Francesco Simone
fonte: sito web dell'autore
Comunicare ad arte - per costruire contenuti e promuovere eventi a cura di Benedetta Baldi
Che il comunicare serva davvero a comunicare. Piu' ci si addentra nella lettura del testo “Comunicare ad arte - per costruire contenuti e promuovere eventi” a cura di Benedetta Baldi per Zanichelli editore, più questa frase mi ritorna alla mente. Una trattazione ampia e ben suddivisa, quella operata dalla curatrice che propone una ensemble di autori ad argomentare, analizzare ed entrare nel merito delle strategie discorsive che nel linguaggio trovano le più opportune modalità di esprimere un concetto, per l'appunto di comunicarlo.
E cosi ci si trova davvero a riflettere su quanto questo processo di trasmissione di significati che alimenta le relazioni sociali dell'uomo da sempre, abbia bisogno di nuove ed ulteriori specialistiche decodifiche, per plurime e dinamiche realtà identitarie: quelle generate dai nuovi media in una virtualità che, come correttamente la curatrice sottolinea: “realtà percepite che sono vere e proprie estensioni o sostituti delle realtà concrete, nelle quali l'identità antropologica e storico – culturale è sostituita dai simboli del consumo o dell'identità di marca, o ancora dall'orientamento a operazioni essenziali per la vita ma svincolate dai riti e dai significati sociali delle tradizioni”.
Ed ancora ritorno alla frase iniziale: che il comunicare serva davvero a comunicare, in questo nuovo ecosistema mediatico, sì ecosistema, perché solo definendolo in tal modo, ne possiamo percepire l'insieme di relazioni e connessioni che coinvolgono in maniera trasversale ogni attore sociale.
Dunque, interrogarsi su quanto sia efficace o meno la comunicazione, presuppone il mettersi di fronte mai ad una efficacia unitaria, ma a tante forme di comunicazione che possono essere efficaci o meno secondo il grado di competenza, generazionale, professionale del singolo utente che ha in sé il proprio singolare carico di significati sociali e culturali che lo contraddistinguono.
Benedetta Baldi ribadisce in “Comunicare ad arte - per costruire contenuti e promuovere eventi” la pluralità di tali aspetti e di tali forme di comunicazione, dando voce a professionisti competenti, di estrazioni differenti tra loro, ognuno qui a trattare il comunicare, nel suo modo specialistico.
Il messaggio comunicativo esplora oggi più che ieri inedite forme di raffigurazione estetica per arricchirsi di nuovi e inediti legami simbolici con il reale percepito (F. Desideri – M. Portera) in un dominio continuo, ormai irrinunciabile sulla scena, di comunicazione affettiva ed emozionale (A. Niccoli – R. Lanfredini).
Ma la comunicazione è anche interpretazione delle reazioni emotive e dei sentimenti (sentiment analysis), che l'utente esprime rispetto a certi eventi pubblicitari, in modo da poterne meglio codificare le abitudini di consumo (G. Guidi – G. Tuccini). Una trattazione che prosegue nell'ambito della comunicazione caratterizzante il brand nel dialogo tra impresa culturale e fruitori (S. Ranfagni – M. Milanesi).
Idoneo e necessario spazio è poi riservato, dalla seconda sezione, alla comunicazione con i social media, negli sviluppi e nell'uso della lingua dei media (M. Biffi), e nell'analisi etica quale “modellatrice di forme del vivere” (M. Galletti). I nuovi meccanismi del marketing adottati al web (E. Farinelli), “gli atti di identità verbali e non verbali nell'iperconnessione” (V. Gheno) affronta alcuni degli aspetti più discussi dell'iperconnessione e della libertà incontrollata di espressione che i social mettono a disposizione di chiunque.
