Gli auguri di serie b…….


di Enza Di Lallo


Sono appena finite le festività natalizie….e a conti fatti, la magia del Natale si è ,come ogni anno, dissolta dietro shopping, cenoni, regali superinutili.



Ma c’è una cosa che credo in assoluto ha caratterizzato il Natale quest’anno:…… superate le barriere dei biglietti di auguri, da almeno un decennio con il tecnologico sms, abbiamo assistito all’arrivo degli auguri di serie b…quelli “postati” in diretta su facebook, un po’ di spicciola fantasia e preconfezioanti senza distinzioni per il destinatario, che tutti abbiamo usato e abbiamo ricevuto.

Solo che dopo qualche giorno di invii a più non posso è scattato il meccanismo inverso, quello della ritorsione psicologica per la scelta dell’augurio

Ho notato che molte delle persone con cui ho avuto lo scambio di auguri si è risentita e al messaggio trovato in bacheca, e ha prontamente risposto di non essere stato considerato adeguatamente, mentre chi non si aspettava niente ha ignorato persino la frase augurale standardizzata snobbandola addirittura.

Ora va bene tutto, ma io, mi domando e dico, è mai possibile che ci si senta così importanti e così speciali nascondendsi dietro la facciata virtuale, ma non si ha, poi, più né sana voglia di scrivere tanto meno di prendere il telefono e chiamare per ascoltare la voce della persona a cui , tutto sommato , stiamo facendo i nostri “più sinceri e sentiti auguri di buone feste” ??

Io personalmente rientro nello standard tipico dei miei tempi:

amo scambiarmi gli auguri, eppure vivo con una certa indolenza il momento fatidico di selezionare l’intera lista dei nomi in rubrica, cliccarci sopra, inviare simultaneamente lo stesso prestampato augurio…ma ci tengo che sia firmato, si perché….. se c’è una cosa che proprio non sopporto è quando mi rispondono solo mossi dalla curiosità di chiedere :“grazie degli auguri…. anche a te!…ma chi sei?? “

1 Commenti

  1. Antonio da Francavilla25 gennaio 2010 alle ore 11:23

    Gentilissima Enza, TerPress è il secondo giornale online del quale sono venuto a conoscenza. Mi è subito piaciuto. L’argomento trattato nel suo servizio è davvero interessante. Non mi soffermo sull’argomento specifico da lei trattato. Per poterlo fare dovrei essere preparato sull’argomento, e non lo sono. Mi limiterò, allora, ad esprimere le emozioni che la lettura dell’articolo mi ha suscitato. Ho letto il suo articolo nel pomeriggio di ieri, 19 gennaio. Per dimostrare, ove ce ne fosse bisogno, l’attualità dell’argomento da lei trattato nel suo servizio, le dirò che proprio ieri, su RAI TRE, con inizio alle 15 circa, un insigne studioso, del quale non ricordo il nome, intervistato, ha parlato proprio dell’impoverimento della lingua italiana. Si è soffermato proprio sugli SMS e sulla poco piacevole abitudine di inviare gli auguri, ad esempio, Natalizi, sotto forma di circolare. Lo stesso testo uguale per tutti. Sull’argomento, mi sembra di aver capito che lei è d’accordo, direi che tutto dipende dall’uso che si fa dei mezzi che la tecnica ha messo a nostra disposizione. Ricorro ad un esempio, per spiegarmi meglio. Sono solito fare così. Anch’io invio gli SMS, ma cerco di farlo con pensierini compiuti, senza uso di termini e sigle misteriosi. Auguri tramite la posta elettronica. Ricorro a questo mezzo, ma con messaggi personalizzati. Ho inviato gli auguri a tutti i miei amici che sono in possesso di un recapito di posta elettronica. Scritto il testo, avrei potuto impiegare meno di un minuto per inviarli a tutti. Ho speso, si fa per dire, invece, circa quindici giorni. Due ore al giorno, per tracciare un augurio dal quale al destinarlo risultasse evidente che quel messaggio augurale era proprio a lui riservato e che non era una circolare. Sia l’insigne professore di RAI TE, sia lei, gentilissima Enza, mi sembra che siate giunti alla medesima conclusione.

    Antonio da Francavilla

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