Dell'insostenibilità e sostenibilità delle grandi opere d'architettura contemporanea/2

Isabella Guarini
Dell'insostenibilità e sostenibilità delle grandi opere d'architettura contemporanea/2

Nel mio precedente scritto, sulla "sostenibilità e insostenibilità" dell’architettura contemporanea  avevo introdotto la questione dei grandi eventi che lasciano in eredità strutture non più necessarie e onerose da gestire. La tecnologia, invece, offre ampia flessibilità di realizzazione in ragione dell’uso richiesto. Le strutture realizzate per le Olimpiadi di Londra 2012 rappresentano una svolta e una continuità. Una svolta nel senso che lo stadio è stato pensato per essere adeguato ai bisogni reali dopo le Olimpiadi, una continuità rispetto alla tradizione del Palazzo di Cristallo della prima Esposizione Universale di Londra, in quanto  a flessibilità e componibilità come  la BasketBall Arena di Londra 2012, una struttura d’acciaio, temporanea facilmente smontabile e riutilizzabile in altri luoghi con vantaggi economici e ambientali.





Altre strutture  per le Olimpiadi 2012, progettate per essere permanenti costituiscono esempi di utilizzazione delle tecnologie a  basso impatto ambientale. L’Aquatic Centre, progettato da Zaha Hadid comprende due piscine, una da 50mt e una da 25 dedicata ai tuffi dotate d’impianto di riciclo dell’acqua









Il Velodrome , progettato da Hopkins Archietects è rivestito in legno di cedro rosso, canadese con strategici lucernari  e vetrate per ridurre la necessità d’illuminazzione e ventilazione artificiali eed è dotato di sistemi di risparmio idrico e rfaccolta delle acque piovane





 Certo, queste realizzazioni sono spettacolari e dimostrano il livello quasi assoluto raggiunto dalla tecnologia. Tuttavia sul piano  delle relazioni con il contesto la situazione appare paradossslamente insostenibile. Infatti, il limite di queste creazioni è  di essere formalmente chiuse in sé, come monadi senza    relazione con il paesaggio  preesistente  per cui la temporaneità è il migliore dei requisiti che possano offrire oltre a quelli  dell’alta tecnologia e della sostenibilità ambientale.






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