L'esempio dei Magi

Tito Rossini, L'attesa del bagnante, olio su tela

di Roberto Tortora

Come se non bastassero le continue dispute accademiche circa il destino e la missione della Scuola nella società contemporanea, tanto più in un momento di grave crisi economica come quella che stiamo attraversando a livello planetario, ecco che la fine del 2010 ci ha regalato ulteriori contrasti e confusione in seguito all’approvazione del Ddl “Gelmini”.
Ma oggi è il tre gennaio.
Occorre ripartire.
E non è retorico concentrarsi sui buoni propositi per l’anno che sta per incominciare. Così, senza stilare l’ennesimo elenco di tutte le cose buone da fare – elenco destinato ad essere inesorabilmente disatteso e a creare perciò ulteriore confusione e frustrazione - può essere utile concentrarsi su obiettivi numericamente circoscritti. Anzi, su un solo obiettivo, che però dovrebbe essere perseguito da tutti. A cominciare proprio dagli studenti, che della scuola sono i protagonisti assoluti, perché principali destinatari di tutto quanto dentro di essa e intorno ad essa viene realizzato.
Può essere utile, allora, partire da un’immagine che è entrata nella memoria collettiva colorata dallo stupore infantile. Essa possiede un fortissimo potere seduttivo, ricco di suggestioni che prescindono dal significato religioso e scaturiscono, invece, dalla forza dell’affabulazione. E’, in altre parole, il potere immaginifico delle leggende ancestrali.
E’ il viaggio dei Magi, un nugolo di “sapienti” che intraprende un viaggio dall’Oriente per raggiungere Betlemme.
La potenza suggestiva del racconto è tutta racchiusa in questa immagine di uomini colti che si mettono in cammino col naso all’insù. La dottrina che già possiedono non basta, hanno di voglia di imparare ancora, di conoscere la complessità dell’uomo, del senso della vita e delle sue relazioni con il cosmo.
Camminano per giorni, forse per mesi, guardando la stella che brilla in cielo e che li guida.
Il viaggio è stato certamente faticoso, come deve essere ogni missione che prometta benefici seri e duraturi.
L’obiettivo era fin dall’inizio circoscritto, perché le energie della ricerca non andassero disperse in mille interrogativi.
Il campo di attese era il più nobile, perché riguardava la ricerca della Virtù.
All’inizio di questo nuovo anno, tutti coloro che hanno a cuore il destino della scuola farebbero bene a concentrarsi su questa immagine, o su un’altra analoga, di uguale potenza suggestiva, per ricavarne la spinta irresistibile all’impegno personale. Una sana, elettrizzante, insaziabile voglia di imparare che dovrebbe indurci a sopportare la severità della missione in vista del benessere che ne deriverebbe, oltre che al singolo, all’intera collettività.

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