Il nostro Sauro Sassi inviato speciale alle prese con le nuove mostre a Milano ci segnala:
SUGGERIMENTI
ECCENTRICI PER UNA GITA D’ARTE A MILANO
Milano, oltre che capitale economica
e finanziaria d’Italia, è una città di enorme interesse per la ricchezza del
suo patrimonio artistico e culturale, e per la vivacità di un’offerta che si
rinnova continuamente e che investe sia soggetti pubblici che privati. In
questo periodo l’offerta artistica si incentra sulle grandi mostre di Palazzo Reale: “Rubens e la nascita del Barocco”; “Escher”; “Hokusai Hirosige
Utamaro”; Arnaldo Pomodoro”, grande omaggio allo scultore
in occasione dei suoi 90 anni. Alle Gallerie
d’Italia di Intesa Sanpaolo, Bellotto
e Canaletto. Al Museo delle Culture,
Jean Michel Basquiat. La Madonna della
Misericordia di Piero della Francesca esposta gratuitamente a Palazzo Marino, sede del comune. Vorrei
però segnalare alcune altre mostre di cui si parla meno ma che sono
particolarmente interessanti.
In primo luogo un appuntamento
imperdibile per chi è appassionato di fotografia: “Gli Americani”, la
serie fotografica realizzata dallo svizzero Robert Frank, che a metà degli anni ’50 attraversò tutti gli USA
con una vecchia auto, col compito di realizzare una ricerca sui caratteri, la
cultura, le inclinazioni di quel popolo. Realizzò circa 25.000 immagini, delle
quali 83 formarono un libro che pubblicò con titolo “The Americans”, con una introduzione di Jack Kerouak. Le foto di Frank, scattate con una piccola Leica, sono sghembe, mosse, sfocate, con luce
sbagliata ma entrano nella vita, rappresentano in modo assolutamente efficace
gli usi, le idee, i miti, i riti di una società che ancora oggi non finisce di
sconcertarci. Molti statunitensi si offesero, dissero che le foto mostravano un
paese di ubriaconi, intolleranti, individualisti, egoisti. In realtà le foto di
Frank fanno emergere, con immediatezza, leggerezza, ironia molti aspetti, non
solo negativi, di quella cultura. Come scrisse Kerouak nell’introduzione:
“Chi non ama queste immagini non ama la poesia, capito? Se non ami la poesia,
va’ a casa e guarda la TV con i cowboy con il cappello da cowboy e i poveri
cavalli tristi che li sopportano. Robert Frank, svizzero, discreto, carino, con
quella sua piccola macchina fotografica che tira su e fa scattare con una mano,
ha estratto una poesia triste dal cuore dell’America e l’ha fissata sulla
pellicola”.
La mostra è realizzata, con la
collaborazione della Maison Européenne de la Photographie di Parigi, che ha
fornito le 83 immagini vintage, presso la Fondazione
Forma per la Fotografia, in via Meravigli 5, a pochi minuti a piedi
da piazza Duomo. Il biglietto d’ingresso
costa 8 euro, ridotto a 6 per over 65, soci Touring, Fai, possessori di tessera
Feltrinelli. Gli orari sono 11/20 tutti i giorni, giovedì 11/23, lunedì e martedì
chiuso. La fermata di metro più
vicina è Cordusio della linea 1. Il sito è www.formafoto.it.
Rimanendo sempre nei pressi di Piazza
Duomo, la galleria d’arte Christian
Stein propone una mostra dedicata a uno dei più importanti artisti italiani
viventi, Giulio Paolini. Si intitola “Fine”,
e raccoglie una sola opera che condensa l’attività dell’artista, una grande
installazione che si rifà al quadro del pittore settecentesco Antoine Watteau “Imbarco per Citera”, conservato al Louvre. L’opera di Watteau mostra un gruppo di personaggi
che si accingono a partire per questa mitica isola dell’amore, in una atmosfera
un po’ leziosa e un po’ malinconica: isola del sogno, della bellezza, della
quiete, della fuga da un mondo volgare. Paolini ha disposto nella galleria la
sua imbarcazione, realizzata con semplici assi di legno, caricandola degli
oggetti di affezione che accompagnano un lavoro che è sempre stato una
interrogazione sull’arte, sull’artista, sullo spettatore. Paolini, classe 1940,
accostato negli anni ’60 agli artisti del movimento detto “Arte Povera”, in
realtà è stato ed è un grande solitario. Non crede che l’arte possa cambiare il
mondo, non crede neanche nel fare arte come pratica positiva. Crede che l’arte
sia una nostalgia, un interrogarsi allo specchio, la partenza per un viaggio
che però non avviene mai. Così nella imbarcazione allestita in galleria mette
calchi di statue, un androgino col volto di Apollo, telai, cornici, tele
bianche, matite, tavolo da lavoro, specchi, la riproduzione di un altro quadro
di Watteau, “Gilles”, un Pierrot triste, che ha alle spalle un sipario di
teatro abbassato; i cigni che, nel dipinto di Francesco del Cossa di Palazzo
Schifanoia a Ferrara, trainano il carro del trionfo di Venere. Scrive nel
bellissimo testo che accompagna la mostra: “Prendere
distanza da ciò che ci tocca, mettersi in viaggio senza muovere un passo.
