Da sinistra: Siham Bouhlal, Claudio Salvagno, Robert Lobet, un organizzatore di Villa Badessa, Claudia Civitarese, Aurélia Lassaque, Francisco Juan Molero Prior, Enza Di Lallo, redattrice TerPress, Mustafa Arapi.
In basso: Felip Costaglioli, Julie Baugnet, Laia Noguera i Clofent.
Fotocredit: Chiara Di Salvo
Fotocredit: Chiara Di Salvo
di Chiara Di Salvo
All'interno della bella cornice di Villa Badessa, in provincia di Pescara, domenica sera si è concluso con un frizzante concerto degli Adria il 2° Festival delle letterature minoritarie d'Europa e del Mediterraneo, organizzato all'interno delle Quarte Giornate dei Diritti Linguistici, Convegno dedicato alle sottili problematiche delle isole alloglotte, considerate culture dalla lingua minoritaria con temi e problematiche fini a se stesse.
Proprio per rendere ampio il respiro di queste culture poco conosciute, è stata data loro voce all'interno di un Festival organizzato dall'Associazione LEM-Italia in collaborazione con l’Associazione Culturale Villa Badessa, il Dipartimento di Teorie e Politiche dello Sviluppo Sociale dell’Università di Teramo e con il patrocinio del Ministero dell’Interno e il sostegno del Consiglio d’Europa.
Direttrici artistiche dell'evento, sono state tre bravissime artiste che hanno saputo coniugare il linguaggio alla comunicazione: Aurélia Lassaque, poetessa e studiosa di lingua ed arte occitana; Adriana Civitarese, pittrice contemporanea e Claudia Civitarese, musicista, cantante e preziosa regista per il Festival.
Anche in questo caso, TerPress ha presenziato all'evento documentandolo pure attraverso le fotografie postate in diretta nella Fan Page di Facebook (http://www.facebook.com/?ref=home#!/TerPress?ref=ts).
Gli artisti presenti sono stati invitati a partecipare al dialogo attraverso due forme comunicative: la pittura e la poesia.
Mustafa Arapi, Julie Baugnet, Siham Bouhlal, Felip Costaglioli, Aurélia Lassaque, Francisco Juan Molero Prior, Robert Lobet, Laia Noguera i Clofent e Claudio Salvagno, accomunati quasi tutti da conoscenza pregressa, si sono incontrati per rendere tributo alle lingue minoritarie nella splendida cornice di Villa Badessa che, per l'occasione, ha allestito nell'ex frantoio (un piccolo gioiello scenico) una mostra dedicata alle parole e ai colori delle lingue degli autori.
Nello specifico, i vividi colori del pittore albanese Mustafa Arapi, hanno raccontato anche del doloroso strappo emotivo vissuto da molte comunità balcaniche che, per emigrazione o fuga dal paese d'origine, oggi si trovano separate dalle proprie radici.
Quando si parla di emigrazione le distanze sono spesso relative e la decisione del poeta spagnolo Felip Costaglioli di rimanere a vivere e a lavorare in America non lascia spazio a molte domande.
Felip Costagnoli ha intrecciato la sua carriera artistica con quella di un'altra artista americana (ma francese d'origine) Julie Baugnet, pittrice e designer che trova ispirazione dalle poesie di Felip.
Il loro scambio artistico negli anni ne ha come intrecciato i gesti fino a produrre opere d'arte in un processo d'osmosi creativa, palpabile, coinvolgente ma discreta.
Un'attrazione magnetica viene prodotta dai lavori di Robert Lobet, pittore ed incisore provenzale che, attraverso le calde tinte della terra, ha raccontato di pieni e di vuoti, di spazi mobili e galleggianti in pensieri lontani.
E sempre in quest'atmosfera surreale eppure estremamente concreta, le sculture del cuneese Claudio Salvagno sono apparse dipinte sull'aria, quasi fantasmi di legno, presenze che, per materiale e forma, riportano alla lingua occitana parlata in una precisa zona d'Italia, il Valados.
I testi di Francisco Juan Molero Prior, passionali e terrosi come solo gli spagnoli riescono ad essere, hanno infine riportato a terra e con i piedi ben ancorati ad essa, gli ascoltatori del Festival.
La presentazione del 2° Festival delle letterature minoritarie d'Europa e del Mediterraneo è stata divisa in due parti: l'inaugurazione è avvenuta al Teatro Kursaal di Giulianova, momento in cui è stata presentata la lettura ed il canto di poesie composte su ispirazione di un diaporama su Villa Badessa creato da Adriana Civitarese. Successivamente, nelle due giornate che hanno seguito il Festival, gli artisti hanno esposto nell'ex frantoio del borgo e si sono esibiti in piccole performance di scrittura creativa su opere d'arte create ad hoc.
Mi soffermo, in ultimo, a parlare con Claudia Civitarese, delicata e vibrante voce dello spettacolo: «Claudia, da dentro, da regista dell'evento, qual'è la cosa che ti ha veramente colpito di tutti questi artisti? ».
