Elena Guidi
Dal 19 maggio, quando è stato confermato l’atteso Bonus Mobilità del Decreto Rilancio, le vendite di bici tradizionali e a pedalata assistita sono aumentate del 60% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Il tema della mobilità sostenibile è al centro dei dibattiti per il miglioramento delle città verso modelli meno impattanti, ma un incentivo a comprare bici e monopattini elettrici è davvero la soluzione che ci farà abbandonare la macchina e renderà la mobilità individuale più sostenibile?
Bonus mobilità, cos’è e come funziona
Il buono mobilità copre il 60% della spesa effettuata, fino a un massimo di 500 euro, per l’acquisto di bici, e-bike, monopattini elettrici e veicoli per la micromobilità (come segway, hoverboard e monowheel), e anche di servizi di sharing. I destinatari sono i residenti maggiorenni dei Comuni con almeno 50.000 abitanti, capoluoghi di Provincia, Regione e Città metropolitane. Il rimborso è suddiviso in due fasi: nella prima, il cittadino pagherà per l’intero prezzo la bici e poi, dal giorno di inizio operatività dell’applicazione web, potrà richiedere il rimborso del 60% della spesa (indispensabile allegare la fattura! Senza fattura non c’è rimborso). Nella seconda fase il cittadino pagherà al negoziante aderente direttamente il 40%, sarà poi quest’ultimo a ricevere il rimborso del 60%.
A cosa servono questi incentivi?
Il bonus previsto dalla ministra dei trasporti Paola De Micheli, ha sicuramente come scopo primario quello di dare un’alternativa per gli spostamenti e ridurre le emissioni prodotte dalle migliaia di auto che si muovono ogni giorno per trasportare singole persone nei loro tragitti. Ma l’incentivo per acquistare bici o monopattini è anche stato fatto per tentare di ridurre gli affollamenti sui mezzi pubblici, da evitare caldamente in questo periodo dominato dal Covid-19, e contemporaneamente decongestionare il traffico stradale.
Milioni di euro per le piste ciclabili
Così come comprare una barca ha un senso se ho uno specchio d’acqua dove utilizzarla, utilizzare una bici o un monopattino in sicurezza è possibile solo se ci sono le strutture di viabilità idonee. Questo concetto è stato considerato anche all’interno del “Programma Buoni di mobilità”, che infatti non prevede solo il bonus bici ma, d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha stanziato anche più di 300 milioni di euro per le piste ciclabili nei Comuni e per le ciclovie. Un’azione “per poter strutturare un sistema diverso” così come ha definito il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
In Europa Sempre più città Bike-Friendly
L'Italia con questi bonus sta tentando di seguire la spinata Europea per l’aumento d’uso della bicicletta come mezzo di trasporto abituale. A partire dal 19’ secolo la cultura della bicicletta si è radicata in molti paesi di tutto il mondo, ma soprattutto in alcune città Europee. In virtù della conformazione geologica pianeggiante e dell’efficienza delle infrastrutture al trasporto ciclabile, la bici è diventata parte integrante dello stile di vita e principale mezzi di trasporto subito dopo l’auto.
Secondo l'indice Copenhagenize, che stila una classifica mondiale delle città migliori per l’uso cella bici, nel 2017 Copenaghen (Danimarca) era in testa alla classifica, seguita da Amsterdam e Utrecht (Paesi Bassi), Strasburgo (Francia) e Malmö (Svezia). Copenaghen è spesso considerata la città del mondo più adatta alle biciclette. Ai bambini viene insegnato a guidarle prima ancora che siano abbastanza grandi per andare a scuola, quasi il 50% dei cittadini di Copenhagen si reca al lavoro in bicicletta. Questo è anche possibile perché i ciclisti possono usufruire di 390 chilometri di piste ciclabili designate, inoltre Copenaghen ha ora una Cycle Super Highway; che collega la città alla città di Albertslund con un sacco di servizi lungo il percorso, come pompe ad aria, incroci più sicuri e semafori specifici per ridurre al minimo le fermate.
Anche Amsterdam, non è da meno. Qui sono oltre 800.000 biciclette, il che significa che ci sono più biciclette che persone. Più in generale in Olanda, si fa tutto in bici: i turisti visitano le città noleggiando la bicicletta, la gente le usa per andare al lavoro, accompagnare i bambini a scuola e portare la spesa utilizzando piccoli rimorchi. Con la pioggia, con il sole o con la neve ci si sposta in bici per necessità o piacere. Ma questo è possibile perché c’è tutto ciò che serve per muoversi in sicurezza con questi mezzi. E in Italia?
Il problema italiano
Anche in Italia si stanno accelerando i piani di mobilità smart e ciclabile. Ma meglio non farci illusioni, non è detto che i risultati siano all’altezza delle aspettative. Innanzitutto vige il problema che, seppur i bonus per comprare biciclette e monopattini siano già stati attivati, al contrario, si è solo agli inizi di progetti per la creazione di piste, rastrelliere e infrastrutture per poterle utilizzare. Un ulteriore blocco è dato dalle le troppe peculiarità del traffico italiano: gli spazi angusti delle città, le cattive condizioni delle strade (asfalto, segnaletica, marciapiedi eccetera), l’indisciplina generale e i limiti intrinseci dei mezzi ecologici. Insomma, l’Italia sembra si stia orientando verso città con mobilità più sostenibili e funzionali. Ma forse bisognerebbe prima di far comprare e gran parte della popolazione italiana bici e monopattini, sarebbe necessario creare le strutture su cui poterli utilizzare.
Posta un commento