Ed è proprio in questa libertà incontrollata che “coltivare la reputazione tra dissenso e comunicazione di crisi” (B. Mastroianni) introduce il rapporto tra la “valutazione che gli altri danno di noi” e la capacità di interagire con i fraintendimenti e le polemiche delle recensioni on line. La stessa libertà incontrollata che caratterizza la rete, dove la comunicazione può diventare strumento per verificare la correttezza dell'informazione veicolata dai mass media, secondo quei “bias” cognitivi che portano l'utente a recepire come veritiere informazioni che confermano le proprie convizioni (I. Marchionne – M. Coppi – V. Davini).
Una terza sezione, argomenta sulla scrittura professionale e sull'importanza di comunicare a tipi differenti di pubblico secondo tipologie testuali differenti (G. Acerboni – A. Panunzi), sulla comunicazione istituzionale d'impresa e l'evento culturale (M. Brusati), il Corporate storytelling espressione del contenuto esperienziale trasmissibile e condivisibile, quale seducente forma di persuasione all'acquisto nel coinvolgimento del cliente (S. Mereu – S. Felici), ma anche quale valore distintivo dell'impresa (S. C. Crocchi), e nelle concrete modalità per mettere al centro dei processi di marketing delle aziende, le persone (E. Tabasso) in “design Thinking e Comunità di pratica: tool kit strategici per le imprese culturali”.
Ulteriore importante discussione viene espressa nella “comunicazione organizzativa e community building”, quale evoluzione della comunicazione aziendale odierna (E. Pandolfini – M. Sbardella) sino ad esplorare il contributo della “valorizzazione dei profili umanistici nelle imprese” (I. Micali – C. Terzaroli) in quel ruolo capace di raccontare le narrazioni aziendali facendosi interprete creativo delle stesse, sui social media.
Che il comunicare serva davvero a comunicare. Piu' ci si addentra nella lettura del testo “Comunicare ad arte - per costruire contenuti e promuovere eventi” a cura di Benedetta Baldi per Zanichelli editore, più questa frase mi ritorna alla mente. Una trattazione ampia e ben suddivisa, quella operata dalla curatrice che propone una ensemble di autori ad argomentare, analizzare ed entrare nel merito delle strategie discorsive che nel linguaggio trovano le più opportune modalità di esprimere un concetto, per l'appunto di comunicarlo.
E cosi ci si trova davvero a riflettere su quanto questo processo di trasmissione di significati che alimenta le relazioni sociali dell'uomo da sempre, abbia bisogno di nuove ed ulteriori specialistiche decodifiche, per plurime e dinamiche realtà identitarie: quelle generate dai nuovi media in una virtualità che, come correttamente la curatrice sottolinea: “realtà percepite che sono vere e proprie estensioni o sostituti delle realtà concrete, nelle quali l'identità antropologica e storico – culturale è sostituita dai simboli del consumo o dell'identità di marca, o ancora dall'orientamento a operazioni essenziali per la vita ma svincolate dai riti e dai significati sociali delle tradizioni”.
Ed ancora ritorno alla frase iniziale: che il comunicare serva davvero a comunicare, in questo nuovo ecosistema mediatico, sì ecosistema, perché solo definendolo in tal modo, ne possiamo percepire l'insieme di relazioni e connessioni che coinvolgono in maniera trasversale ogni attore sociale.
Dunque, interrogarsi su quanto sia efficace o meno la comunicazione, presuppone il mettersi di fronte mai ad una efficacia unitaria, ma a tante forme di comunicazione che possono essere efficaci o meno secondo il grado di competenza, generazionale, professionale del singolo utente che ha in sé il proprio singolare carico di significati sociali e culturali che lo contraddistinguono.
Benedetta Baldi ribadisce in “Comunicare ad arte - per costruire contenuti e promuovere eventi” la pluralità di tali aspetti e di tali forme di comunicazione, dando voce a professionisti competenti, di estrazioni differenti tra loro, ognuno qui a trattare il comunicare, nel suo modo specialistico.
