I paraboloidi del brigadiere: Giuseppe Pizzigoni

Vittorio Miranda


fonte immagine: L'eco di Bergamo
 
Caposaldo dell’architettura bergamasca tra le due guerre, oggi ricordiamo Giuseppe Pizzigoni. Nato a Bergamo nel 1901, frequenta il Politecnico di Milano con Giuseppe Terragni, Piero Bottoni, Luciano Baldessari, Lugi Figini e Gino Pollini, laureandosi in Architettura nel 1924. È indubbiamente la personalità di spicco dell'architettura bergamasca tra le due guerre e nei successivi decenni della ricostruzione, rappresentandone le istanze più avanzate nelle ricerche costruttive, formali e tipologiche. 

Il primo progetto che l’architetto realizza a soli 26 anni, è stata la casa per il padre di viale Vittorio Emanuele. In questo edificio appare da subito un’evidente adesione al Novecento. Scriverà infatti nel suo libro “Invito allo spazio, progetti e architetture 1923-1967”: “Da parte mia discordando dalla cultura internazionalista e delle idee funzionaliste di Weimar […] mi trovavo più unito alle opere di architetti come Muzio, Ponti, De Finetti, i quali non per la parte distributiva e tecnica, ma per la forma, restavano attaccati agli schemi classici”. 

Collabora con Giovanni Muzio nel concorso per il Piano Regolatore di Bergamo Bassa (1926), nella sistemazione interna della Banca Bergamasca (1926) e nel Palazzo dell'Arte di Milano (1933). Con Muzio e Sironi lavora alle Esposizioni Internazionali di Colonia del 1928 e di Barcellona nel 1929. In quegli stessi anni realizza prototipi di mobili esposti alla Mostra d'Arti Decorative di Monza. Partecipa nel 1935 al concorso per il Palazzo del Littorio a Roma con Giancarlo Eynard e Achille Funi. 

È legato da amicizia con lo scultore Giacomo Manzù che invita ad eseguire alcuni affreschi all'interno di Villa Ardiani a Selvino (Bergamo, 1932). Tra le sue opere bergamasche si ricordano, inoltre: la casa per il padre in viale Vittorio Emanuele (1925-27), la casa d'abitazione il Cubo in via Monte Ortigara (1936-37), l'ampliamento del Teatro Donizetti (1955-60), la chiesa di Santa Maria Immacolata nel Quartiere di Longuelo (1962-65), uno degli esempi di variazioni spaziali e paraboloidi iperbolici con vele sottili in cemento armato anche utilizzate per edifici scolastici (Zandobbio, Monterosso), edifici industriali (stabilimento Comana a Seriate, porcilaie di Torre Pallavicina). Morì a Bergamo 1967.

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