l’architettura autoformante: Dante Bini

Vittorio Miranda


fonte immagine: sardegna in blog 2020


Questa volta, ho il piacere di scrivere di un altro grande simbolo dell’architettura italiana nel mondo. Nato il 22 aprile del 1932 a Castelfranco in Emilia-Romagna, Dante Bini si laurea alla facoltà di architettura presso l’università degli studi di Firenze e nei primi anni di carriera si è dedicato alla progettazione ed allo sviluppo di tecnologie che spaziavano dagli imballaggi industriali a metodi automatizzati di costruzione, creando svariate attività commerciali in tal proposito, a metà del Novecento.

Ciò che gli ha reso la prima fama però, è stata l’invenzione della tecnica Binishell utilizzata da lui per la prima volta, con la costruzione della villa chiamata “La Cupola” per Michelangelo Antonioni e Monica Vitti, sulla Costa Paradiso in Sardegna realizzata tra la fine degli anni ’60 ed il 1971. Parlando della tecnica Binishell e dando una veloce infarinatura riguardo a quest’ultima, va detto che:

La tecnica costruttiva, grazie alla quale prese vita la famosa Cupola, risulta essere estremamente innovativa considerando che appartiene agli anni 60 del secolo scorso.Essa, consiste in: 

 una gettata di cemento su una soletta circolare

 il posizionamento di teloni aerostatici su quest’ultima

 un’ultima gettata di cemento

 il finale sgonfiamento della camera d’aria

Fatta breve, la storia di questa Cupola, per gli amanti dell’architettura, risulta essere anche un simbolo di vera innovazione tecnologica. In tal proposito nel suo libro A cavallo di un soffio d’aria: l’architettura autoformante, scrisse: “I giapponesi mi fecero capire che nel 1964, con la realizzazione della mia prima cupola autoformante, ero stato l’inconscio pioniere della nuova scienza delle costruzioni, quella che loro chiamavano mecatronica edile (meccanica ed elettronica applicate alle costruzioni)”.

Purtroppo, oggi Villa Vitti Antonioni, versa in stato di abbandono a causa della separazione della coppia. Nel 2015 il Ministero dei Beni Culturali, riconoscendone il notevole interesse culturale, ha vincolato la villa per tutelarla e salvaguardarla nella sua struttura originaria e Nel 2016 l'olandese Rem Koolhaas, architetto tra i più noti sulla scena internazionale e curatore della 14a Biennale di Architettura di Venezia, ha definito il progetto di Bini "una delle architetture migliori degli ultimi cento anni". Ad oggi sono circa 1500 gli edifici costruiti con la tecnica Binishell. 

Dagli inizi degli anni ’70, fino agli inizi del decennio successivo, Bini avrà collaborazioni sia con gli USA che con l’URSS, ma è in Australia che viveva con la sua famiglia dove si cimentò nelle costruzioni di edifici, che sembravano essere estremamente fragili durante la fase di costruzione, ma altrettanto solidi, una volta portati a termine. Un altro terreno di sviluppo e progettazione è quello dei componenti costruttivi di prefabbricati ed originali, che nel corso degli anni sottopone a suoi brevetti, col nome di "Bini-Systems". 

Si trasferirà negli USA nel 1981, inventando il sistema “Pak-home” tra il 1988 ed il 1889. Si tratta di un metodo di costruzione di abitazioni a basso costo, a prova di terremoto ed alluvioni. Metodo ottimale per costruire edifici in nazioni in via di sviluppo. Nel 1990 lavorò al progetto per l'infrastruttura a costruzione semi-automatica per una città di 600.000 abitanti, alta circa 1.600 metri (Tower City). 

I primi studi per "Try 2004" risalgono al 1991 e si riferiscono a una città di un milione di abitanti, sviluppata su una struttura piramidale altamente automatizzata e a trasporto pubblico ad energia elettrica, basata su tapis roulants e non su mezzi di locomozione individuali. Fu incaricato dalla Shimizu Corporation di Tokyo nel 1993, per trovare soluzioni del tutto innovative di nuovi stadi calcistici, per i campionati mondiali del 2002. 

Dante Bini ha 88 anni ed è ancora attivo con la Binistar (la sua società di consulenza d’architettura) ha studi sia in Italia, che negli Stati Uniti d’America.

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