COMUNICATO STAMPA ULIVIVO
STOP ECOCIDIO - La Puglia chiama l'Italia risponde
In data 30 marzo 2021 il Comitato Ulivivo, sostenuto da diverse associazioni e gruppi di agricoltori, ha inoltrato alla Regione Puglia e agli enti competenti un appello affinché venisse riesaminato il “Piano di Azione per contrastare la diffusione di Xylella Fastidiosa in Puglia”, volto all'imposizione di trattamenti fitosanitari, pericolosi per l'ambiente, l'entomofauna (api e altri insetti impollinatori) e la salute umana, unitamente all' espianto di ulivi, anche plurisecolari, e di altre piante il più delle volte sane, senza un solo sintomo di disseccamento.
A dispetto e contrariamente a quanto previsto dalla Legge sulla partecipazione popolare voluta dal Presidente Emiliano, le associazioni promotrici non hanno mai ricevuto alcuna risposta all’appello.
Pertanto, il Comitato Ulivivo ha proseguito nella sua campagna di sensibilizzazione, ricevendo
l'appoggio e il sostegno di ulteriori 70 associazioni e comitati, diffusi su tutto il territorio
nazionale, che si vanno ad aggiungere alle prime 15 adesioni. A più di 7 anni dall'inizio della cosiddetta emergenza xylella la Regione Puglia continua ad ignorare la mancanza di nesso fra il disseccamento degli ulivi in Salento e la presenza del batterio, come dimostrato da diversi studi (Scortichini e Cesari, 2019). Parimenti vengono sistematicamente ignorate tutte le pratiche e le pubblicazioni scientifiche volte alla cura e al recupero degli oliveti disseccati.
In questi anni, l'obiettivo dichiarato della lotta alla Xylella ha celato una guerra al patrimonio degli ulivi monumentali, che si vorrebbero sostituire con impianti super-intensivi di varietà brevettate.
l'appoggio e il sostegno di ulteriori 70 associazioni e comitati, diffusi su tutto il territorio
nazionale, che si vanno ad aggiungere alle prime 15 adesioni. A più di 7 anni dall'inizio della cosiddetta emergenza xylella la Regione Puglia continua ad ignorare la mancanza di nesso fra il disseccamento degli ulivi in Salento e la presenza del batterio, come dimostrato da diversi studi (Scortichini e Cesari, 2019). Parimenti vengono sistematicamente ignorate tutte le pratiche e le pubblicazioni scientifiche volte alla cura e al recupero degli oliveti disseccati.
In questi anni, l'obiettivo dichiarato della lotta alla Xylella ha celato una guerra al patrimonio degli ulivi monumentali, che si vorrebbero sostituire con impianti super-intensivi di varietà brevettate.
E lo stesso Ministero dell' Ambiente che nel Catalogo dei Sussidi Ambientali, classifica i finanziamenti per il rilancio del settore olivicolo nelle aree colpite da Xylella fastidiosa” come SAD, “sussidi ambientalmente dannosi” in quanto favorirebbero una riduzione di diversità di specie esponendo le stesse a nuove epidemie in futuro”, mentre l’obiettivo dovrebbe essere quello di diversificare in termini genetici per minimizzare il rischio futuro. Pertanto 85 associazioni e comitati da tutta l'Italia rinnovano l'invito al Presidente Emiliano ed agli assessori competenti a riesaminare tutte le politiche finora attuate in relazione al fenomeno del disseccamento, e denunciano con forza come l'obbligo di trattamenti fitosanitari tossico-nocivi su larga scala per l’ambiente e la salute umana (Acetamiprid e Deltametrina inseriti nella lista de “I peggiori” redatta dall’ISDE – International Society of Doctors for Environment), unitamente all'espianto di ulivi secolari e millenari (destinati alle centrali a biomasse!), e ai finanziamenti SAD per reimpianti super-intensivi possa essere definito con un solo nome: ECOCIDIO.
