PICCOLE GRANDI BATTAGLIE



DA ROSA MAURO L'ULTIMA NOVITA'
Piccole grandi battaglie

Nella battaglia sulla accesso per tutti al bene pubblico non esistono battaglie troppo piccole.
Sono sempre stata di questa idea, e lo sono ancora di più ora, perché le due battaglie vinte nel mio municipio romano sono la conferma che non sempre la burocrazia ha la meglio sui diritti e che a volte, se ci si mette la faccia, si rischia perfino di ottenerli, quei diritti.
Tra Aprile e Maggio un incidente ha permesso di dare l’avvio alla prima battaglia: avevo da poco lo scooter per una mobilità più agevole e volevo provarlo , ovviamente vicino casa.
Mi era venuta a trovare un’amica, Ada Nardin, e ho deciso di andare con lei al parco vicino casa, su via Cornelia.
Da premettere che io sono ipovedente, mentre questa mia amica è nella categoria luce / ombra.
siamo dunque uscite, lei con il bastone, io con lo scooter, con l’intenzione di fare la più tranquilla delle passeggiate.
Arrivate al parco, abbiamo preso la rampa e ci siamo dirette verso gli alberi, attraversando un piccolo spiazzo cementato.. e qui è cascato l’asino.. il gradino che dallo spazio accedeva alla parte con gli alberi era troppo alto e, una volta sceso, non c’era verso di risalirlo!
Da sottolineare che sia io sia lei, manchiamo di senso di profondità, ed oltretutto non ci aspettavamo tale inaccessibilità… per cui, siamo andate avanti, fiduciose che ci fosse una via di uscita alternativa.. macchè, siamo finite in uno spiazzo con la ghiaia, impossibile da risalire con lo scooter che si era letteralmente insabbiato, anzi.. inghiaiato!
Al parco nessuno poteva aiutarci, era vuoto a parte due signore che , abbiamo scoperto interpellandole visto che siam cieche e non sorde, erano troppo impegnate a farsi dei selfie per aiutare.
Abbiamo quindi deciso di interpellare polizia municipale e vigili del fuoco.
Sono stati questi ultimi, intervenuti insieme alla polizia municipale, a liberarmi da tale situazione..
Una volta tornata a casa, ho pensato che era intollerabile che l’unico spazio verde della mia zona fosse inaccessibile, ed ho cominciato a scrivere al municipio, per cambiare le cose.
Forte dell’incidente, del verbale della polizia, e della mia faccia tosta, sono anche andata di persona a chiedere che il parco fosse un luogo accessibile per tutti.
Poi, ho mandato la mail , pazientemente, agli indirizzi possibili, compreso il presidente del municipio.
Il parco è rimasto chiuso per un poco e io mi sono chiesta se qualcosa si stesse muovendo..
L’altro giorno, ci sono tornata con mio marito, decisamente scettico sul fatto che mi avessero ascoltata..
Per lui, le mail che mi avevano mandato erano un puro esercizio retorico, ma non avrebbero fatto nulla.
Ebbene, si sbagliava: il municipio XVIII ha reso accessibile tutto il parco, con rampe e rimuovendo parte della ghiaia in modo che ci si possa girare tranquillamente con sedia a rotelle, scooter e quant’altro.
Nel mentre, io avevo iniziato un’altra battaglia: quella per rendere vocali le postazioni informatiche della biblioteca di zona.
Anche là, ci sono andata personalmente, per spiegare che un team aveva realizzato uno screen reader gratuito che poteva essere montato sulle postazioni a costo zero.
Si tratta di NVDA ed è open source, quindi gratuitamente distribuito su internet.
Ho fatto prendere un appunto, e la biblioteca ha informato la sede centrale.
Sono tornata alla biblioteca, che mi ha detto di averlo fatto presente, ma meglio che ci fosse un nome di un utente dietro tale richiesta: detto, fatto.
Ho scritto alla rete delle biblioteche Roma per tre volte, ed alla fine non solo le sintesi sono state montate, ma saranno probabilmente installate anche nel resto delle biblioteche di Roma.
Prima della mia protesta, solo due delle biblioteche avevano postazioni accessibili, dotate certo di più strutture come stampante braille e sintesi migliore, ma così costose che non era possibile adeguare le altre.
Così invece, presto, ogni disabile visivo avrà almeno una postazione multimediale accessibile nel suo territorio!
In questi tempi cupi, in cui sembra che la grande politica non ci ascolti, queste due piccole vittorie ricordano che dietro la conquista dei diritti ci deve essere battaglia ed impegno personale, che non si è e non si deve pensare di essere impotenti di fronte al bene pubblico.
Esso è nostro di diritto, e dietro la sua gestione non ci sono solo carte, ma persone: che possono essere contattate, con cui parlare e farsi ascoltare.
Forse è il caso di cominciare ad uscire dal grande alibi delle associazioni, dal “ ci sono persone più importanti di me che devono occuparsi di questo”.
Le realtà in cui viviamo sono nostre, e siamo noi a dover combattere per farne realtà di tutti, e non solo di alcuni, e lasciare il mondo un tantino migliore non è compito di altri, ma nostro.
La comunità è formata da ognuno di noi, non da anonime persone ma da indennità che hanno un nome, un cognome e realtà da fare conoscere.
Sopratutto questo è vero per noi disabili, visti spesso come categorie e non come individui, paratleti o casi da compatire, e non persone comuni che vivono e si muovono in uno spazio sociale che ci appartiene.
Uscire, fare la spesa, recarsi al parco o nella biblioteca, sono gesti che ci accomunano e dovrebbero accomunarci senza barriere e senza ostacoli, ma solo facendo informazione capillare, ed insistendo per cambiare la mentalità del diverso si possono ottener risultati.
Non arrendiamoci, e oltre alle battaglie, alla fine, potremmo anche vincere la guerra!

Rosa Mauro

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