Lara Artone a Gaeta



di Roberto Tortora






Per Lara Artone un’altra realtà, colorata ed eccitante, è sempre possibile. Basta chiudere gli occhi in un momento qualsiasi della giornata, o continuare a tenerli chiusi subito prima del risveglio. Sono sufficienti pochi istanti e un’esplosione cromatica ci travolge, ci rapina per portarci lontano dal grigiore quotidiano, in un altrove che non è poi così distante visto che è tutto stipato dietro le nostre palpebre. Chiudiamo gli occhi e l’allegria ci viene incontro con lo scatto irrefrenabile di un clown che balza fuori da una scatola magica, una di quelle che hanno il potere di far ridere i bambini.
Negli acquerelli e nelle composizioni a tecnica mista Lara Artone dà prova di uno straordinario talento ritrattistico. Del vecchio navigante, del matematico, della bambina sognante coglie con sorprendente verosimiglianza la pellicola esistenziale distesa – talvolta accartocciata – intorno agli occhi, sugli zigomi, sul disegno delle labbra. Ne coglie il tessuto epiteliale, rarefatto, proprio perché possa rendere – in trasparenza – il passato e il futuro di ogni volto. Il marinaio ricorda le rotte sull’acqua, la bambina immagina prati e fiori e farfalle sgargianti. Nello spazio parallelo del mondo sognato uomini in giacca e cravatta cavalcano le onde sulla tavola da surf, oppure si cimentano nel tiro alla fune in un dinamismo che ha la gaiezza dell’infanzia. Le figure emergono dal magma cromatico con i tratti dei cortoons, morbide e spensierate perché finalmente sottratte all’angustia delle convenzioni.
Tra le immagini in primo piano e lo sfondo fumettistico Lara Artone avvia un dialogo intriso di nostalgia e di speranze, di ricordi e di progetti invitando tutti, almeno per una volta, a guardare le superfici colorate della vita.

Gaeta, Museo diocesano, 18 – 28 agosto 2011.

Lara Artone è graphic designer e illustrator. Ha collaborato con la RAI (Uno Mattina, Geo e Geo), ha illustrato libri per ragazzi e guide per i Musei Vaticani.

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