LA SCUOLA DEGLI ALTRI

LA NOSTRA ROSA MAURO CI ACCOMPAGNA ALLA FINE DELL'ANNO SCOLASTICO SU DELLE CONSIDERAZIONI SULLA SCUOLA E L'INCLUSIONE DEI BAMBINI AUTISTICI.
BUONA LETTURA E MEDITIAMO SUL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO
nadia
La scuola degli altri

Ci sono argomenti dai quali, anche volendo, non ci si può tirare indietro.
Perchè farlo può voler dire fare vincere i benpensanti del facile capro espiatorio, i teorici che predicano senza uscire dai loro studi, gli ipocriti.
Uno di questi argomenti è tornato alla ribalta in questi giorni, ed è quello dei problemi delle scuole nei confronti dei ragazzi disabili, in particolar modo quelli autistici.
I maltrattamenti ad un ragazzo autistico hanno alzato il solito polverone, che, una volta esaurito, spesso lascia per terra, come cadaveri fumanti, sempre e solo quelli degli insegnanti di sostegno e della mancata inclusione della scuola.ve lo dico subito: in questo articolo intendo essere impopolare, e dire qualcosa che a molti benpensanti può decisamente dispiacere.
La colpa non è degli insegnanti di sostegno, o perlomeno, non è solo loro.
E non è nemmeno colpa dell'inclusione perché l'inclusione, come la intendono certi volenterosi personaggi, non è possibile.
Lo dico basandomi sulla mia esperienza di mamma di un ragazzo autistico: tenere un ragazzo autistico per tutte le ore della scuola nelle classi non è possibile.
E non per colpa degli altri, ma per una necessità del ragazzo stesso.
La condizione di autismo necessita di soddisfare delle esigenze, che non prevedono, per essere attuate, la permanenza in classe per cinque ore di seguito.
E se un ragazzo autistico non è soddisfatto, diventa incontrollabile.
Mio figlio ha bisogno di uscire, di riposare ascoltando musica, e di essere difeso dallo stress che il continuo contatto con gli altri e la continua esigenza di decodificare il comportamento sociale gli procurano.
Per questo esistono le aule di sostegno.
Anzi dovrebbero esistere, perché, allo stato attuale, tali aule sono spazi vuoti, privi delle necessarie attrezzature per costituire davvero una risorsa per i ragazzi con problemi relazionali.
E volete sapere il motivo? E’ presto detto: nonostante la sbandierata inclusione, e la buona volontà dei PEI, una scuola per i ragazzi autistici, e più in generale per i cognitivo-relazionali, semplicemente, non esiste.
La scuola, la nostra scuola, per come è strutturata, è la scuola degli altri, i nostri figli, i ragazzi autistici, vengono da essa tollerati, a volte anche mal tollerati come purtroppo è successo ultimamente, e basta.
Che diamine di inclusione è quella dove un ragazzo non apprende ciò che lo farebbe crescere ed evolvere?
Che razza di inclusione è quella dove i compiti dei ragazzi non fanno media nazionale, essendo esclusi dalle prove invalsi?
Sapete cosa prova questa non inclusione? La colpevolezza del ministero dell’istruzione nel realizzare programmi che includano gli alunni diversi.
Includere un ragazzo autistico, che non sia un savant con il bernoccolo della matematica, nelle equazioni algebriche non è includere, è come obbligare uno di noi a camminare sul filo.
E costringerlo a stare in classe durante quelle ore ottiene solo lo scopo di irritarlo, o peggio.
Ma quali sono le alternative? un parcheggio in qualche spazio vuoto, visto che non si prevede di sviluppare le sue qualità.
MIo figlio è molto bravo a recitare, ma anche ad aiutare gli altri , fare piccoli servizi, mettere a posto le cose.. ma qualcuno gli insegna forse a sviluppare le sue qualità? No, deve imparare a leggere e scrivere, mondo che per lui è appunto, astruso come per noi camminare sul fuoco.

E lui è un fortunato: la sua assistente tiflodidattica è una psicologa che lo segue da anni, ed alcuni docenti curricolari , come la sua prof di italiano, trovano quelle alternative che, a livello istituzionale, non esistono.
Perché, cari i miei docenti curricolari, la colpa è mica solo del sostegno se le cose non vanno.
Certo che un ragazzo autistico non può stare attento per tutta l’ora, ma questo mica vi autorizza, come nel caso di un’altra docente di mio figlio, a cacciarlo fuori appena entrate in classe!
E VOI  pensate di non essere come chi lo picchia?
Esistono molti modi di fare del male, picchiare e urlare è solo uno, ma il vostro non è migliore.
Oh, ma come ci indigniamo quando uno di questi ragazzi viene picchiato o insultato dalle maestre cattive!
Se invece un prof della classe non vuole vedere il ragazzo problematico nemmeno in cartolina, nessuno fiata!
E’ nel suo diritto da bravo nazista di stato, deve finire i suoi programmmi, che non includono nulla di alternativo per i ragazzi diversi, devono rispondere alla sacra Invalsi, che non conteggia i test di mio figlio!
Lungi da me dal difendere quelle insegnanti, signori, ma sapete quanti schiaffi riceve mio figlio dai genitori dei suoi compagni normali?
Due anni che siamo in scuola, nemmeno una telefonata, non un invito ad una festa, o ad una merenda, e se i ragazzi incrociano mio figlio nel centro commerciale, i genitori tirano via il ragazzo prima che possa salutare Giovanni.
Oh, però, non gli danno in pubblico dell'animale, ma si comportano come se fosse tale.
In chiesa, davanti ad un Giovanni esaltato dall'eco, un prete gli ha fatto il segno della croce, come se volesse esorcizzarlo.. questi non sono schiaffi?
Questi non sono insulti?
Costringerli in una scuola che non è per loro, solo per non sforzarsi di prevedere, che so, laboratori differenziati, scuole di giardinaggio, musica, realtà alternative alla letto scrittura ed alla matematica come le intendiamo noi, il mondo della maggioranza, non è relegarli ad un ruolo di membri sociali senza diritti?
A quale mondo li prepariamo? E, sopratutto, li vogliamo davvero nel mondo?
Purché non salti fuori la maestra nervosa che ci mostra in video che anche un autistico può soffrire..
Che bello, ogni tanto, qualche maestra matta sulla quale riversare tutto il vostro buonismo !
Che bello per lo stato, pensare che sia questo il problema, e non la impreparazione degli insegnanti, e non la mancanza di fondi che non permette alle scuole di avere l'attrezzatura!
Non idignamoci per quegli schiaffi reali, tiriamoci su le maniche per creare finalmente un mondo a misura anche dei ragazzi autistici, questo esercito silenzioso che invade le scuole di ogni ordine e grado, trattato come se avesse una invisibile stella di davide sul tetto.
Politici, scuola, genitori: per non vedere mai più quegli schiaffi dobbiamo impegnarci tutti e sopratutto vedere i ragazzi per quello che sono: I FIGLI DI TUTTI, RAGAZZI CHE HANNO DIRITTO AD UN FUTURO COME GLI ALTRI.
E si comincia dalla scuola, ma per davvero. E senza bisogno di telecamere dei carabinieri!

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