"Vedere, disegnare, animare la diversità linguistica"


di Enza Di Lallo
Fotografie di Annalisa Di Carlo

Una lingua si presta a mille diverse scomposizioni, tutte egualmente valide per dare una rilettura alla storia di un paese. Poco è importante se questo sia un paese grande o un posto dove convivono culture e idiomi distinti. Purtroppo però la copresenza di queste dualità porta spesso, quasi sempre, a dei problemi in ordine alla priorità riconosciuta all'una piuttosto che all'altra etnia linguistica. La lessicografia dialettale ad esempio studia il fenomeno linguistico da un'angolazione particolare: l'apporto di neologismi, le correzioni ortografiche, gli analizzatori sintattici.Una lingua non acquista utilità attraverso l'adozione di nuove terminologie, piuttosto acquista prestigio con lo scopo di suggerirne l'uso ai nuclei base di ogni società, le famiglie.Eppure per le lingue moniritarie il problema delle correzioni ortografiche è estremamente difficile e richiedono, data la unicità del caso una riparazione mirata:gli errori sono dettati dal background che ognuno ha acquisito.
Pensando ad esempio al sistema della scrittura a 9 tasti, tanto utilizzato nei telefonini, ci accorgiamo di come sia breve la vita digitale, e complessa la sua realtà. L'unico vero modo per conservare un idioma nel tempo è quello di passare il testimone di generazione in generazione con vera continuità all'incirca ogni cinque,dieci anni.
E anche se vi sono sempre degli standard a cui attenersi,bisogna sempre rispettare le diversità linguistiche: alle parole ci si abtua anche se sembrano stranamente inusuali, ma è vederle messe per iscritto che le rende normali.



I diritti linguistici sono protetti e contemplati nella Costituzione, rappresentano un compromesso sociale. La scelta arbitraria deriva da un ascarsa importanza riconosciuta alla legislazione scritta. Rientra perciò nella politica di governo il pragmatismo con cui si cerca di combattere la diversificazione sociale. Assicurare la pace sociale non è mai possibile qualora si innalzino barriere ma solo favorendo il dialogo fra due lingue coesistenti sullo stesso territorio.
Ma la diversità può essere considerata anche come momento di pedagogia verso l'altro: è la consapevolezza attiva che assicura una svolta etica. La pluralità linguistica è da vedere come elemento per la crescita in prospettiva etnocentrica, cioè di preservare e tradurre interi patrimoni culturali. Diventa così funzionale,perchè vicina al substrato sociale, relativa, perchè si evolve continuamente, e plurima,proprio perchè attinge da molteplici culture. Un'ottica plurilinguista attiene perciò, in realtà, ad un contesto molto positivo che offre infinite possibilità quando viene vista con la occasione di arricchimento plurimo. Gli opposti così si trovano in uno "spazio ibrido", non neutro dove vi è l'annullamento delle diversità senza essere nè l'uno nè l'altro, ma al contrario dove vi è coesistenza.




Il nascere della plurinomia ha creato nuove prospettive,una lingua minoritaria che si costruisce non sempre si può dire sia ufficiale,spesso perchè l'approccio al plurilinguismo è ancora esclusivamente linguistico, senza tenere conto di un aspetto culturale ad esso connaturato.
Oggi nell'epoca di Internet l'approccio ad una lettura non di tipo consequenziale, ma che ti permetta di navigare in più punti dello stesso foglio, è il segno grande di un'apertura mentale a più prospettive. Ne è un esempio l'Atlante Mondiale delle Lingue di Roland Breton. La geografia delle lingue serve a capire che le etnie non provengono da aree lontane ,ma piuttosto sono il risultato etnico geografico della storia immanente nel territorio stesso. La dimensione geografica è fatta di condizionamenti ambientali e di adattamenti culturali sull'uomo. La storia linguistica cerca appunto di visulaizzare le cause dei mutamenti , è la nostra capacità di seguire l'attualizzazione del passato nel presente.




"Le lingue sono sempre e solo ricaratterizzazione continua di lingue già parlate in precedenza,non è vero che le lingue nascono da altre lingue".
Un analisi delle professioni legate alla diversità linguistica,interpreti,mediatori culturali,scrittori;la conoscenza di una politica linguistica;gli aspetti legati al bilinguismo entro il mondo del lavoro e nelle università;progetti di formazione innovativa plurilngue verso una didattica legata a più culture:sono solo alcuni dei temi affrontati, tanti volti, tante voci concordi nel dichiarare con forza la voglia di dare più colori allo stesso mondo.

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