La deflagrazione della flatulenza

di Vincenzo Jacovino


Il cittadino perbene di questo nostro Paese, oramai, si rifiuta di prendere confidenza con le nuove realtà che inondano la società civile anche perché non passa giorno

e sempre lo stesso paesaggio si ripete (V. Sereni)

con la sua soffocante flatulenza. Se la inquinante flatuosità, in verità, stordisce e soffoca ciò che, in effetti, disorienta e delude non è la confusione delle voci e dei borborigmi quanto i disinvolti comportamenti, l’egoismo collettivizzato e il “danaro saltellante, come pulci”, (E. Canetti) quale generatore simbolico di tutti i valori. L’onesto cittadino si sente, e non è soltanto una percezione, attorniato da una massa di impudenti che vivono spudoratamente nel

marcio per mancanza di vergogna. (G. Celati)

Se, in altri tempi, qualche leggero refolo di flatulenza aleggiava attorno al corpo sociale l’atmosfera, comunque, continuava a essere respirabile perché i valori supremi erano ancora lì a far da muro. Oggi, invece, il muro è stato abbattuto e il corpo sociale è totalmente sommerso da questa soffocante e inquinante atmosfera flatuosa e la parte, ancora sana, lancia, sì, il grido di indignazione però è costretta a muoversi in uno spazio ormai in disuso e il suo grido, purtroppo, si disperde. Non ha accoglienza perché incontra una massa e, ancora, una massa sempre più sedotta dall’opulenza e, quindi, sorda orientata unicamente, com’è, a capire che cosa è “utile” e se è “vantaggioso”.

Non resta molto da dire (V. Sereni)

constatato che la società italica è nelle mani dei furbi, continui produttori di flatulenza. C’è, ormai, un culto per la furbizia tanto che si “arriva persino all’ammirazione per chi se ne serve”(G. Prezzolino) e, così, i furboni continuano, purtroppo, ad allignare in maniera progressiva ma, soprattutto, a spadroneggiare.
Ma si riuscirà mai a defurbizzare questo nostro bel Paese?
Tutto lascia pensare in negativo anche perché

…….. i vincitor mostrano i denti (G. Celati)

guasti e maleodoranti, giorno dopo giorno e la loro cerchia si allarga e si diffonde a dismisura mentre ai perdenti. ovverosia: la parte sana della società, non resta che “adattarsi alla nuda vita, al vivere per vivere senza tante pretese”.(G. Celati)

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