QUARTE GIORNATE DEI DIRITTI LINGUISTICI. Teramo – Giulianova (TE) - Rosciano (PE) - Villa Badessa (PE), 20-23 maggio 2010


Henri Giordan, Direttore del Progetto LEM
durante una sessione della conferenza all'Università di Teramo.
Fotocredit: Chiara Di Salvo


Spiegazione dell'attività redazionale alla responsabile dell'ufficio stampa del convegno
Gina Lacala (a sinistra)
; Chiara Di Salvo (a destra).
Università di Teramo, stand TerPress.
Fotocredit: Chiara Di Salvo.



di Chiara Di Salvo

Si sono concluse domenica sera con un concerto del gruppo salentino-albanese Adria nella piazza di Villa Badessa le Quarte Giornate dei Diritti Linguistici – convegno internazionale su L’INSEGNAMENTO DELLE LINGUE LOCALI: ISTITUZIONI, METODI, IDEOLOGIE, accompagnate dal 2° Festival delle letterature minoritarie d'Europa e del Mediterraneo – Arte del Viaggio, Arte dell'Incontro (per maggiori informazioni riguardo la presentazione del Convegno: Giovanni Agresti: http://terpress.blogspot.com/search/label/LA%20LINGUA%20DEGLI%20ALTRI; oppure:
Chiara Di Salvo: http://terpress.blogspot.com/2010/02/giovanni-agresti-le-lingue-minoritarie.html ).
Quattro giorni di dibattiti ed intense attività (conferenze, spettacoli teatrali, concerti, esposizioni di arte contemporanea all’insegna dell’incontro tra studiosi scrittori ed artisti di comunità minoritarie euro mediterranee) organizzate e realizzate dall'Associazione LEM-Italia in collaborazione con l’Associazione Culturale Villa Badessa, il Dipartimento di Teorie e Politiche dello Sviluppo Sociale dell’Università di Teramo e con il patrocinio del Ministero dell’Interno e il sostegno del Consiglio d’Europa.
Tante le personalità invitate e presenti all'evento: da Fernand DE VARENNES, Professore alla Murdoch University di Perth, Australia, ad Alexey KOZHEMYAKOV, Direttore del Segretariato della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie (Consiglio d'Europa), Strasburgo, ad Ahmed BOUKOUS, Rettore dell’Istituto Reale di Cultura Amazigh di Rabat.
Molteplici sono stati gli intrecci tra interessanti interventi e differenti punti di vista e l'incontro si è così concluso domenica mattina con una tavola rotonda a Villa Badessa in cui si è parlato di un progetto di legge regionale sulle minoranze linguistiche d'Abruzzo.
Al dibattito hanno presenziato Nicoletta Verì, consigliera regionale; Alberto Secamiglio, sindaco di Rosciano; Giancarlo Ranalli, presidente dell'Associazione culturale Villa Badessa; Giovanni Agresti, presidente dell'Associazione LEM-Italia ed infine Ajsela Spahija e Laura Xhaxhiu, rappresentanti dell’Albanian Forum for the Alliance of Civilizations.
TerPress era presente al Convegno e con la Redazione ha seguito le Quarte Giornate dei Diritti Linguistici fino a domenica sera, postando in diretta all'interno della sua Fan Page di Facebook le fotografie dell'evento (http://www.facebook.com/?ref=home#!/TerPress?ref=ts).

Era importante, a nostro parere, documentare la caratteristica di questo progetto di legge regionale che prevede di considerare solo la comunità alloglotta di Villa Badessa come isola linguistica da valorizzare nel territorio abruzzese (per maggiori chiarimenti sulla peculiarità del borgo di Villa Badessa: Chiara Di Salvo: http://terpress.blogspot.com/2010/02/villa-badessa-vicino-pescara-unisola.html).
Tale scelta si precisa nel tentativo di superare due importanti concetti: da un lato quello delle lingue come “patrimoni immateriali” (concetto sancito dalla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie) poiché si considera e constata che, a livello della persona, la possibilità o meno di utilizzare e vivere in una determinata lingua-cultura presenta ricadute psicologiche e socio-relazionali ben concrete; dall’altro, il concetto di “minoranza nazionale” inteso come gruppo separato dal circostante e non risultante da una stratificazione dell'identità.
Nel caso di Villa Badessa la relazione con le radici della comunità, anche se attraversata da apporti esterni, è evidente: pur estinguendosi la lingua, non è andata perduta l'identità simbolica del gruppo sociale, così come il rito e/o l'identità religiosa.
Delle 18 famiglie emigrate dal paese albanese di Piquèras e giunte a Villa Badessa nel 1743, ancora oggi vi sono discendenti che ne sentono il contatto ed il richiamo culturale, simbolico e liturgico.
Il desiderio di non far spegnere la memoria e la volontà, oggi, di fortificare il ponte con Piquèras è talmente sentito che ha indotto a considerare la comunità alloglotta « Da isola linguistica a oasi rituale » (O. Veggetti, 1983).
Con questo nuovo disegno di legge si tenterà, quindi, di far evolvere il concetto di “minoranza linguistica” in quella di “minoranza linguistico-culturale”.
Sebbene, dunque, a Villa Badessa non si parli più l'arbëresh, non si può negare alla comunità il ruolo di portavoce di una cultura balcanica estremamente ricca e, di fatto, ancora viva nelle tradizioni e nel rito cattolico-bizantino.

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