« La disponibilità. Sono persone differenti, con una personalità artistica solida, concreta. Eppure non hanno esitato a mettersi in discussione e a essere coordinati per lo spettacolo. Ecco, ci hanno dato a me e ad Aurélia la possibilità di gestire la loro creatività. Parlavamo cinque lingue differenti e spesso neanche molto bene, eppure ci siamo capiti sempre e ognuno di noi ha lavorato anche per l'altro. Se questo è il messaggio del Festival, beh...credo che sia riuscito pienamente ».
Le lingue sono l'unica vera frontiera dell'uomo.
Direttrici artistiche dell'evento, sono state tre bravissime artiste che hanno saputo coniugare il linguaggio alla comunicazione: Aurélia Lassaque, poetessa e studiosa di lingua ed arte occitana; Adriana Civitarese, pittrice contemporanea e Claudia Civitarese, musicista, cantante e preziosa regista per il Festival.
Anche in questo caso, TerPress ha presenziato all'evento documentandolo pure attraverso le fotografie postate in diretta nella Fan Page di Facebook (http://www.facebook.com/?ref=home#!/TerPress?ref=ts).
Gli artisti presenti sono stati invitati a partecipare al dialogo attraverso due forme comunicative: la pittura e la poesia.
Mustafa Arapi, Julie Baugnet, Siham Bouhlal, Felip Costaglioli, Aurélia Lassaque, Francisco Juan Molero Prior, Robert Lobet, Laia Noguera i Clofent e Claudio Salvagno, accomunati quasi tutti da conoscenza pregressa, si sono incontrati per rendere tributo alle lingue minoritarie nella splendida cornice di Villa Badessa che, per l'occasione, ha allestito nell'ex frantoio (un piccolo gioiello scenico) una mostra dedicata alle parole e ai colori delle lingue degli autori.
Nello specifico, i vividi colori del pittore albanese Mustafa Arapi, hanno raccontato anche del doloroso strappo emotivo vissuto da molte comunità balcaniche che, per emigrazione o fuga dal paese d'origine, oggi si trovano separate dalle proprie radici.
Quando si parla di emigrazione le distanze sono spesso relative e la decisione del poeta spagnolo Felip Costaglioli di rimanere a vivere e a lavorare in America non lascia spazio a molte domande.
Felip Costagnoli ha intrecciato la sua carriera artistica con quella di un'altra artista americana (ma francese d'origine) Julie Baugnet, pittrice e designer che trova ispirazione dalle poesie di Felip.
Il loro scambio artistico negli anni ne ha come intrecciato i gesti fino a produrre opere d'arte in un processo d'osmosi creativa, palpabile, coinvolgente ma discreta.
Un'attrazione magnetica viene prodotta dai lavori di Robert Lobet, pittore ed incisore provenzale che, attraverso le calde tinte della terra, ha raccontato di pieni e di vuoti, di spazi mobili e galleggianti in pensieri lontani.
E sempre in quest'atmosfera surreale eppure estremamente concreta, le sculture del cuneese Claudio Salvagno sono apparse dipinte sull'aria, quasi fantasmi di legno, presenze che, per materiale e forma, riportano alla lingua occitana parlata in una precisa zona d'Italia, il Valados.
I testi di Francisco Juan Molero Prior, passionali e terrosi come solo gli spagnoli riescono ad essere, hanno infine riportato a terra e con i piedi ben ancorati ad essa, gli ascoltatori del Festival.
La presentazione del 2° Festival delle letterature minoritarie d'Europa e del Mediterraneo è stata divisa in due parti: l'inaugurazione è avvenuta al Teatro Kursaal di Giulianova, momento in cui è stata presentata la lettura ed il canto di poesie composte su ispirazione di un diaporama su Villa Badessa creato da Adriana Civitarese. Successivamente, nelle due giornate che hanno seguito il Festival, gli artisti hanno esposto nell'ex frantoio del borgo e si sono esibiti in piccole performance di scrittura creativa su opere d'arte create ad hoc.
Mi soffermo, in ultimo, a parlare con Claudia Civitarese, delicata e vibrante voce dello spettacolo: «Claudia, da dentro, da regista dell'evento, qual'è la cosa che ti ha veramente colpito di tutti questi artisti? ».
« La disponibilità. Sono persone differenti, con una personalità artistica solida, concreta. Eppure non hanno esitato a mettersi in discussione e a essere coordinati per lo spettacolo. Ecco, ci hanno dato a me e ad Aurélia la possibilità di gestire la loro creatività. Parlavamo cinque lingue differenti e spesso neanche molto bene, eppure ci siamo capiti sempre e ognuno di noi ha lavorato anche per l'altro. Se questo è il messaggio del Festival, beh...credo che sia riuscito pienamente ».
Le lingue sono l'unica vera frontiera dell'uomo.
...e mentre a Villa Badessa si festeggiava la cultura delle comunità minori, come, appunto quella arbereshe badessana, l'Amministrazione Comunale di Rosciano, che sarebbe competente anche per legge a valorizzare quella cultura, insieme ai suoi bracci operativi secolari di associazioni simil-culturali, toglieva la biblioteca, l'unica biblioteca, dal ridente paesetto, come già prima aveva ceduto i propri diritti di copyright dell'unico libro pubblicato sulle icone venerate nella locale chiesa greco-bizantina...
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