza. Se si lasciasse, invece, trionfare la ragionevolezza probabilmente il perpetuarsi del prima nel dopo potrebbe, senz’altro, prendere il percorso del cambiamento

Tuttavia, così non è stato in quest’ultimo decennio perché di eventi drammatici e tragici non sono mancati ma chi ha, sostanzialmente, inciso con virulenza sono stati gli eventi socio-politici capaci di smentire lo scetticismo della nonna. Infatti la ribalta politica è stata ed è presidiata da piazzisti e imbonitori di realtà virtuali, i quali hanno mercificato e continuano a mercificare l’apparire proponendo e imponendo uno stile di vita e un’ideale tendente più per le scorciatoie che per l’etica.

1 Commenti

  1. la ragionevolezza della nonna era esperienza di vita, dunque reale. I mass media non sono mezzi di comunicazione, secondo me, perchè sono a senso unico e non hanno spazio per il dialogo, la conversazione senza la quale comunicazione non c'è. (Diverso Internet dove,qui si dimostra, ci può essere dialogo.)
    Condivido l'analisi sul trionfo dell'apparenza sull'essenza: il teatro del pubblico non è mai stato così sfacciatamente lontano dalla realtà. Forse riflettere sulla vocazione teatrale dell'Italia potrebbe essere utile; nel periodo d'oro della musica strumentale (Sette/Ottocento) in Italia è esistito solo il teatro musicale. Grandissimo, certo, unico e assoluto.

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