di Rosa Mauro
Il mio primo ricordo è legato al mare. E' un ricordo colorato e
quasi fiabesco, delle mie gambe che si muovono verso le onde. Sembra che abbia
camminato per la prima volta sulla sabbia, a nove mesi.
Che strano, ora non vado molto al mare, a dire il vero, però mi
chiedo se mi piacerebbe che una bambina, in un futuro, camminasse in una pozza
di petrolio.
Perchè è questo che si rischia se non si cominciano a mettere
dei paletti, come quello di dire NO alle concessioni fino all'esaurimento del
giacimento.
I prossimi bambini che cammineranno verso questo immenso dono
della natura, che nessuno ha creato e nessuno dovrebbe avere il potere di
distruggere, potrebbero farlo in un mare che non è più tale.
L'Italia non è certo povera di possibili fonti alternative di
energia, e non parliamo soltanto di energia solare, ma anche eolica ed
idroelettrica. Ma è purtroppo tra le meno attive nell'utilizzarle, sia a
livello privato sia come investimenti per l'energia pubblica.
Questo referendum popolare potrebbe essere la spinta giusta per
fornire nuovo impulso ad incentivare energia pulita ed ecosostenibile.
Anche per costruire queste centrali e manutenzionarle serve
personale, che non mi si venisse a dire che si lasciano aperte le trivelle per
creare posti di lavoro.
Credo che anche chi lavora in questi posti un domani vorrebbe
poter mangiare pesce, nuotare e vivere sulla riva del mare senza rischi per la
sua salute.
Altrove, catastrofi come
perdite di greggio e incidenti sulle piattaforme hanno già mostrato il loro
viso spietato, uccidendo il mare e i suoi abitanti. Se il mare muore, morirà la
vita sulla terra, questo è stato dimostrato da più di uno scienziato, e non
solo per via del cambiamento delle correnti oceaniche, ma per il blocco
dell'intero ecosistema, che dipende dall'equilibrio terra/ acqua.
E noi forse possiamo fare un piccolo passo per impedirlo, e
ricordatevi, anche il passo di un bambino conta, per aiutare il pianeta ad
avere un futuro.
Andiamo dunque a votare il 17 Aprile, e diciamo si per
permettere al nostro mondo, ed al mare da cui tutti proveniamo, di sopravvivere
e di non essere considerato, ahimè come molte delle risorse naturali che ci
siamo ritrovati gratuitamente, soltanto merce per multinazionali senza
scrupoli!
Prendere una immensa risorsa come il mare e ridurlo alla scoria
della nostra società industriale è il simbolo del nostro inconscio desiderio di
autodistruggerci insieme al nostro pianeta, e della nostra incapacità di vedere
al di là del nostro naso.
Sorprendiamo tutti facendo la scelta giusta e come priorità,
domenica, non mettiamo quella di andare al mare.
Ma di salvarlo.
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