di Antonella Musiello
foto: Two Portraits of Hitler, 2007
Un’importante mostra si sta svolgendo in questi giorni presso il China Art Archives Warehouse noto anche come spazio d’arte Ai Weiwei a Pechino. Si tratta di una mostra personale dei famosi Gao Brothers i quali rappresentano le due figure più importanti e controverse del mondo dell’arte contemporanea cinese che dedicano le proprie attitudini artistiche alla fotografia, alle performance e alla scultura.
Proprio durante questa manifestazione è stato presentato il catalogo della medesima mostra in cui è stata descritta l’attività degli artisti svolta fra il 2006 e il 2009 e che presto potrà essere accessibile anche in Italia. La mostra è stata curata dal noto critico d’arte Achille Bonito Oliva con la collaborazione di Cecilia Freschini, entrambi hanno dato la loro testimonianza all’interno del catalogo e le loro competenze nell’esprimere un profondo interesse per la scena artistica contemporanea cinese.
Per la prima volta i Gao Brothers hanno esposto la loro larga serie di ritratti in scala, anche se la loro notorietà è dovuta soprattutto per le sculture come Lenin Head e M.A.O’s Guilt. Ad ogni modo i dipinti e la fotografia acquistano in questo contesto una valenza concettualmente forte.
I Gao Brothers hanno voluto associare l’immagine di grandi dittatori di tutti i tempi al ritatto dei medesimi durante la loro infanzia, sottolineando così l’impatto significativo e davvero stimolante accentuato soprattutto dalle dimensioni monumentali delle opere. Ogni quadro infatti raggiunge la grandezza di 300 centimetri per 400 centimetri. Quest’associazione se pur semplice ci offre la
possibilità di elaborare un forte spirito critico e di osservazione, che ci conduce verso l’abberrante conclusione che nella memoria di piccoli-grandi gesti si trova il viso indifeso di un bambino.
Nell’esposizione sono riprodotte le immagini di Karl Marx, Saddam Hussein, Adolf Hitler e altri. Per quanto riguarda quest’ultimo il ritratto è stato dipinto come un quadro astratto, infatti da vicino sono evidenti solo linee e gradazioni di colore ma l’immagine viene percepita solo se si fa un passo indietro.
La capitale cinese ha avuto l’opportunità di vedere questi quadri prima della loro spedizione negli Stati Uniti e lo spazio d’arte Ai Weiwei ha voluto proporre l’evento poprio per tutelare il diritto di espressione che è la parte centrale dell’attività di un’artista e che spesso in Cina questi diritti essenziali sono carenti. L’attività degli stessi Gao Brothers è stata infatti molto controversa e difficile proprio per questi motivi, ma loro continuano a parlare con le loro opere attraversando tutte le più famose gallerie d’arte del mondo. Hanno esposto al San Francisco Museum of Modern Art, al Museo di Arte Contemporanea Kemper e alla Princeton University Museum of Art, ma solo in quest’occasione hanno avuto la possibilità di esporre le loro opere a Pechino.
A questo proposito degna di nota è la storia che raccoglie fantasia e il tema della censura scritta da Cecilia Freschini. S’intitola Banished Mirrors e narra la storia di un mostro dispotico, Guo, che proibì al suo popolo la costruzione di oggetti che riflettessero i suoi difetti ma con l’arrivo di due valorosi fratelli le cose cambiarono. Con queste sottili metafore Cecilia Freschini ha voluto sottolineare l’importanza dell’attività artistica dei Gao Brothers che attraverso le loro opere spesso così esplicite e forti hanno saputo far valere l’importanza e il significato pacifico ma combattivo dell’arte.
INFORMAZIONI
PORTRAITS: Gao Brothers’Oil Painting Exhibition
Dal 19 giugno al 19 luglio 2010
China Art Archives & Warehouse, Pechino
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