Di tanto in tanto una sferzata di vento rinfresca migliaia di corpi sudati.
Lelo sgrana gli occhi quasi sorpreso, accanto a lui una ragazza si avvinghia ad un tipo magro con la testa fasciata da un turbante di dredlocks, la musica si sparge nella spianata brulla e sembra lambire la facciata barocca fasciata di luci.
- per me una birra –
Lelo risponde frastornato a Miky addentando un panino che sbrodola olio fritto da ogni dove, Miky lo guarda e sorride perso fra colpi di tamburello e tenerezza.
- Proviamo ad avvicinarci –
gli propone mentre lo prende per mano, cominciano a insinuarsi nella folla, gli altri cominciano a seguire i ricci di Fra’ che noncurante inizia uno slalom tra corpi dalle braccia alzate che ancheggiano a tempo oscillando, talvolta, bottiglie d’acqua o vino.
In pochi istanti il gruppo trova pace in un piccolo slargo, un fazzoletto di erba esanime e consunta. Fra’ abbraccia il suo uomo mentre dal palco una donna fasciata di verde smeraldo modula acuti che fanno vibrare quasi che tutti si fosse in preda ad una sorta d’innamoramento ammantato d’erotismo.
Intorno motori a scoppio impestano l’aria di puzza di benzina mentre i generatori illuminano vasconi di plastica che ospitano bevande semigalleggianti in quello che originariamente era ghiaccio.
Lelo si avvicina a Miky e dalle spalle passa le sue mani sui fianchi, oltre l’elastico dei pantaloni a provare ad accendere il desiderio.
Sventolano bandiere improponibili e striscioni rigorosamente in dialetti del sud, dall’alto la gente dovrebbe apparire come un campo di fieno scosso da un vento forte. In breve tempo Lelo, Miky e i loro amici si fanno trascinare dai ritmi forsennati che acchiappano per i capelli e sbatacchiano, cominciano a saltellare, battere le mani, ridere e baciarsi, baciarsi come se tutto l’amore d’Europa fosse scivolato in questo tacco d’Italia che di pietre arse sembra dimentico, sbocciando e virando nel rosso di un pomodoro spremuto su una frisa ben inumidita dall’acqua e dall’olio quasi verde di olive.
Bacia Lelo e per qualche istante dimentica l’esame, lo lancia in aria, palloncino insignificante insieme agli altri che, in crescendo, invadono i cieli. Miky gli prende la faccia tra le mani, lo guarda per un istante, quasi a fissarne i lineamenti ben bene, quasi avesse paura di dimenticarlo tra breve e poi si rituffa tra le labbra.
- che bel regalo il tuo sorriso –
Gli dice, e sorride.
Negli occhi si spalanca un vortice, non c’è nulla di definito, si sentono solo lievi, quasi che da un attimo all’altro potessero librarsi in uno volo indicibile, gli occhi della gente non li toccano e i giorni brevi lasciano una scia piccola destinata ad estinguersi presto.
Qualche passo in la qualcuno lancia schizzi d’acqua e poi di vino. La luna sembra godere dello spettacolo. Un ragazzo fissa il palco illuminato dalla luce di un venditore di birre, sotto il suo petto nudo un ombelico si affaccia da un podio abbronzato su una sottile striscia di pelle più pallida delimitata dalla cintura bassa che sembra quasi il piccolo quarto mancante della luna salentina
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