di Gordiano Lupi
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Per la prima volta un documento unitario
Democrazia civica per un’altra Cuba
Alcuni dissidenti cubani hanno firmato un documento unitario che chiede a Raúl Castro di ratificare gli accordi sui diritti civili e politici dell’ONU, firmati nel 2008, per dare impulso a una campagna di diffusione nella società civile.
Il progetto, denominato Democrazia Civica per un’altra Cuba, è stato scritto l’11 giugno all’Avana e pubblicato nel sito Internet porotracuba.wordpress.com. Due settimane dopo è stato consegnato formalmente all’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (ANPP).
“Il progetto cerca di creare reti sociali basandosi sull’idea che i cittadini possano chiedere al governo di ratificare i patti delle Nazioni Unite”, ha detto il giornalista indipendente Julio Aliaga. “Per noi è un modo per mobilitare la cittadinanza ma è anche un esercizio pratico di democrazia partecipativa”.
Tra i firmatari: Guillermo Fariñas, Premio Sacharov del Parlamento Europeo 2010, e y José Daniel Ferrer GarcÃa, portavoce dell’Unione Patriottica di Cuba (UNPACU). Tra gli altri aderenti ricordiamo lo scrittore Raúl Rivero, l’avvocato Wilfredo VallÃn, dell’Associazione Giuridica di Cuba, e il giornalista Reinaldo Escobar (marito di Yoani Sánchez).
La campagna ha messo in allerta il governo cubano. Due settimane fa la polizia ha arrestato tre dissidenti che diffondevano volantini in una strada dell’Avana. Diversi attivisti consultati da El Nuevo Herald hanno detto che l’iniziativa ha provocato una serie di perquisizioni in diverse case dell’Isola.
Molti gli arresti, eseguiti con la solita tecnica della detenzione breve. Reclusi nove attivisti del Foro Antitotalitario Unito (FANTU), a Santa Clara, fermati mentre distribuivano la petizione. In totale si parla di 521 detenzioni di breve durata, per motivi politici, contro membri della dissidenza interna.
Wilfredo VallÃn ha detto che il governo cubano deve trovare una soluzione civile alla vicenda. “ I cittadini hanno diritto a presentare petizioni e rimostranze. Noi vogliamo fare una cosa trasparente e legale”, ha concluso.
Il documento è stato firmato da oltre 1.000 cittadini, che vivono dentro l’Isola e all’estero. Il numero è modesto, ma visto che i cubani devono fare i conti con un sistema dittatoriale, è importante.
“Il nostro è un malessere profondo per la crisi che viviamo e per l’evidente incapacità del governo a realizzare cambiamenti di fondo. Per questo chiediamo di prendere in considerazione le nostre soluzioni”, afferma uno dei punti del documento. Siamo decisi a non accettare il silenzio istituzionale come risposta. Il governo deve ratificare i patti menzionati”.
“Adesso abbiamo un gruppo unito che coordinerà le azioni per risolvere il problema dei diritti umani”, ha concluso Reinaldo Escobar.
La cosa più importante è che – forse per la prima volta nella storia – la dissidenza cubana si trova unita e concorde davanti a un documento programmatico.
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