di Flavio Scrucca
Tecnicamente si chiama “solare termodinamico”, ed il suo principio di funzionamento, in breve, è il seguente: un campo di specchi concentra l’energia solare su una superficie limitata, posta ad esempio sulla cima di una torre di un centinaio di metri di altezza, la quale trasferisce quella stessa energia ad un fluido termovettore (sali fusi) in grado di raggiungere temperature superiori ai 500°C; il fluido a tali temperature viene immagazzinato in appositi serbatoi ed è utilizzato per la produzione di energia elettrica tramite un ciclo termodinamico anche di notte o, comunque, in assenza di sole.
Per molti è la soluzione al grande problema di “intermittenza” legato all’energia solare, tanto che negli ultimi anni si è fatta molta ricerca su tale tecnologia, anche in Italia. Di sicuro questa forma di sfruttamento dell’energia solare è una soluzione tecnologica che può contribuire significativamente alla diversificazione delle fonti energetiche e alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica a livello globale. È di questi giorni la notizia (ANSA) che un impianto a concentrazione in Spagna (costruito da Torresol Energy) è riuscito a fornire energia per 24 ore consecutive.
Una notizia ottima, che può contribuire a dare speranze concrete anche all'economia sempre più in crisi di quei Paesi mediterranei che la Natura ha deciso di dotare in grande quantità di una risorsa grande ed inesauribile come il sole!
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