Parassiti sociali e democrazia

di Vincenzo Jacovino

Mai anni peggiori
di questi che noi viviamo,
nĆ© stagione piĆ¹ vile

qual ĆØ l’attuale sembra in grado o capace di coprir

di rossore la fronte asciutta italiana (R. Roversi)

dal momento che c’ĆØ una parte di societĆ  italica alla quale fa giovamento e piacere la iniquitĆ . Ma c’ĆØ vera democrazia in una societĆ  ove vien meno o manca del tutto ogni parvenza di isonomia? Se vien meno l’uguaglianza di fronte alla legge circa i doveri e i diritti, quale democrazia ĆØ mai in atto? Una parte della nostra societĆ , specie quella che opera nelle istituzioni, non dovrebbe indignarsi e/o contestare azioni tendenti ad un possibile riequilibrio equitativo perchĆ© non c’ĆØ libertĆ  senza uguaglianza. Questo, perĆ², ĆØ accaduto.
La ricchezza alimentata con i soldi che sono di tutti e ottenuta violando le leggi non ĆØ certo una risorsa per il paese, anzi essa crea solo ed esclusivamente conflitto sociale perchĆ© genera una condizione di impoverimento generale a causa dell’improprio arricchimento di pochi o pochissimi. PerchĆ©, allora gridare allo scandalo se si effettuano azioni tendenti al ritorno del rispetto delle leggi e al senso di giustizia?
Sono interrogativi che hanno affollato la mente di molti cittadini che normalmente rispettano le leggi anche quelle che intimamente pensano non del tutto congrue perchĆ© son proprio queste ultime a scaricare tutto il peso su i soliti noti. Se “le tasse – secondo Thomas Hobbes e piĆ¹ volte ricordato da altri auto- revoli commentatori – sono per lo stato ciĆ² che il sangue ĆØ per il corpo: la vita” perchĆ© non cercare e adottare le vie piĆ¹ autorevoli per costringere e convincere i
matricolati furbacchioni (nonna docet) a dare ciĆ² che hanno tolto, frodando, allo stato? E’ un interrogativo legittimo perchĆ© frode e illecito generano impoverimento e poichĆ© l’impoverimento riguarda l’intera societĆ  nazionale le azioni di salva-guardia della pace sociale dovrebbero anche avvenire sul recupero di un arricchi-mento improprio la cui origine e implementazione si fonda sempre sull’illegalitĆ .
Ora mentre si abbattono sulle spalle della maggioranza dei cittadini

incubi, oscuritĆ , strazianti segni,
sul rosso corallo dei pensieri
ciĆ² che ieri era luce oggi

ĆØ

fatica di vivere (R. Roversi)

e tutto per strappare dalle fauci, dai denti
aguzzi dell’irsuta bestia
un pezzo di pane, un alimento (N. Vapzarov)

i matricolati furbacchioni, invece, trovano sempre dei validi anzi validissimi di-
fensori la cui unica funzione, ieri ma ancora piĆ¹ oggi, ĆØ quella di coprire e mascherare il malaffare implementando, cosƬ, lo sciame dei parassiti sociali.
La democrazia vive e si radica, purtroppo, solo se si disperde lo sciame parassitario altrimenti ĆØ destinata, inesorabilmente, a morire.

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