Cuba: Reclusi in una Chiesa pentecostale

di Gordiano Lupi

 Il cordone di polizia "a protezione" della Chiesa pentecostale

Il pastore pentecostale Braulio Herrera Tito, si è recluso volontariamente, insieme a decine di fedeli, nella Chiesa La Fuente Viva, situata in calle Infanta, tra Santa Marta e Manglar. Si è subito scatenata un ridda di ipotesi per dare una spiegazione a un fatto insolito e l'attenzione dei media - soprattutto internazionali - è stata alta, per timore che si trattasse di un episodio politico, ma anche per la curiosità che un evento simile si fosse verificato a Cuba. La stampa e la televisione cubana ha dato la notizia solo in un secondo tempo, cercando di minimizzare l'accaduto e di non far trapelare troppe notizie.

Il parroco ha fatto sapere che i fedeli sono chiusi nel tempio per motivi religiosi, hanno tutto il necessario per sopravvivere e sono in contatto con le autorità cubane per qualsiasi emergenza. Tutto procede in piena normalità, si tratta soltanto di un momento di culto, da tempo atteso e organizzato dalla comunità religiosa. Nella Chiesa sono entrati medici e ispettori di polizia, per controllare che tutto proceda nel migliore dei modi. Fuori del tempio permane un apparato militare notevole e persistono le voci relative alla presenza di un gruppo di fedeli chiamato Asamblea de Dios, che avrebbe manifestato tendenze anticonformiste e non in linea con la dottrina politica dominante. Braulio Herrera Tito nega ogni cosa. Il ritiro spirituale non ha nessuna motivzione politica e soprattutto i fedeli non hanno niente a che vedere con associazioni non governative. Se restano dentro la Chiesa è solo "per obbedire alla volontà di Dio" e permarranno nel luogo sacro "sino a quando Dio lo vorrà". Si tratta di una tappa spirituale per realizzare il miglior dialogo possibile con Dio, un ritiro di preghiera  che la comunità ha deciso di condividere insieme al suo pastore. Nessun sequestro, quindi. Nessuna imposizione. Tutto è alla luce del sole e riguarda una pratica religiosa. Il ruolo del governo cubano, quindi, sarebbe solo di aiuto e sostegno alla volontà dei fedeli, senza interferire, ma per proteggere e tutelare. I fedeli che si trovano all'interno della Chiesa sono in contatto con i loro familiari, ma il parroco chiede che non venga interrotto il ritiro spirituale. 

Orlando Pardo Lazo ha pubblicato queste note sul blog Lunes de Post Revolucion, "per rispetto di tutti gli esseri umani rinchiusi da oltre 4 giorni all'interno di un cordone di polizia, sui quali sono state fatte illazioni di ogni tipo". 

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