Elegie romane - Johann Wolfgang von Goethe

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Christopher Czermak
 
Quando a la boreal nebbia che stese, lunga stagion, sui miei più caldi amori sua grigia notte, ai nordici rigori volsi le spalle, e alfin del mio paese il chiaro ciel rividi e gli splendori, nel sorriso d’April, diletto mese; da la dolcezza che nel cor mi scese sbocciâr gli affetti, come tanti fiori. E Roma salutai con la possente voce del Vate, che oblio più non teme, teco volgendo l’Elegia ridente.
Elegie romane / W. v. Goethe ; tradotte da Luigi Pirandello ;
illustrate da Ugo Fleres. - Livorno : Raff. Giusti, 1896
 

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