All is full of art


Giuseppe Gavazza


All is full of art

Leggo nella prefazione di Roger Manley alla mostra Art Without Artists, Gregg Museum of Arts & Design, Raleigh, North Carolina, USA, settembre-dicembre 2012: http://www.ncsu.edu/gregg/exhibitions1213.html

“ …. rocks, snapshots, farm implements, industrial artifacts and other objects (…) gathered for Art Without Artists. Ideally after viewing them the alert and perceptive visitor may discover that the world outside the gallery seems to offer more frequent opportunities to experience art, too.

Ad incipit del catalogo si legge l'asserzione di Calvin Tomkins:

What's art ? … it could be anything at all

Nella prefazione, a proposito del ben noto Fountain di Duchamp, si legge :

He took an article of life, placed it so that its useful significance disappeared …. [and] 
created a new though for the object

Cito a memoria una frase di John Cage : “Molte persone dicono :”Se questa é musica, allora posso farla anche io; poi però non la fanno””.

Mi ha sempre colpito la sottile incongruenza di chi, indignato, nega lo statuto d'oggetti d'arte - ad esempio Рalla vista di sassi sul pavimento di una galleria d'arte o all'ascolto della registrazione di suoni industriali in una sala di concerto. Mi ̩ sempre sembrato che proprio l'indignazione rivelasse invece il pieno riconoscimento di oggetti d'arte: nessuno s'indigna vedendo sassi su una strada o ascoltando i suoni industriali in una fabbrica o come colonna sonora di un film.

Per quanto mi riguarda sono in sostanza d'accordo con chi dice : “Se questa é arte allora non ho bisogno di venire in un museo o in una sala da concerto per goderla”. Però rovescio il segno in positivo e percepisco (guardo, ascolto e non solo) il mondo con la mente di chi é in una infinita e sempre nuova galleria d'arte o sala da concerto.
In questo dico grazie all'arte e agli artisti che condividono il mio stesso tempo: ho imparato a percepire il mondo come grande concerto ed esposizione d'arte. E questo é stato possibile solo grazie ai musei e alle sale da concerto dove ho avuto occasione di ascoltare suoni che “non erano musica” e vedere oggetti che “non erano arte”.
Nulla di nuovo sotto il sole, é una vecchia storia che si ripete.


4 Commenti

  1. assolutamente indispensabile questo tuo intervento Giuseppe. Permettimi di sottolineare che hai imparato bene anche a stimolare la mente con la scrittura, in Ears Wide Shut, una rubrica che "non parla di musica, ma la lascia percepire"

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  2. Profondo, bello, da leggere e far leggere, grazie

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