La Casa come pilastro sociale.


di Alessandro De Sanctis

Così recita La Costituzione della Repubblica Italiana:
Principi fondamentali

Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Mi sembra proprio che la casa sia un diritto inviolabile, o no?

Art. 41
L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perchè l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Art. 42
... La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale.
Quindi mi sembra che anche l'iniziativa privata debba sempre sottostare ai fondamentali principi di un corretto modo di operare, senza perdere di vista la persona umana e il suo benessere psicofisico, non sempre è così purtroppo.

L'Italia è agl'ultimi posti, se non all'ultimo in fatto di edilizia residenziale pubblica, 4% sul totale delle case di proprietà, contro il 35% della capofila Olanda, stessa cosa per gli affitti (dati Cresme).
Le case “pubbliche” realizzate in Italia nel 2004 sono state 1.857, sempre dati Cresme, contro le 191.000 ad opera dell'iniziativa privata! La gestione dell'edilizia pubblica è stata per tanti anni deficitaria; parlando alcuni anni fa con l'architetto Pietro Barucci, progettista del quartiere romano di Laurentino 38, mi spiegò che la gestione e la manutenzione dell'edilizia residenziale pubblica erano gestite da enti che facevano riferimento a gruppi politici diversi, e quindi c'era la deliberata volontà di mettere in cattiva luce l'altro pur di non far emergere i caratteri positivi del “nemico”, inoltre il fenomeno dell'unicità di fasce sociali estremamente svantaggiate (baraccati, ex-detenuti) che venivano fatte insediare era fonte di grande difficoltà. Attualmente si tendono a proporre (almeno teoricamente) insediamenti votati alla “mixitè sociale”, in cui la diversità socio-economica (e mettiamoci anche etnico-culturale) dovrebbe favorire l'integrazione e la vivibilità. Peccato che il neologismo sia francese ma uno dei paesi europei con i “ghetti” più importanti sia proprio la Francia; le “banlieues” di Kassovitz nel bellissimo film L'Odio ne sono un famoso e triste (ma non solo) esempio.
La progettazione dell'edilizia pubblica nel periodo successivo alla guerra (ma anche in parte nel periodo precedente) fu dato in mano a progettisti di grandissima qualità ed esperienza, i quartieri romani di Decima e Villaggio Olimpico di Libera e Moretti, Valco San Paolo e il Tuscolano II e III (sempre a Roma) di De Renzi e Muratori, e poi Ridolfi, Quaroni, Fiorentino.
L'edilizia residenziale pubblica di quegli anni era sempre impostata tenendo d'occhio il punto di vista urbanistico, l'intorno, la viabilità esistente, il contesto e gli spazi urbani e pubblici necessari a combinare vuoti e pieni.
Se la semplicità delle architetture a volte può sembrare eccessiva si dovrebbe metterla a confronto con i quartieri realizzati contemporaneamente e successivamente per mano dell'iniziativa privata sempre a Roma lungo le principali arterie consolari, Prenestina, Tuscolana, Appia Nuova, e poi Viale Marconi solo come esempio, in cui le costruzioni si ammassano senza respiro (e altezze incredibili) per centinaia di metri, interrotte solo da svincoli e strade che non si potevano cancellare. Il verde è inesistente e gli spazi sociali ancora meno, questo fenomeno chiama SPECULAZIONE EDILIZIA.

1 تعليقات

  1. Architè, a proposito di Olanda, al primo posto nella realizzazione di edilizia residenziale pubblica, sto preparando del materiale su di un complesso di edilizia residenziale pubblica di una certa Liesbeth Van der Pool...ALTRO CHE SPECULAZIONE

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