Guardare, vedere, dimenticare…Andata, ritorno, fine.” La galleria, a cui si
accede gratuitamente, si trova in Corso
Monforte 23, elegante strada piena di bellissimi negozi di arredamento. La fermata di metro più vicina è San Babila
della linea 1. Gli orari sono: dal
martedì al venerdì dalle 10 alle 19, sabato 10-13 e 15-19. Sito: www.galleriachristianstein.com.
Volendo avere una visione completa
dell’opera di Paolini, la stessa
galleria Christian Stein presenta,
in uno spazio bellissimo realizzato in un capannone industriale a Pero, in zona Fiera, una grande
antologica che permette di apprezzare tutti gli aspetti del suo lungo lavoro
d’artista. Lo spazio è raggiungibile in
metro, con la linea 1 in direzione Rho
Fiera, scendendo a Molino Dorino
(basta un biglietto urbano) e con una decina di minuti di camminata fino a via Vincenzo Monti 46. Gli orari di
questa sede, ovviamente anch’essa a entrata gratuita, sono dal martedì al sabato dalle 12 alle
19. Conviene andarci nel primo pomeriggio con ancora la luce naturale
perché è una zona industriale non molto illuminata. Per informazioni, ha il
numero di telefono 02/38100316, e
presso la sede centrale, in Corso Monforte, è disponibile un foglio di istruzioni
dettagliate per raggiungerla.
Sempre in zona centro, vorrei
suggerire una mostra alla Galleria
d’Arte Moderna, intitolata, con esplicito riferimento hitchcockiano, “La finestra sul cortile”. Si tratta di
mettere in relazione le opere della Galleria, che vanno dall’Ottocento al primo
Novecento, dal Neoclassicismo (Canova, Appiani), al Divisionismo (Longoni, Pellizza da
Volpedo), alla Scapigliatura, al
Simbolismo (Segantini), ad Hayez. ad
un bellissimo ciclo di sculture di Medardo
Rosso, fino a opere di Manet, Gauguin, Modigliani, Morandi, con
lavori provenienti da due importanti collezioni di arte contemporanea: Panza e Berlingieri. Il percorso, costruito da Luca Massimo Barbero con un
occhio al cinema e, in particolare, al capolavoro di Hitchcock, incentrato sul
tema dello sguardo, crea interazioni affascinanti tra le opere del passato e
quelle recenti (Christo, Cucchi, Richard Serra, Richard Long, Dan Flavin
e molti altri tra i maggiori ), che ci consentono di guardare le une e le altre
con occhio diverso e di considerare che, comunque, pur nel cambio radicale di
modi e forme, la storia dell’arte ha una continuità che dura tuttora. La mostra
va visitata verso sera, perché col buio si attiva una installazione luminosa
eseguita appositamente per questo evento dallo statunitense Arthur Duff, che interviene sulla
facciata della villa ottocentesca e sul cortile con proiezioni laser che
riprendono frasi del film di Hitchcock e ridefiniscono la percezione dello
spazio. Le luci sono visibili anche dall’interno attraverso alcune feritoie che
invitano il visitatore a porsi dal punto di vista dell’interprete del film
(James Stewart), che, impossibilitato a muoversi, esercitava al massimo livello
l’uso dello sguardo). La GAM si trova in
via Palestro 16, vicina al centro. La fermata di metro più prossima è Palestro,
della linea 1. Gli orari sono martedì – domenica 9/17,30 giovedì 9/22,30. Il
biglietto intero costa 5 euro ridotto 3 euro per over 65 e associazioni varie.
Inoltre, l’ingresso è gratuito tutti i giorni un’ora prima della chiusura e il
martedì dalle 14. Sito: www.gam-milano.com
Vorrei infine ricordare che, in
questo periodo, è possibile vedere, oltre alla Madonna della Misericordia di
Piero della Francesca a Palazzo Marino, anche un altro capolavoro assoluto
dell’arte: “L’adorazione dei Magi” di
Albrecht Durer, proveniente dagli
Uffizi ed esposta nel Museo
Diocesano. Il Museo, voluto dal Cardinal Martini, raccoglie diverse
collezioni di arte sacra, soprattutto lombarda, con opere di grande interesse,
oltre a una bellissima stanza dedicata a Lucio
Fontana, con alcune prove per la partecipazione al concorso per una porta
del Duomo di Milano e una splendida Via
Crucis in ceramica bianca. Il museo
si trova in Corso di Porta Ticinese 95, vicino ai Navigli. Si raggiunge da Piazza
Duomo via Torino col tram 3 fermata
Colonne di San Lorenzo. Il biglietto di ingresso costa 8 euro, ridotto 6 con
tessere TCI, FAI, FELTRINELLI, EMERGENCY e altre. Il biglietto consente anche
la visita al confinante Museo della Basilica di Sant’Eustorgio, con la
bellissima Cappella Portinari e il Cimitero Paleocristiano. Gli orari sono da
martedì a domenica dalle 10 alle 18. Sito: www.museodiocesano.it
Ovviamente
va visitata anche la Basilica, una delle più antiche di Milano, che contiene il
sarcofago e parte delle reliquie dei Re Magi (che in maggior parte furono
trafugate e portate al Duomo di Colonia da Federico Barbarossa).
SAURO SASSI
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