La redazione
Catch A FireDopo l'esposizione a Milano, il 10 febbraio 2024 approda a Roma la mostra "Catch A Fire" di Andrea Cleopatria curata da Stefania Plaza Mora. Sarà la prima mostra dell'emergente pittore milanese nella città Eterna e per l'occasione presenterà due nuovi lavori realizzati lungo la sua permanenza romana. Autodidatta, l'artista indaga tramite il video e la pittura l'esoterico del mondo, generando cosmografie mitologiche che conferiscono alle sue opere un mistero magico e sacro. Catch a Fire è un indagine sull'impossibilità di evadere dal destino dell'esistenza, sull'intuizione che precede il risveglio delle coscienze e la conseguente ricerca dell'Altro con cui affrontare le sfide di questo mondo.
La domanda su cosa gli uomini siano, distrae potentemente dalla domanda sul dove essi sono. Abitiamo una dimensione preparatoria per ciò che verrà, la nostra individualità è una delle infinite forme in cui si può manifestare l'umanità. Ogni scelta, ogni cammino intrapreso, fanno parte di un percorso comune che ci invita all'elevazione. È possibile guardare all'interno di noi stessi, riconoscendo e perseguendo il proprio destino, solo dopo essersi svegliati dal sonno spirituale che spesso si abita senza accorgersene sottostando a ritmi innaturali e trascurando l'irrompere dell'ignoto nella realtà.
La domanda su cosa gli uomini siano, distrae potentemente dalla domanda sul dove essi sono. Abitiamo una dimensione preparatoria per ciò che verrà, la nostra individualità è una delle infinite forme in cui si può manifestare l'umanità. Ogni scelta, ogni cammino intrapreso, fanno parte di un percorso comune che ci invita all'elevazione. È possibile guardare all'interno di noi stessi, riconoscendo e perseguendo il proprio destino, solo dopo essersi svegliati dal sonno spirituale che spesso si abita senza accorgersene sottostando a ritmi innaturali e trascurando l'irrompere dell'ignoto nella realtà.
Catch A Fire è un'indagine sull'impossibilità di evadere dal destino dell'esistenza, sull'intuizione che precede il risveglio delle coscienze e la conseguente ricerca dell'Altro con cui affrontare le sfide di questo mondo. La mostra apre una riflessione spirituale tramite le opere di Cleopatria, che invita lo spettatore a meditare sulla propria morte e sul proprio destino. I dipinti dell'artista invitano ad una dimensione onirica e disperata con forme che rimandano a civiltà antiche, alla mitologia greca e alcuni accenni alla cultura induista. Le tre opere in particolare sono state realizzate nello stesso arco di tempo, immaginandole come un trittico concettuale non divisibile.
modernismo ed un immaginario cinematografico nella composizione delle scene, garantendo una narrazione fluida e ricca di spunti. I colori sono intensi e vibranti, così come la luce che emerge dai suoi quadri. Nel primo quadro "La crepa nell'uovo" troviamo una civiltà sorda, impermeabile alla musica suonata dal Minotauro, custode del sapere magico-rituale, il cui unico ascoltatore sensibile tra tutti è colui che come Atlante tiene fra le mani il peso del mondo, portando avanti però la missione di Prometeo di voler donare all'umanità il sapere. I personaggi della scena vivono una stasi profonda, gli sguardi persi ed arresi ormai non ricercano più l'ignoto o forse non hanno mai iniziato a ricercarlo. Un personaggio al centro della tela immerge le braccia in un vaso pieno d'acqua con l'intento di purificarsi; una donna guarda rassegnata l'uovo simbolo cosmico e il segno di ciò che è potenziale, forse la speranza di un'alternativa, di un altrove, su cui però è presente una crepa, interpretabile come l'incapacità di guardare al divenire ed agire su di esso.
Ne "Gli orfani" i colori si incupiscono, mare e cielo si toccano in un armonico caos compositivo, le figure dei due personaggi sono più pesanti e severe, ma sono le uniche a far trapelare così tanta dolcezza. Si nasce soli, ma i nostri fianchi sono fatti per essere accompagnati e da qualche parte su questa terra, un fratello ci sta cercando così come noi stiamo cercando lui. L'Altro è necessario per poterci liberare dalla nostra intima prigionia tramite la conoscenza di noi stessi, per crescere rigogliosi e unirsi sotto lo scopo comune di evolvere e diventare altro da sé.
Tra tutti, questo è il lavoro più intimo e personale di Cleopatria. Lui stesso ha scritto:
Tira un vento caldo, è notte, intorno un mare sconfinato. Una sorta di prigionia non permette
un libero godimento dell’acqua. La si può sfiorare ma non ne si può sentire il sapore, non è
possibile nuotare liberamente. Non ci si sente soli, da qualche parte in questo paradiso
maledetto ho un fratello.
La mente è sgombra, gli occhi persi e ipnotizzati dal muoversi delle onde.
Esiste lontano un sole, quella luce la si riesce ad immaginare. Lontana, dietro un cielo di
nuvole.
Il pensiero oscilla libero, oscilla anche la gabbia che rende quasi impossibile la fuga da
questa sensazione. Ma non è impossibile, in fondo al mare c'è uno scintillio, brilla di luce
lunare la chiave per la libertà.
L'ultimo dipinto "Il sole dopo tredici lune" è un inno alla volontà di liberazione: le coscienze hanno abbandonato lo stato onirico, gli Uomini hanno compreso la limitatezza precaria del tempo a loro disposizione e hanno saputo ascoltare i segreti dell'esistenza, prendendo in mano le loro vite e si sono uniti negli intenti. La fratellanza ha trionfato, l'umanità compie un percorso comune di ricerca in nome dell'elevazione. Si indagano gli abissi e i mondi più piccoli, le cime delle montagne più alte e i mondi più grandi. La scena viene osservata da una prigione ormai aperta, travolta dalla luce del giorno, i personaggi in osservazione non sembrano spaventati, piuttosto incuriositi. Non manca molto prima che anche loro si uniscano a quella danza intorno allo splendore del fuoco che, come direbbe Borges, nessun essere umano può guardare senza provare uno stupore antico. I tre dipinti sono stati realizzati con pittura acrilica su tele di dimensioni 200 x 200 cm ("La crepa nell'uovo" e "Il sole dopo tredici lune") e 200 x 250 cm ("Gli orfani") tra Gennaio e Marzo 2023. Sono inoltre presenti gli ultimi due lavori dell'artista, una serie che prende il nome di "Fontane Vive" (133 x 98 cm)
Via Natale del Grande, 21
Ingresso gratuito
Opening 10 febbraio h18.00 - 22.30
Dal Lunedì al Venerdì dalle 13.00 alle 18.00
Closing 8 marzo h18.00 - 22.30
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