Vittorio Miranda
“Addio a Umberto Riva, grande e sofisticato architetto di forme precise, elegantissime, mai banali”. Lo ricorda così Stefano Boeri, Presidente di Triennale di Milano, annunciando a mezzo social la scomparsa di Umberto Riva, mancato a 93 anni a Palermo.
Purtroppo, stavolta è Umberto Riva ad averci lasciato lo scorso 26 giugno. Un altro grande nome dell’architettura italiana. Un simbolo dell’ingegno italiano nel mondo ed oggi.
Nato il 16 giugno del 1928, Riva è stato un grande architetto, designer, progettista di interni. Nel 2018 fu insignito con la Medaglia d’Oro alla Carriera proprio dalla Triennale di Milano.
Allievo di Carlo Scarpa all’Università di Venezia dove si è laureato, comincia i primi passi nel mondo della architettura nel 1960 a Milano, città dove ha poi sempre vissuto, pur mantenendo dagli anni ’80 una cattedra a Palermo. Tanti i suoi progetti, ad esempio piazza San Nazaro a Milano e sempre a Milano però si ricordano anche la casa Insinga, la porta d’ingresso e la vetrina ad Architettura Arte Moderna di Milano, l’allestimento di atrio, bar e libreria del Palazzo dell’Arte. Da non dimenticare anche la Piazza della Farnesina a Roma, e ancora il restauro del Caffè Pedrocchi a Padova, la Biblioteca Europea di Porta Vittoria a Milano, le centrali termoelettriche di Catanzaro e Campobasso, per citare solo alcune delle sue realizzazioni più importanti.
Lo chiamavano il maestro della luce perché per tutti gli anni sessanta aveva sempre progettato case molto luminose, oltre a lampade per Fontana Arte e la “Franceschina” è una delle sue più conosciute. Nel 1985 oltre ad aver esposto Casa Frea alla Biennale di Parigi (nella capitale francese aveva anche curato gli interni di casa Vernizzi) aveva partecipato, con il prototipo di un serramento-serra, alla mostra Progetto Domestico promossa dalla Triennale.
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