Le voci nel viaggio, viaggio nelle voci

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immagini e suoni di Giuseppe Gavazza, ottobre 2010

Mi ricordo – erano gli anni '80 - i viaggi in treno che mi hanno portato per diversi anni (prima come studente poi come insegnante di musica) avanti e indietro sulle linee FS (lo slogan allora era: “FS: fiducia e sicurezza”) tra ovest pedemontano e est triveneto.

Al mattino presto salivo sul treno, entravo in uno scompartimento, abbassavo le tendina e continuavo nel dormiveglia un viaggio che mi spostava tra molte provincie scandito dagli annunci ferroviari. Capivo dove ero, nella nebbia del mezzo sonno, più dagli accenti degli annunciatori che dal significato delle parole: il suono delle parole comunicava la mia GPS (Global Position Situation) più del senso delle parole.

Oggi viaggio ancora molto in treno, su traiettorie geograficamente altrettanto ampie, ma alle voci reali e umane dei/delle capostazioni si sono sostituite neutre, asettiche e omogenee voci sintetiche.
E' rimasto il senso ma si è perso il suono.

Da musicista posso solo rammaricarmi: forse anche qui è il segno negativo di un futuro arduo per l'arte dei suoni, anche qui si è perso un pezzo importante della ricchezza acustica del mondo.

Così, come scompaiono le specie viventi e le lingue, poco a poco si estinguono le voci del mondo capaci di comunicare il mondo con la voce.

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