Il Parametro in architettura: Giuliano Gresleri

Vittorio Miranda


fonte immagine: Il Giornale dell'Architettura

Il 2020 si è concluso ahimè con un’altra grande perdita per il mondo dell’architettura italiana.Il 21 dicembre dell’ormai scorso anno, si è spento all’età di 82 anni, per passare a miglior vita l’architetto bolognese Giuliano Gresleri. E’ obbligo rendere il nostro contributo seppur umile, ed in questo brevissimo articolo ne vedremo i momenti più salienti del suo operato. Nato il 23 marzo del 1938 a Bologna. Architetto, critico, storico e docente e figura di spicco del panorama culturale bolognese, consegue la laurea a Firenze nel 1953 e dal 1968 diventa docente di storia dell’Architettura e progettazione in diverse facoltà italiane: Pescara, Firenze e Bologna.

E’ stato cofondatore della rivista “Parametro”, di cui diventa caporedattore dal 1974 al 1984. Si tratta di una rivista bimestrale internazionale di architettura e urbanistica, a carattere principalmente teorico, che ospita saggi ad opera di esperti nazionali ed internazionali. 

Il primo numero della rivista che esce nel giugno del 1970, è dedicato al Fiera District di Bologna di Kenzo Tange, e documenta in maniera puntuale il significato del progetto nella pianificazione bolognese che, dalla metà degli anni ’60, vive una particolare stagione di tensione verso l’idea di una città in divenire, animata dalla guida del Sindaco Fanti e dall’animus dell’Arcivescovo Lercaro. L’attività di Gresleri è segnata dall’incontro parigino con Le Corbusier e per via di questa sua quasi ossessione si deve infatti l’operazione editoriale che crea quasi un genere letterario con il carnet del Voyage en Orient di Le Corbusier (1987), che conosce continue ristampe e traduzioni. Oltre questo, è stato autore di 350 libri tradotti in diverse lingue.

Tra i suoi lavori principali, si ricordano ostruzione di modelli per la chiesa di Riola (1965-1968), commissionati da Alvar Aalto e la “ricostruzione” del Pavillon dell’Esprit Nouveau a Bologna nel 1977, di cui segue il restauro vent’anni dopo. Con un coraggio che pochi tra gli storici avrebbero avuto, Gresleri crea un alias di uno dei “luoghi” più autobiografici di Le Corbusier: un’architettura che contiene testi, progetti, plastici, carte che erano state messe in mostra a Parigi nel 1925. L’ultima esperienza significativa riguarda il progetto di sistemazione del Parco nazionale della Pace a Sant’Anna di Stazzema (Lucca), di cui il fratello Glauco aveva la direzione artistica. 


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