Questa mostra fa risaltare il periodo in cui abbiamo cominciato a depredare l'africa e i suoi animali, nella sezione portoghese si notano i primi lavori su avorio dei denti degli elefanti. è nato in quel momento il destino dell'africa e dei suoi animali.
UNO SGUARDO SULL'AFRICA LIBERO DALLA MENTALITA' COLONIALE
UNO SGUARDO SULL'AFRICA LIBERO DALLA MENTALITA' COLONIALE
EX AFRICA A BOLOGNA
L’Africa
misteriosa, selvaggia, ricca di risorse da saccheggiare, di uomini da
schiavizzare. Continente su cui porre le nostre bandiere di civiltà . Anche
luogo per avventurieri, per fughe e per scoperte. Sempre partendo da un
presupposto: noi siamo la razza superiore, loro l’uomo che ha arrestato, da
millenni, la propria evoluzione. Noi siamo belli, bianchi, civili, loro sono
brutti, neri, bestiali. Furono i portoghesi
a intraprendere, già nel XV secolo,
l’esplorazione delle coste dell’Africa subsahariana, occupando prima localitÃ
costiere che servivano da base sia per spingersi sempre più a sud che per
esplorare l’interno. Lo scopo era reperire schiavi, metalli preziosi ed altre
risorse naturali. La storia ci dice che, alla fine del secolo, fu Vasco da Gama a raggiungere il Capo di
Buona Speranza e, da lì, il continente asiatico. Una bellissima mostra al Museo Civico Archeologico di Bologna ci
spiega che gli africani neri subsahariani non erano esseri inferiori, avevano
sviluppato organizzazioni sociali, forme di rapporto con l’ambiente, concezioni
religiose che si differenziavano notevolmente tra loro, oltre che dalle nostre.
Così anche la produzione artistica aveva spesso funzioni di rapporto attivo con
le divinità , culto degli antenati, operazioni magiche. C’erano, poi, popoli che
avevano sviluppato forme di civiltà più simili alle nostre, con la creazione di
corti e produzioni artistiche più naturalistiche, spesso di altissima qualità ,
non solo sculture di legno ma anche in bronzo e altri metalli e avori lavorati
che venivano commissionati dagli occidentali e poi commercializzati in Europa. La
mostra di Bologna si avvale di un bellissimo allestimento, che ci immerge in
questo universo di statue, maschere, feticci che sembrano circondarci,
osservarci; di grandi riproduzioni delle splendide mappe che i portoghesi
avevano redatto e che erano incredibilmente rispondenti alle nostre conoscenze
attuali, oltre che di grande bellezza grafica. Il percorso espositivo comprende
nove sezioni:
SEMPLICEMENTE ARTE,
con maschere e figure rituali dai più importanti musei europei, anche di grandi
dimensioni, assieme a un gruppo di miniature in bronzo utilizzate per pesare la
polvere d’oro.
NON CREAZIONE ANONIMA MA ARTE DI
ARTISTI: in cui si mostra come le produzioni africane
non fossero seriali ma sia possibile riconoscere la personalità e lo stile di
vari esecutori.
UN’ARTE ANTICA:
un importantissimo patrimonio di statue lignee e in terracotta delle civiltà Dogon e Tellem dal Mali, a
partire da mille anni fa.
GLI AVORI AFRO PORTOGHESI:
saliere, impugnature, oggetti in avorio finemente lavorato, commissionati dai
portoghesi ad artisti locali nel XV
e XVI secolo e commercializzati
nelle corti europee.
UN’ARTE DI CORTE:
tesori d’arte dalla città stato di Ife
e splendidi bronzi del regno del Benin
MOSTRA DI “SCULTURA NEGRA”, VENEZIA
1922: la prima esposizione di arte africana in
Italia, che, ovviamente, ricevette commenti negativi. Il mondo culturale
italiano e i nostri artisti non sapevano cogliere la forza di queste
produzioni.
XX SECOLO: L’EUROPA GUARDA L’AFRICA:
riguarda la ricezione che l’arte africana ha ottenuto dagli artisti europei.
Gli espressionisti tedeschi di “Die Brucke”, da Schmidt-Rottluff a Otto
Muller, Heckel, Nolde, Kirchner. Modigliani, Matisse e, naturalmente, i cubisti
Braque e Picasso, le cui “Demoiselles
d’Avignon”, piene di riferimenti alla statuaria africana, sconvolsero
l’ambiente artistico. Purtroppo in mostra questo importante rapporto viene
rappresentato con opere minori.
UN’ESTETICA DIVERSA. ORDINE E
DISORDINE NELL’ARTE VODU: argomento assai interessante, ricco
di suggestioni, che magari meritava qualche approfondimento maggiore. Reperti
affascinanti, che non si possono fotografare, forse per il loro contenuto
magico.
ARTE AFRICANA CONTEMPORANEA:
con la cosiddetta globalizzazione l’arte africana è entrata nel gran circuito
internazionale, così come quella di tutte le nazioni e continenti del mondo. Ha
perso le sue peculiarità e alcuni artisti hanno raggiunto una fama enorme.
Purtroppo anche questa sezione è un po’ carente e non rende tutta la varietà e
complessità dell’arte africana d’oggi. Segnalo le foto di Malick Sidibé,
maliano, leone d’oro alla carriere alla
Biennale di Venezia del 2007 e del connazionale Seydou Keyta, che fu suo maestro, che dimostrano l’esistenza di una
importante scuola fotografica maliana.
Da osservare anche il lavoro del ghaniano
El Anatsui, di grande successo
internazionale, che assembla materiali di recupero (tappi, lattine ed altro)
per realizzare arazzi di grande bellezza che riprendono i colori di tessuti
africani. Per chi fosse interessato, alla Biennale
di Venezia all’Arsenale il
padiglione del Ghana presenta
bellissimi lavori di El Anatsui e
altri importanti artisti di quel paese.
SAURO SASSI
EX AFRICA – STORIE E IDENTITA’ DI
UN’ARTE UNIVERSALE
FINO ALL’8 SETTEMBRE
BOLOGNA, MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO.
APERTURE; LU-ME-GI-VE: 10-19; SA-DO:
10-20; MA CHIUSO
BIGLIETTO INTERO: EUR 14. RIDOTTO EUR
12: STUDENTI FINO A 26 ANNI, SOCI COOP ALLEANZA 3.0, ABBONATI TPER, BOLOGNA
WELCOME CARD. RIDOTTO EUR 7: POSSESSORI CARD MUSEI METROPOLITANI. RIDUZIONI PER
GRUPPI E SCUOLE. AUDIOGUIDA INCLUSA.
www.mostrafrica.it
Posta un commento