In relazione a quanto previsto dal Regolamento di Esecuzione (UE) 2020/1201 della Commissione europea del 14 agosto 2020 relativo alle misure per prevenire l’introduzione e la diffusione nell’Unione della Xylella fastidiosa ed al "Piano di Azione di contrasto contro la Xylella" che la Regione ha recentemente pubblicato, il Comitato UliVivo, che segue le vicissitudini e le scelte compiute dalle istituzioni su questo tema, già dal 2013 , in base agli studi compiuti, alle osservazioni ed alle pubblicazioni presenti in letteratura, ritiene che il batterio Xylella fastidiosa abbia tutt’al più un ruolo marginale nel disseccamento dell’olivo attribuibile, piuttosto, a motivi agronomici e fattori ambientali e, in particolare, alla cattiva
gestione dei suoli e degli oliveti che hanno impoverito il terreno e reso le piante più vulnerabili ai patogeni.
Ci riferiamo nello specifico:
1) all’uso eccessivo e continuativo di erbicidi, fungicidi e altre sostanze tossico-nocive per gli insetti impollinatori e predatori, dunque, per la biodiversità, per le acque ed i pesci, e per la salute degli esseri umani;
2) all’impoverimento del terreno di sostanza organica e di microorganismi;
3) alla salinizzazione delle falde acquifere causata dal continuo e massiccio emungimento dell’acqua dai pozzi artesiani;
4) alla riduzione o assenza delle buone pratiche agronomiche di cura del suolo e delle piante;
5) alle capitozzature imposte o fortemente raccomandate (a seconda delle zone) dall’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia anche in periodi dell’anno in cui è fortemente sconsigliata la semplice potatura. Questa cattiva gestione ha portato a un significativo indebolimento delle piante di olivo e ha favorito la diffusione di molti patogeni e parassiti. Molte sperimentazioni hanno dimostrato l’efficacia di diversi protocolli - di tipo sia scientifico sia empirico - che mirano soprattutto ad aumentare le difese della pianta, nella cura del disseccamento. La cattiva gestione degli oliveti, come causa, e tutte le evidenti dimostrazioni di cura, come soluzione, non sono state minimamente prese in considerazione da parte della Regione Puglia che, invece, insiste (da oltre 7 anni) nell’assurdo e disastroso piano “emergenziale” attuato finora. Assurdo perché, come noto, l’EFSA chiariva già nel rapporto del 2015, che: l’eradicazione “non è un'opzione di successo” una volta che una
malattia si è stabilita in un’area come “nel caso pugliese”; l’uso degli insetticidi, lungi da produrre l’eradicazione dei vettori autoctoni, se applicato su larga scala (come in questo caso) potrebbe indurre problemi di resistenze (e quindi aumentare, in modo considerevole, le popolazioni e la diffusione di diversi insetti dannosi per le colture), oltre che all’ambiente alla salute umana. Disastroso perché queste misure comportano il danneggiamento irreversibile della biodiversità, degli equilibri ecosistemici e del paesaggio, e dell’economia locale a questi connessa. Si chiede, in base alla palese inefficacia delle misure finora messe in atto, il riesame generale di tutto il piano di contrasto a Xylella con:
- blocco immediato di tutti gli abbattimenti delle piante di olivo;
- stop all’obbligo di qualunque trattamento insetticida;
- blocco dei finanziamenti per il sostegno ai reimpianti di Leccino e Favolosa definiti dal Ministero dell’Ambiente “sussidi ambientalmente dannosi” (SAD), in quanto incentivano “un reimpianto con piante tolleranti al batterio che favorisce una riduzione di diversità di specie esponendo le stesse a nuove epidemie in futuro”;
- rideterminazione dell’impiego delle somme oggetto dei suddetti finanziamenti a favore delle
attività/protocolli/ecc. di cura del disseccamento con particolare riguardo al ripristino delle
funzioni vitali del suolo e al recupero degli ulivi secolari disseccati;
- revoca degli incarichi alla rete di laboratori SELGE (per evidenti conflitti di interesse, in regime di monopolio);
- eliminazione del ceppo CODIRO di Xylella fastidiosa dalla lista dei patogeni da quarantena.
