di Francesco Simone
Alla luce degli attuali avvenimenti che coinvolgono tutto il Maghreb mediterraneo rivolgiamo alcune domande a Leo Palmisano di ritorno da Tunisi. Sono semplici interrogativi ma che vogliono fotografare una realtà che sta a noi molto vicina che sta cambiando.
Tripoli combatte ancora. Ancora una volta sappiamo che una guerra non puo' essere mai "lampo". Quanto puo' essere reale anche per la Libia un rischio Iraq?
Non è reale perché il resto del paese non è più con il colonnello. Anche la più estenuante delle resistenze, non porterebbe a un pantano. e poi non va dimenticato che le forze nato non hanno ancora l'ingaggio per attaccare via terra, dunque il rischio attualmente non c'è. c'è però il rischio di vendette interne, nella popolazione libica. Questo non deve accadere, perché uno spargimento di sangue di questo genere, be', provocherebbe reazioni a catena incontrollabili e dagli esiti imprevedibili.
Pensi ad un nuovo scenario maghrebino oppure credi che i futuri interventi militari Europei possano confermare solo i confini attuali già retaggio di imposizioni colonialiste?vivono meglio di prima su un piano spirituale, ma non su quello materiale. la miseria, la povertà, l'arrabattarsi, non possono sparire in qualche mese. quello che mi auguro è che alle elezioni non prevalgano le forze islamiste, come Nahdha, ma partiti come EttaJdid e il Poct. Le sinistra un tempo fuorilegge, insomma. E mi auguro che la comunità internazionale vigili affinché gli ex del regime non compaiano in lista e non corriompano la popolazione. Altrimenti sarebbe un bagno di sangue, ne sono certo.
Penso che il Maghreb è ormai confezionato così com'è. Nuovi confini non ne vedo. Non avrebbe senso, dal momento che le organizzazioni degli stati, la burocrazia, le polizie, la divisione in regioni, eccetera, è ormai strutturata da tempo. Solo nel Sarawi, conteso tra Algeria e Marocco può accadere qualcosa, ma non a breve.
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