Musica maccheronica

Giuseppe Gavazza



"Cari, cari polli d'allevamento, nutriti a colpi di musica e di rivoluzioni
tra un'allegria così forte e un bel senso di morte e uno strano dlin dlan, dlin dlan"
Giorgio Gaber, Polli d'allevamento, 1978 (1*)

"La gallina non è un animale intelligente /
Lo si capisce, lo si capisce, da come guarda la gente!
"
Cochi e Renato, 1967

"I ricercatori dell'Università del Wisconsin si sono invece fatti un'idea molto più prosaica della funzione della musica: hanno scoperto che la produzione di latte nelle mucche che ascoltano musica sinfonica aumenta del 7,5%."
Recensione standard di: Alessandro Baricco L'anima di Hegel e le mucche del Wisconsin, 1992

Anche così - tra poetici Polli d'allevamento, stralunate Galline Non Intelligenti e Mucche musicofile e filosofiche - si è parlato di canzoni e di musica negli scorsi decenni. Intanto colgo l'occasione per sottoporre un dubbio alla questione anni fa così glamour delle mucche che “ascoltavano Mozart” (come sempre intitolavano i diligenti giornalisti): se fossi stato l'allevatore o anche solo il ricercatore avrei testato la produzione del latte con l'ascolto della musica di Salieri e sono convinto che la produzione di latte sarebbe aumentata egualmente. Probabilmente sarebbe bastato un corretto esercizio di armonizzazione del IV anno di Armonia e Contrappunto - l'abecedario della scrittura musicale - a far aumentare la produzione casearia.

Mi sono tornati alla mente questi link leggendo pochi giorni fa, sulla stampa, un altro paginone pubblicitario (a pagamento?) in forma d'intervista, con foto d'obbligo, il tutto calibratamente casual, dedicato alla ultima release della musica d'allevamento: abbiamo un nuovo Mozart e nessuno lo sa, ci vanno ripetendo i media da molti mesi in uno degli arrembaggi mediatici alla carrozza della cultura musicale più sfacciati ed efficienti degli ultimi anni. A forza di dirlo è ovvio che ormai tutti sanno che nessuno lo sa, e chi non lo sa deve sapere di non saperlo; nel rispetto della prima legge del marketing marchettaro. Che poi ciò che si dice corrisponda al vero non ha alcun valore: come scriveva Eco nello scritto forse più lucido sul Mule della politica italiana (prendo a prestito questo nome dal Ciclo della Fondazione di Asimov) :

“L'elementarità degli slogan è la stessa di quella dei prodotti di grande consumo e ha in comune con le campagne commerciali il principio per cui lo slogan non deve preoccuparsi di essere giudicato vero. Nessun acquirente crede realmente che Scavolini sia la cucina di tutti gli italiani (le statistiche lo smentirebbero) o che il detersivo tale lavi più bianco degli altri (la casalinga o il casalingo sanno che, oltre un certo prezzo, i detersivi di marca lavano più o meno nello stesso modo): e tuttavia gli acquirenti quando debbono fare un acquisto sono più sensibili ai prodotti di cui hanno memorizzato lo slogan.”
Umberto Eco: Perché in Berlusconi si nasconde un comunista; La Repubblica, 3 aprile 2001

Il paradosso della cultura accessibile a tutti è sempre stato ambiguo: diritto d'informazione e di possibilità di studio sono gli ovvi e irrinunciabili principi di una società sana e matura ma la cultura accessibile a tutti mi fa pensare alle funivie: ti portano senza sforzo in cima alle montagne. Ma credo che solo un bambino possa pensarsi alpinista per esserci arrivato così.
“Caminantes, no hay camino, hay que caminar.”
La cultura invece deve essere facile e accessibile e il competente-alpinista che arriva affaticato sulla stessa cima (e così davvero la conosce e la capisce) viene deriso. Il rispetto ed il riconoscimento delle prestazioni fisiche e ginniche esiste; ma molto meno del culturismo invece può la Cultura.

Il malinteso della Grande Arte comprensibile a tutti è una bufala che cresce: bufala da latte forse alimentata dalla musica sinfonica, chissà, o più probabilmente gonfiata dagli ormoni del mercato.
Riporto una cosa che scrissi una ventina di anni fa:”Se nella scuola italiana si prestasse all'alimentazione la stessa attenzione che viene dedicata alla educazione musicale, bambini e ragazzi sarebbero rimpinzati di scatolette, bibite gassate, ghiacciate e colorate, tortine preparate con grassi industriali, salami piccanti, hamburger con senape e altri prodotti simili. Insomma con tutto ciò che l'industria propone in quantitativi elevati in base ai criterio: basso costo di produzione, facile assimilazione, gusti forti che catturino subito e creino dipendenza, confezione che catturi l'attenzione. Insomma tutte le caratteristiche abituali dei cibi in scatola per gatti d'appartamento.” O per polli d'allevamento.
Mi aveva confortato poco dopo leggere un'opinione illustre: “e nell'arte, a differenza dello svago, in un certo senso si va sempre in salita, sicché la ricompensa, invece di essere servita su un piatto, é preceduta dallo sforzo." (G.Bateson, Dove gli angeli esitano, Adelphi 1989, p.200). Ciò che vale è per i pochi che ci si dedicano.
L'ignoranza musicale in Italia è particolarmente sviluppata (con i programmi della scuola degli ultimi 100 anni purtroppo non può essere che così): nonostante tutto, un laureato non scambierebbe la lyric di una canzone di Sanremo con una lirica di Leopardi. Invece troppi mettono sullo stesso piano Brahms e Richard Clayderman, sullo stesso sax Charlie Parker e Fausto Papetti, sullo stesso podio Claudio Abbado ed un vigile.
Chi è Clayderman qualcuno adesso si chiede? Un onesto dattilografo di tasti neri e bianchi che non ha pensato di spacciarsi per un novello Mozart per avere successo e denari con i molti milioni di album venduti. Anni'80: il presente non è più quello di una volta.

L'assalto alla diligenza della Musica Colta (o Classica) è semplicemente la manovra disonesta di chi non ha i numeri per riuscire nel mondo difficile e competitivo della musica di consumo e si autocertifica Gran Maestro per distribuire patacche patinate d'antico come pezzi autentici, forte di un impianto di marketing e di una arroganza che nel mondo Classico e Colto finora non erano arrivate. E' un sedicente Dottore che sa dire solo cose banali ma le dice in latino maccheronico, sapendo che il latino non lo sa quasi più nessuno.

Siamo alla frutta.

1* - Curioso che cercando nell'archivio sterminato di Internet le parole di questa canzone del grandissimo rimpianto Sig. G (Giorgio Gaber) che ricordavo malamente a memoria non se ne sia trovata traccia. Per fortuna ho il doppio vinile (ma anche qui nessun testo), ma ho riascoltato e posso qui riportare.

2* - Il campione che si ascolta qui l'ho trovato inserendo in Google le parole “New age piano mp3”. Sono poi andato al primo sito segnalato e ho caricato il primo campione audio (Music 1). Più facile e accessibile di così.

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