di Bianca Rita Cataldi
TRACCE PREZIOSE
Dalla giornata di ieri, i carabinieri della Scientifica del nucleo operativo stanno portando avanti le indagini all'interno dell'appartamento dove, secondo alcune indiscrezioni, sono state rinvenute tracce preziose per la risoluzione del caso. Al momento del ritrovamento dei cadaveri, i carabinieri hanno assistito ad uno scenario "da mattatoio": nella cameretta di Marcos Ramirez, dove i corpi sono stati rinvenuti, l'armadio era spalancato e i cassetti aperti, come se l'assassino avesse cercato qualcosa nella stanza prima di abbandonare il luogo del delitto. Anche in cucina, dove probabilmente l'aggressione ha avuto inizio, l'armadio in cui erano conservati gli utensili è stato trovato aperto: probabilmente è stato da lì che l'assassino ha prelevato l'arma del delitto, un coltello col quale ha inflitto ferite letali ai corpi delle vittime. Ritrovate anche le tracce di una colluttazione nel salottino.
Immediatamente dopo il ritrovamento, il marito della donna ha avvertito i soccorsi, che si sono però rivelati inutili a causa della profondità delle ferite.
Attualmente, le indagini proseguono nel tentativo di scoprire il movente del delitto e il volto dell'assassino. Sul fondo, un'unica certezza: le vittime conoscevano l'aggressore, poichè quest'ultimo è stato accolto nell'appartamento e la colluttazione ha avuto inizio solo in seguito, in cucina. Al vaglio degli investigatori anche le testimonianze fornite dal marito di Monica Gilse e dai parenti ascoltati.
Madre e figlio di origine ecuadoriana sono stati ritrovati in una pozza di sangue a Genova, nel loro appartamento in via Baldi Piovera. La donna ha aperto la porta al suo assassino.Genova si tinge di giallo: una giovane donna ecuadoriana, Monica Gilse (38 anni) e suo figlio Marcos Kleyner Ramirez (13) sono stati ritrovati senza vita in un lago di sangue nel loro appartamento di via Baldi Piovera. A fare la macabra scoperta è stato il marito di Monica e padre di Marcos, Pepe Ramirez, muratore, rientrato in casa verso le 18. L'uomo, insieme ad alcuni parenti, è stato interrogato come persona informata sui fatti.
TRACCE PREZIOSE
Dalla giornata di ieri, i carabinieri della Scientifica del nucleo operativo stanno portando avanti le indagini all'interno dell'appartamento dove, secondo alcune indiscrezioni, sono state rinvenute tracce preziose per la risoluzione del caso. Al momento del ritrovamento dei cadaveri, i carabinieri hanno assistito ad uno scenario "da mattatoio": nella cameretta di Marcos Ramirez, dove i corpi sono stati rinvenuti, l'armadio era spalancato e i cassetti aperti, come se l'assassino avesse cercato qualcosa nella stanza prima di abbandonare il luogo del delitto. Anche in cucina, dove probabilmente l'aggressione ha avuto inizio, l'armadio in cui erano conservati gli utensili è stato trovato aperto: probabilmente è stato da lì che l'assassino ha prelevato l'arma del delitto, un coltello col quale ha inflitto ferite letali ai corpi delle vittime. Ritrovate anche le tracce di una colluttazione nel salottino.
Immediatamente dopo il ritrovamento, il marito della donna ha avvertito i soccorsi, che si sono però rivelati inutili a causa della profondità delle ferite.
Attualmente, le indagini proseguono nel tentativo di scoprire il movente del delitto e il volto dell'assassino. Sul fondo, un'unica certezza: le vittime conoscevano l'aggressore, poichè quest'ultimo è stato accolto nell'appartamento e la colluttazione ha avuto inizio solo in seguito, in cucina. Al vaglio degli investigatori anche le testimonianze fornite dal marito di Monica Gilse e dai parenti ascoltati.
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