Cuba: Premiato l’ultimo romanzo di Leonardo Padura Fuentes

Gordiano Lupi

Leonardo Padura Fuentes

Lo scrittore cubano Leonardo Padura ha vinto a Cuba il Premio della Critica Letteraria 2011 con il romanzo L’uomo che amava i cani (edito in Italia da Marco Tropea), nel quale critica lo stalinismo, narrando l’esilio e l’omicidio di Trotsky. Il libro di Padura ha ottenuto il prestigioso premio insieme ad altre sei opere di narrativa, saggistica e teatro. Il Premio della Critica Letteraria viene assegnato ai più importanti autori cubani viventi che siano stati pubblicati da case editrici nazionali ed è organizzato dall’Istituto Cubano del Libro. L’uomo che amava i cani è stato pubblicato prima in Spagna (Tusquets, 2009), mentre l’edizione cubana è uscita nel febbraio scorso per Ediciones Unión, casa editrice governativa che fa capo all’Unione degli Scrittori e degli Artisti di Cuba (UNEAC).
Leonardo Padura Fuentes è uno degli autori più popolari dell’Isola, letto e tradotto in tutto il mondo, spesso critico e pungente nei confronti del regime. “L’uomo che amava i cani è un libro profondamente cubano, pensato e scritto per il mio paese”, ha detto.  
Il romanzo racconta l’esilio e la morte di Trotsky, avvenuta in Messico nel 1940, la preparazione dell’omicidio da parte del repubblicano spagnolo Ramón Mercader, morto a Mosca nel 1978, e la storia di fantasia di uno scrittore cubano che per puro caso conosce un Mercader ormai vecchio e malato.
L’uomo che amava i cani è un romanzo che è piaciuto anche ai blogger Orlando Pardo Lazo e Yoani Sánchez, che ne hanno parlato su Diario De Cuba e su Generación Y. Tutto questo fa ben sperare per un ampliamento della libertà di pensiero a Cuba e perché abbia fine la penalizzazione delle divergenze politiche.
Yoani Sánchez proprio in questi giorni ha scritto che a Cuba la libertà è ancora lontana da essere apprezzata e che la mancanza di Internet rischia di lasciare i cittadini del suo paese ai margini dei processi civili che si stanno sviluppando in tutto il mondo. “Senza Internet avremo una Cuba di analfabeti, perché nessuna vera conoscenza è possibile senza un confronto aperto con il resto del mondo, in ogni campo”, ha concluso la nota blogger.

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