Ringraziamo per l’attenzione e restiamo aperti al dialogo ed in attesa di Vostro riscontro.
gestione dei suoli e degli oliveti che hanno impoverito il terreno e reso le piante più vulnerabili ai patogeni.
Ci riferiamo nello specifico:
1) all’uso eccessivo e continuativo di erbicidi, fungicidi e altre sostanze tossico-nocive per gli insetti impollinatori e predatori, dunque, per la biodiversità, per le acque ed i pesci, e per la salute degli esseri umani;
2) all’impoverimento del terreno di sostanza organica e di microorganismi;
3) alla salinizzazione delle falde acquifere causata dal continuo e massiccio emungimento dell’acqua dai pozzi artesiani;
4) alla riduzione o assenza delle buone pratiche agronomiche di cura del suolo e delle piante;
5) alle capitozzature imposte o fortemente raccomandate (a seconda delle zone) dall’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia anche in periodi dell’anno in cui è fortemente sconsigliata la semplice potatura. Questa cattiva gestione ha portato a un significativo indebolimento delle piante di olivo e ha favorito la diffusione di molti patogeni e parassiti. Molte sperimentazioni hanno dimostrato l’efficacia di diversi protocolli - di tipo sia scientifico sia empirico - che mirano soprattutto ad aumentare le difese della pianta, nella cura del disseccamento. La cattiva gestione degli oliveti, come causa, e tutte le evidenti dimostrazioni di cura, come soluzione, non sono state minimamente prese in considerazione da parte della Regione Puglia che, invece, insiste (da oltre 7 anni) nell’assurdo e disastroso piano “emergenziale” attuato finora. Assurdo perché, come noto, l’EFSA chiariva già nel rapporto del 2015, che: l’eradicazione “non è un'opzione di successo” una volta che una
malattia si è stabilita in un’area come “nel caso pugliese”; l’uso degli insetticidi, lungi da produrre l’eradicazione dei vettori autoctoni, se applicato su larga scala (come in questo caso) potrebbe indurre problemi di resistenze (e quindi aumentare, in modo considerevole, le popolazioni e la diffusione di diversi insetti dannosi per le colture), oltre che all’ambiente alla salute umana. Disastroso perché queste misure comportano il danneggiamento irreversibile della biodiversità, degli equilibri ecosistemici e del paesaggio, e dell’economia locale a questi connessa. Si chiede, in base alla palese inefficacia delle misure finora messe in atto, il riesame generale di tutto il piano di contrasto a Xylella con:
- blocco immediato di tutti gli abbattimenti delle piante di olivo;
- stop all’obbligo di qualunque trattamento insetticida;
- blocco dei finanziamenti per il sostegno ai reimpianti di Leccino e Favolosa definiti dal Ministero dell’Ambiente “sussidi ambientalmente dannosi” (SAD), in quanto incentivano “un reimpianto con piante tolleranti al batterio che favorisce una riduzione di diversità di specie esponendo le stesse a nuove epidemie in futuro”;
- rideterminazione dell’impiego delle somme oggetto dei suddetti finanziamenti a favore delle
attività/protocolli/ecc. di cura del disseccamento con particolare riguardo al ripristino delle
funzioni vitali del suolo e al recupero degli ulivi secolari disseccati;
- revoca degli incarichi alla rete di laboratori SELGE (per evidenti conflitti di interesse, in regime di monopolio);
- eliminazione del ceppo CODIRO di Xylella fastidiosa dalla lista dei patogeni da quarantena.
Ringraziamo per l’attenzione e restiamo aperti al dialogo ed in attesa di Vostro riscontro.
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