Silver CoHousing – CoAbitazione Argentata

di Alessandro De Sanctis 
Ho provato a tradurre in maniera abbastanza libera il titolo del convegno promosso dall’Inarch (Istituto nazionale di architettura) presso la sede dell’Acer pochi giorni fa.
Il CoHousing, CoAbitazione, si basa sulla condivisione di alcuni spazi abitativi (ad esempio soggiorni o terrazze) e su alcuni locali tecnici o di servizio e dei relativi impianti (cucine, lavanderie), ma anche su una comune visione.
La condivisione può portare a maggiore socialità, rapporti umani, ma anche mutuo aiuto, risparmi considerevoli, sia a livello personale che globale.
Il discorso può essere allargato ai concetti di solidarietà, scambio materiale e lavorativo, banca del tempo, baratto, dono (conoscete il sito Barattopolis?), transizione, resilienza, riappropriazione dei saperi e del proprio tempo, la società liquida di Bauman in cui si focalizza il concetto della mercificazione, tutto è denaro, anche i rapporti umani sono possibile merce (vedi le amicizie di facebook, i propri dati, i beni fondamentali). 
Sandro Polci, uno degli oratori, il quale ha curato il rapporto Condivisione residenziale. Il «silver cohousing» per la qualità urbana e sociale in terza età, ci illustra la situazione della terza età in Italia, in cui 5 milioni di pensionati percepiscono meno di mille euro al mese e spendono l’ottanta per cento per la casa e per le bollette, abitano spesso in case di cento metri quadri o più, da soli, o in due, e spesso non se lo possono più permettere, si potrebbe quindi pensare ad un’operazione di ridefinizione degli spazi interni volta a ridurre le superfici condividendo quegli ambienti meno intimi che possono anche aiutare a combattere la solitudine e sostenersi con le reciproche capacità e qualità, che forse da soli col tempo in parte si dimenticano.
Il fenomeno degli anziani soli, con la badante, è il classico esempio di abbandono virtuale da parte degli amici, della famiglia, è pure vero che la terza età è molto varia al suo interno, 70 80 90 anni?, e poi dipende dallo stato di salute, fisico e psicologico.
 
La Professoressa Luisa Bartorelli, geriatra, ci mostra l’anziana certificata più longeva, una signora di 123 anni, ci spiega anche un dato impressionante, nel 1995 gli ottantenni hanno superato i ventenni, e la tendenza è continua fino ad oggi e proseguirà, il tema di una fascia di anziani così importante è di primaria importanza ed urgenza.
Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, interviene con una nota dubbiosa, e si chiede se prevedere ambienti mirati ad una sola fascia di età non sia un errore, o se non sia meglio mischiare le tipologie, così come si fa (mia nota), o come si dovrebbe fare, con le persone con fasce di reddito differenti. Creare centri monoetà potrebbe indebolire il gruppo in questione, mettendo, cito Dezza, a confronto due o più rigidità. La risposta dei promotori del convegno, (tra cui l’Associazione SM Gianfranco Imperatori onlus), è che l’unione di simili con caratteristiche, bisogni, desideri è più vantaggiosa, economica e naturale.
Potrebbe esserci, forse, una via di mezzo, creare piccoli gruppi di simile età, cosiddetta avanzata, che si rafforzano con l’unione e la condivisione, ma adiacenti ad altre tipologie di individui e famiglie, così da equilibrare maggiormente l’ambiente sociale e umano interessato dalla convivenza.
 
Luca Rigoni architetto, ci presenta il suo progetto di cohousing Ecosol a Fidenza (in questo caso non Silver, cioè non mirato esclusivamente ad anziani), il bio-edificio è classificato in classe (energetica) A, in cui una serie di appartamenti di vario taglio si affiancano a spazi e servizi comuni come un grande salone (isolato con naturalissima paglia) al piano terra, e poi dispensa e cucina comune sempre al piano terra, al primo piano, vicino agli alloggi classici (tutti con soggiorno orientato giustamente a sud), abbiamo un alloggio sociale per prevenire momenti critici, e un ufficio per mischiare anche le funzioni, il tutto è servito da un ballatoio, che riprende la tipologia classica della zona, e che pare venga usato molto come luogo di socializzazione e incontro.
Tutte le decisioni vengono prese tramite consenso, Rigoni ci spiega (e gli crediamo) che è più lungo da ottenere ma rispetto alla decisione a maggioranza si ottengono migliori risultati e crea un ambiente più sereno. La partecipazione quindi è un fattore fondamentale per coabitare, avere chiaramente una visione della vita comune, o almeno vicina, e infatti si parla anche di Carta d’Intenti e Patto di Fiducia.
Oltre agli spazi si dividono anche servizi collettivi e scelte economiche e decisionali, con un controllo anche sulla progettazione e la costruzione.
 
l'immagine è estratta dal frontespizio del convegno:
Il silver cohousing per la qualità urbana e sociale della vita in terza età
Favorire forme di condivisione e riqualificazione immobiliare
Rapporto dell' Associazione SM Gianfranco Imperatori Onlus
 

 

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