fonte: mit-italia.it
di Beatrice Pozzi
Se n'è andata in silenzio, quasi ignorata dalla stampa nazionale, ma nella sua vita di rumore ne ha fatto tanto, e da chi la conosceva non verrà dimenticata tanto presto.
Mercoledì scorso, vinta a 67 anni da un cancro diagnosticatole un anno fa, è morta Marcella Di Folco, presidente del Movimento Identità Transessuale e vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere.
Originaria di Roma ma residente da tempo a Bologna, la Di Folco è nota ai più per aver fatto un po' di cinema tra la fine degli anni 1960 e l'inizio dei '70, in particolare per Fellini: è il principe di Piemonte nella famosa scena con la "Gradisca" al Grand Hotel in Amarcord (1973).
Nella storia della comunità LGBT italiana, di cui è già parte integrante da tre decenni, "Marcellona" verrà invece ricordata per le molte battaglie in favore dei transessuali: operata in Marocco nel 1980, la Di Folco è stata da subito molto attiva nel Movimento Italiano Transessuali (MIT), nato nel '79, e trai promotori della legge 164/1982 sulla riassegnazione chirurgica del sesso.
A capo del MIT Emilia Romagna dalla fondazione del 1988, è stata anche la prima donna transessuale al mondo ad essere eletta in un consiglio comunale - quello di Bologna - nel 1995. L'anno precedente aveva ottenuto dal Comune la concessione di locali per le attività del MIT, nel frattempo diventato centro di coordinamento a livello nazionale, e uno stanziamento di fondi garantiti annualmente da parte della Regione Emilia Romagna per istituire un consultorio per la salute delle persone transessuali, ancora attivo, che attualmente si occupa di un bacino di circa 650 utenti. Impegnata in Comune fino al 1999 come consigliere per le Politiche Sociali, la Di Folco ha contribuito anche a far nascere, in Bologna, uno sportello CGIL per la tutela del diritto al lavoro delle persone transessuali e un corso di formazione professionale a loro riservato, mentre al 2000 data l'istituzione, decisa dall'allora Ministro per le Pari Opportunità Belillo su ispirazione del MIT, della Commissione su Transessualismo e Identità di Genere (al momento sospesa). E' stata candidata al Senato alle elezioni politiche per la XIV e per la XV legislatura (2001 e 2006) e al Parlamento Europeo (2004), e lo scorso maggio aveva incontrato il Presidente della Repubblica in occasione dell'invito in Quirinale delle rappresentanze dei movimenti LGBT per la Giornata internazionale contro l'omofobia.
Il suo impegno in favore di quelli come lei, che in fondo sono considerati la minoranza nella minoranza e ottengono attenzione solo quando "fanno notizia" e/o "vendono", non ha raggiunto l'attenzione il grande pubblico: quella dei bolognesi e di chi ne aveva bisogno, però, sì. La camera ardente, allestita nei giorni di giovedì e venerdì nei locali di Palazzo D’Accursio sede del Comune di Bologna, è stata visitata da una piccola folla di persone tra le quali, oltre agli amici esponenti del mondo LGBT e a personalità della politica locale, il vescovo ausiliare della città . Le istituzioni promosse da Marcella rimangono un punto di riferimento e soluzioni d'eccellenza ancora uniche nel loro genere per il territorio italiano a cui sarebbe opportuno, peraltro, fare un po’ più di pubblicità e la sua figura un esempio di dignità , di costanza, di solidarietà e di serena accettazione di sé. Esattamente per come si è.
Il sito del Movimento Identità Transessuale:
http://www.mit-italia.it/mit.htm
Il testo della legge 164/1982:
http://www.cgil.it/archivio/nuovidiritti/documenti/transex_00009.pdf
Se n'è andata in silenzio, quasi ignorata dalla stampa nazionale, ma nella sua vita di rumore ne ha fatto tanto, e da chi la conosceva non verrà dimenticata tanto presto.
Mercoledì scorso, vinta a 67 anni da un cancro diagnosticatole un anno fa, è morta Marcella Di Folco, presidente del Movimento Identità Transessuale e vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere.
Originaria di Roma ma residente da tempo a Bologna, la Di Folco è nota ai più per aver fatto un po' di cinema tra la fine degli anni 1960 e l'inizio dei '70, in particolare per Fellini: è il principe di Piemonte nella famosa scena con la "Gradisca" al Grand Hotel in Amarcord (1973).
Nella storia della comunità LGBT italiana, di cui è già parte integrante da tre decenni, "Marcellona" verrà invece ricordata per le molte battaglie in favore dei transessuali: operata in Marocco nel 1980, la Di Folco è stata da subito molto attiva nel Movimento Italiano Transessuali (MIT), nato nel '79, e trai promotori della legge 164/1982 sulla riassegnazione chirurgica del sesso.
A capo del MIT Emilia Romagna dalla fondazione del 1988, è stata anche la prima donna transessuale al mondo ad essere eletta in un consiglio comunale - quello di Bologna - nel 1995. L'anno precedente aveva ottenuto dal Comune la concessione di locali per le attività del MIT, nel frattempo diventato centro di coordinamento a livello nazionale, e uno stanziamento di fondi garantiti annualmente da parte della Regione Emilia Romagna per istituire un consultorio per la salute delle persone transessuali, ancora attivo, che attualmente si occupa di un bacino di circa 650 utenti. Impegnata in Comune fino al 1999 come consigliere per le Politiche Sociali, la Di Folco ha contribuito anche a far nascere, in Bologna, uno sportello CGIL per la tutela del diritto al lavoro delle persone transessuali e un corso di formazione professionale a loro riservato, mentre al 2000 data l'istituzione, decisa dall'allora Ministro per le Pari Opportunità Belillo su ispirazione del MIT, della Commissione su Transessualismo e Identità di Genere (al momento sospesa). E' stata candidata al Senato alle elezioni politiche per la XIV e per la XV legislatura (2001 e 2006) e al Parlamento Europeo (2004), e lo scorso maggio aveva incontrato il Presidente della Repubblica in occasione dell'invito in Quirinale delle rappresentanze dei movimenti LGBT per la Giornata internazionale contro l'omofobia.
Il suo impegno in favore di quelli come lei, che in fondo sono considerati la minoranza nella minoranza e ottengono attenzione solo quando "fanno notizia" e/o "vendono", non ha raggiunto l'attenzione il grande pubblico: quella dei bolognesi e di chi ne aveva bisogno, però, sì. La camera ardente, allestita nei giorni di giovedì e venerdì nei locali di Palazzo D’Accursio sede del Comune di Bologna, è stata visitata da una piccola folla di persone tra le quali, oltre agli amici esponenti del mondo LGBT e a personalità della politica locale, il vescovo ausiliare della città . Le istituzioni promosse da Marcella rimangono un punto di riferimento e soluzioni d'eccellenza ancora uniche nel loro genere per il territorio italiano a cui sarebbe opportuno, peraltro, fare un po’ più di pubblicità e la sua figura un esempio di dignità , di costanza, di solidarietà e di serena accettazione di sé. Esattamente per come si è.
Il sito del Movimento Identità Transessuale:
http://www.mit-italia.it/mit.htm
Il testo della legge 164/1982:
http://www.cgil.it/archivio/nuovidiritti/documenti/transex_00009.pdf
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