di Alessandro De Sanctis
La
progettazione sostenibile è al centro delle attività del settore
delle costruzioni. Ecco alcune considerazioni in merito agli
argomenti delle smart city, della bioarchitettura e delle energie
rinnovabili che è sempre utile ricordare per evitare di fare
confusione.
Le
energie rinnovabili e il risparmio energetico non sono
esclusivamente(e principalmente) fotovoltaico, solare termico e
domotica.
La
bioarchitettura non è esclusivamente (e principalmente)
fotovoltaico, solare termico e domotica.
Le
smart city non si fanno esclusivamente (e principalmente) con
fotovoltaico, solare termico e domotica.
Tutto
ciò che è elettronica, apparecchiature altamente tecnologiche e
affini, compresi gli ultimi ritrovati innovativi, che al momento
sembrano la soluzione di tutti i problemi della terra, è anche
altamente obsolescente, volutamente deperibile e difficilmente
riparabile, nonché smaltibile.
L’esempio
classico è quello dei computer e dei relativi programmi, i quali si
combattono in velocità di cambiamento più che in durata, i tempi di
durata di un supporto di memoria o di un sistema operativo sono
sempre più brevi, tutto deve essere ricomprato rapidamente,
difficilmente le nostre macchine (di qualsiasi tipo) possono essere
riparate, la frase tipica è: “ti costa più che ricomprarlo”!
Puntare
tutto sul fotovoltaico o altri sistemi tecnologici raffinati è un
rischio, oltreché costoso, progettare una parete con integrato un
sistema di fotovoltaico e isolante trasparente potrebbe essere
difficilmente smaltibile e sostituibile in caso di inefficienza o
vetustà.
Aver
puntato solo su quello poi non permette di raggiungere livelli
energetici e micro climatici ottimali a meno che non si spendano vere
fortune.
È
come se d’inverno ci mettessimo all’ ombra, nudi, invece che al
sole con un bel cappotto con cappuccio e sciarpa, però poi ci
portiamo la stufetta a pile solari o nucleari! Il risparmio
energetico si fa innanzitutto non edificando, ma dove possibile
riqualificando,
rigenerando, riefficientando energeticamente gli edifici.
Il
vero problema in questo caso è il costo, e chi ci mette i soldi. In
alcuni casi conviene demolire e
ricostruire in maniera appropriata.
Bioarchitettura
o architettura bioecologica vuol
dire quindi realizzare, dove non sia possibile recuperare, edifici o
tessuti edilizi che non creino sprawl urbano, ovvero espansione a
macchia d’olio e distruzione di suolo, e quindi realizzare
interventi di medie dimensioni; non è più possibile coprire la
terra di quartieri di finte villette campagnole, compromettendo il
paesaggio.
L’edificio
o gli edifici devono essere posizionati in posizioni abbastanza
soleggiate (questo del soleggiamento
varia
però a seconda della latitudine) ma non eccessivamente ventose,
lontane da campi elettromagnetici e fonti d’inquinamento di ogni
genere.
L’edificio
deve essere realizzato in maniera per lo più compatta per evitare
le dispersioni termiche, dovrebbe
essere orientato con gli ambienti di soggiorno per lo più a sud per
poter captare il potere calorico del sole invernale, i raggi del sole
in quella stagione sono bassi all'orizzonte ed entrano facilmente
attraverso le finestre. D’estate invece, il sole, nelle ore più
calde, su una facciata esposta a sud , non penetra perché è molto
alto e quindi basta un piccolo sporto fisso e una tenda esterna
mobile per le ore e le stagioni intermedie per impedirne l’ingresso.
Le
facciate a ovest sono quelle più a rischio calore l’estate e a
primavera, quindi andranno sistemati ambienti non utilizzati la notte
(se non bene isolato lo sfasamento termico porterebbe il
calore in quegli ambienti nelle ore notturne, dato che è la facciata
colpita per ultima dai raggi solari estivi).
Le
pareti esterne devono
essere ben isolate dal freddo e dal caldo, avere però anche una
buona
massa termica per
assorbire il forte irraggiamento delle stagioni calde e attenuarne la
temperatura risultante all’interno in modo significativo, lo
sfasamento
è
invece il ritardo con cui l’onda termica arriva all’interno, più
smorzata possibile, più tardi arriva, più si sarà abbassata la
temperatura esterna e quindi le temperature non si sommano creando
ambienti soffocanti.
Gli
isolanti non sono tutti uguali, il
polistirolo ha un medio-buon potere isolante dal freddo, ma non dal
caldo visto che non ha una buona massa termica (la densità del
materiale, più è alta più assorbe calore senza rilasciarlo),
inoltre è un materiale che non permette l’assorbimento e il
passaggio naturale dell’umidità, non è quindi igroscopico, crea
una barriera inefficiente al "respiro" della casa.
Una
parete igroscopica, realizzata quindi con materiali di origine
vegetale o animale (legno, isolanti naturali come fibra di legno,
canapa, lana di pecora e simili) e con intonaci a base di calce
permette l’assorbimento dell’umidità degli ambienti interni nei
momenti di eccesso e il suo rilascio quando l’ambiente è più
secco.
Ricapitolando
Recupero
o demolizione ricostruzione come prima scelta.
Scelta
di interventi per lo più compatti e di medie dimensioni (evitare le
piccole dimensioni seriali che creano consumo di suolo).
Corretto
posizionamento ambientale e orientamento a sud degli ambienti di
soggiorno.
Soluzioni
pressocchè compatte per evitare le dispersioni.
Permettere
la massima penetrazione solare d’inverno e la massima protezione
nelle stagioni e fasce orarie calde (le tende si mettono fuori!
Magari con un anemometro per evitare che si rompano col vento
eccessivo).
Realizzare
pareti perimetrali possibilmente massicce, con un buon isolamento e
una buona massa termica, tenere presente Trasmittanza, Sfasamento,
Smorzamento.
Utilizzare
materiali igroscopici e possibilmente naturali (legno, fibre di
legno, isolanti naturali e animali, intonaci e pitture a calce o
simili, laterizi porizzati..).
Utilizzo
di essenze arboree e arbustive per gli esterni e riduzione al minimo
delle coperture impermeabili dei suoli (conservazione dell’umidità
dei terreni e delle falde e maggiore umidità e freschezza
dell’intorno)
E'
comprensibile quanto, tutte queste indicazioni hanno ricadute sia
locali sul microclima e sul benessere dell'abitare, che a livello
globale grazie alle minori emissioni degli impianti e al minor
consumo di combustibili fossili necessari a produrre materiali
artificiali.
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