Fonte: flickr.com
di Chiara Di Salvo
Breve e fugace. Oltretutto estremamente commerciale.
Questa è la festa della donna vista a posteriori da molte più persone di quelle che crediamo.
Un ragazzo mi ha persino risposto: “ ma cosa mi interessa, io sono un uomo!”.
Questa è la festa della donna vista a posteriori da molte più persone di quelle che crediamo.
Un ragazzo mi ha persino risposto: “ ma cosa mi interessa, io sono un uomo!”.
E allora di cosa parlare? Pochi, pochissimi sanno cos'è successo l'8 marzo del 1908 a New York: le camiciaie dell'industria Cotton, tessero un lungo sciopero per denunciare le terribili condizioni umane in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per molto tempo finché il proprietario Mr. Johnson, nel farle rientrare in fabbrica, ne bloccò tutte le porte per impedire alle operaie di uscire anche per andare in bagno. Scoppiò così un incendio (si dice doloso) e le donne, intrappolate come topi, pur di non morire bruciate si buttarono dalle finestre. Fu una scena atroce, morirono 129 donne e nella loro memoria venne proposta la giornata di lotta internazionale a favore delle donne, proposta da Rosa Luxemburg.
Oggi la festa della donna è molto attesa dalle associazioni di donne che organizzano manifestazioni e convegni sull'argomento, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi che pesano ancora oggi sulla condizione della donna. Ma è attesa anche dai fiorai che l'8 marzo vendono una grande quantità di mazzettini di mimose, divenute il simbolo di questa giornata e che quest'anno sono rincarate del 3%; dai ristoratori che vedono i loro locali affollati magari non sanno cosa è accaduto l'8 marzo del 1908, ma sanno benissimo che il loro volume di affari trarrà innegabile vantaggio dai festeggiamenti della ricorrenza.
Feste come la Befana, San Valentino, la Festa della Donna, la Festa del Papà e della Mamma e persino Halloween sono feste che oggi viviamo senza renderci conto delle motivazioni che vi sono alla base e tutte hanno lo scopo di muovere le persone a viverle in modo commerciale, comprando calze, dolci, cuori e cioccolatini, mimose e zucche.
Festeggiare come si vuole e divertendosi una qualsiasi ricorrenza è sacrosanto. Ma perdere il suo valore dietro ad un regalo o alla sua critica è miserabile.
Se la ricorrenza “ricorda” c'è un motivo. Ignorarlo e criticarlo perchè la festa è divenuta commerciale è un gesto ignorante.
Oggi la festa della donna è molto attesa dalle associazioni di donne che organizzano manifestazioni e convegni sull'argomento, cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi che pesano ancora oggi sulla condizione della donna. Ma è attesa anche dai fiorai che l'8 marzo vendono una grande quantità di mazzettini di mimose, divenute il simbolo di questa giornata e che quest'anno sono rincarate del 3%; dai ristoratori che vedono i loro locali affollati magari non sanno cosa è accaduto l'8 marzo del 1908, ma sanno benissimo che il loro volume di affari trarrà innegabile vantaggio dai festeggiamenti della ricorrenza.
Feste come la Befana, San Valentino, la Festa della Donna, la Festa del Papà e della Mamma e persino Halloween sono feste che oggi viviamo senza renderci conto delle motivazioni che vi sono alla base e tutte hanno lo scopo di muovere le persone a viverle in modo commerciale, comprando calze, dolci, cuori e cioccolatini, mimose e zucche.
Festeggiare come si vuole e divertendosi una qualsiasi ricorrenza è sacrosanto. Ma perdere il suo valore dietro ad un regalo o alla sua critica è miserabile.
Se la ricorrenza “ricorda” c'è un motivo. Ignorarlo e criticarlo perchè la festa è divenuta commerciale è un gesto ignorante.
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