Il messaggio comunicativo esplora oggi più che ieri inedite forme di raffigurazione estetica per arricchirsi di nuovi e inediti legami simbolici con il reale percepito (F. Desideri – M. Portera) in un dominio continuo, ormai irrinunciabile sulla scena, di comunicazione affettiva ed emozionale (A. Niccoli – R. Lanfredini).
Ma la comunicazione è anche interpretazione delle reazioni emotive e dei sentimenti (sentiment analysis), che l'utente esprime rispetto a certi eventi pubblicitari, in modo da poterne meglio codificare le abitudini di consumo (G. Guidi – G. Tuccini). Una trattazione che prosegue nell'ambito della comunicazione caratterizzante il brand nel dialogo tra impresa culturale e fruitori (S. Ranfagni – M. Milanesi).
Idoneo e necessario spazio è poi riservato, dalla seconda sezione, alla comunicazione con i social media, negli sviluppi e nell'uso della lingua dei media (M. Biffi), e nell'analisi etica quale “modellatrice di forme del vivere” (M. Galletti). I nuovi meccanismi del marketing adottati al web (E. Farinelli), “gli atti di identità verbali e non verbali nell'iperconnessione” (V. Gheno) affronta alcuni degli aspetti più discussi dell'iperconnessione e della libertà incontrollata di espressione che i social mettono a disposizione di chiunque.
Ed è proprio in questa libertà incontrollata che “coltivare la reputazione tra dissenso e comunicazione di crisi” (B. Mastroianni) introduce il rapporto tra la “valutazione che gli altri danno di noi” e la capacità di interagire con i fraintendimenti e le polemiche delle recensioni on line. La stessa libertà incontrollata che caratterizza la rete, dove la comunicazione può diventare strumento per verificare la correttezza dell'informazione veicolata dai mass media, secondo quei “bias” cognitivi che portano l'utente a recepire come veritiere informazioni che confermano le proprie convizioni (I. Marchionne – M. Coppi – V. Davini).
Una terza sezione, argomenta sulla scrittura professionale e sull'importanza di comunicare a tipi differenti di pubblico secondo tipologie testuali differenti (G. Acerboni – A. Panunzi), sulla comunicazione istituzionale d'impresa e l'evento culturale (M. Brusati), il Corporate storytelling espressione del contenuto esperienziale trasmissibile e condivisibile, quale seducente forma di persuasione all'acquisto nel coinvolgimento del cliente (S. Mereu – S. Felici), ma anche quale valore distintivo dell'impresa (S. C. Crocchi), e nelle concrete modalità per mettere al centro dei processi di marketing delle aziende, le persone (E. Tabasso) in “design Thinking e Comunità di pratica: tool kit strategici per le imprese culturali”.
Ulteriore importante discussione viene espressa nella “comunicazione organizzativa e community building”, quale evoluzione della comunicazione aziendale odierna (E. Pandolfini – M. Sbardella) sino ad esplorare il contributo della “valorizzazione dei profili umanistici nelle imprese” (I. Micali – C. Terzaroli) in quel ruolo capace di raccontare le narrazioni aziendali facendosi interprete creativo delle stesse, sui social media.
Benedetta Baldi in “comunicare ad arte - per costruire contenuti e promuovere eventi” rintraccia elementi salienti di un dibattito certo non esaustivo, sul tema delle forme di comunicazione, argomentazioni fortemente attuali per metodologie di interpretazione e trasmissione che oggi si esprimono sia on line che off line con problematiche spesso inedite, a diventare per il comunicatore, uno scenario sempre più articolato e imprevedibile.
In un momento in cui il burocratese ha raggiunto livelli insostenibili, si pensi al linguaggio della politica là dove il numero di parole di un Decreto Legge può arrivare ad essere anche 4 volte superiore al numero di parole contenute nella Costituzione Italiana, Comunicare ad arte - per costruire contenuti e promuovere eventi” è un valido contributo che propone procedure adottabili nel mondo della comunicazione pubblica, dell'economia e delle imprese, culturale, affinché davvero il comunicare serva davvero a comunicare.
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