Non chiamatela legge Biagi

[da www.carta.org]
L'intervento dal palco di piazza San Giovanni di Federico Sciarpelletti, delegato Slc-Cgil Vodafone Roma.

Saluto tutte le lavoratrici e i lavoratori presenti, i lavoratori a progetto, i lavoratori a chiamata, i lavoratori a collaborazione co.co.co e co.pro.co, quelli con partita Iva, i lavoratori occasionali accessori, i lavoratori intermittenti, i somministrati, i lavoratori apprendisti e i reinseriti, i flessibili, i lavoratori esternalizzati.
Una volta, da questo palco, era sufficiente urlare “saluto tutti i lavoratori”, e basta!
Sul perche’ di questa assurda e indegna moltiplicazione a ribasso delle forme di lavoro precarie e’ necessario andare dritti al sodo ed individuarne i responsabili:
la Legge 30, ipocritamente chiamata Biagi con l’evidente obiettivo di santificarla col suo ideatore e blindarla cosi’ per i prossimi decenni. Una legge che quindi noi preferiamo chiamare Legge Maroni, e scusate la parola.
Una legge brutta, che non ci piace, perche’ permette, tra i tanti suoi effetti deleteri ad una multinazionale con 4 miliardi di euro di utili all’anno di mettere alla porta, vendendoli al miglior offerente, 914 lavoratori che hanno contribuito in un decennio di fatica a farla grande e ricca. Vodafone, grazie alle maglie larghe della Legge 30, che ha provveduto a deregolamentare la precedente norma sulla cessione di ramo d’azienda, ha posto in essere una speculazione per ridurre il costo del lavoro e eliminare il fardello chiamato “lavoratore”. In pochi giorni ha creato un ramo d’azienda che non esisteva e ha messo di fatto 914 lavoratrici e lavoratori, il 10% del totale della forza lavoro Vodafone Italia, in maggioranza donne, in una condizione di precariato latente.
La storia infatti ci insegna che le cessioni di ramo d’azienda sono spessissimo l’anticamera del licenziamento, quando, a fine commessa, l’azienda acquirente potrebbe, casualmente, non avere piu’ le garanzie economiche per mantenere tutti questi lavoratori sul suo libro paga.
Il lavoro precario, fuori da ogni dubbio, e’ ormai stato legalizzato, come una forma strutturale di lavoro, sulla quale si basa la forma mentis considerata normale per la quale e’ necessario, per accompagnare la crescita e lo sviluppo del paese, partire dagli interessi d’impresa, e non da quelli del lavoratore, del cittadino, della persona. Per noi tutto cio’ non solo non puo’ e non deve essere normale, noi lo consideriamo assurdo ed immorale.

Per quanto tempo ancora nei salotti televisi, nella stampa allineata dal denaro sonante di mister Vodafone e degni compari questa mentalita’ dovra’ essere considerata la retta via?
Ma la lista dei responsabili non si esaurisce con la legge 30. Lo sono i nostri governanti passati, diretti ideatori della legge 30 e ancor prima quelli del pacchetto Treu, e soprattutto il nostro attuale governo. Presidente Prodi, lei aveva promesso, nero su bianco, in un programma condiviso con le forze politiche della sua coalizione e con l’aiuto degli elettori, il superamento della legge 30 e la sua sostituzione, da realizzare entro i primi 100 giorni di governo.
Ne sono passati piu’ di 500, e questa maledetta legge e’ ancora li’. Oltretutto ĆØ stata legittimata con il protocollo sul welfare del 23 luglio, sdoganato con 30 euro in piu’ ai pensionati, molta confusione e nessun contraddittorio degno di questo nome. NonchĆ© con la disastrosa dichiarazione di un segretario di sindacato, lo stesso che oggi ha vietato l’uso del suo simbolo. Una scelta imbarazzante per chi come me ha la tessera con quel simbolo, e una dichiarazione volta a considerare il voto sul protocollo come un referendum sul governo, e dunque a scaricare sui lavoratori contrari la responsabilita’ dell’eventuale caduta del governo.
Dove siete adesso,Presidente Prodi e Ministri Bersani e Damiano? Ora che la mancata sostituzione di questa legge con una nuova che riporti in primo piano il rispetto per il lavoratore e la sua dignita, ha provveduto a generare altra precarietĆ , oltre quella gia’ introdotta e formalizzata come normale dalle precedenti cosiddette riforme, come la Treu?
Vi limitate a dire che con questa operazione Vodafone e le altre imprese purtroppo non infrangono la legge, e ci portate solidarieta’. Noi non abbiamo bisogno di solidarieta’. Non piu’.
Noi siamo in lotta e vogliamo e pretendiamo che la legge venga cambiata in modo tale da considerare questi abusi sui lavoratori, operazioni speculative fuori dalla legge, quindi illeggittime e vietate!
L’articolo 41 della costituzione afferma che “L’iniziativa economica privata ĆØ libera. Non puĆ² svolgersi in contrasto con l’utilitĆ  sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertĆ , alla dignitĆ  umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perchĆ© l’attivitĆ  economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.
Dove sono, questi controlli affinche’ le attivita’ economiche di Vodafone e di centinaia di altre ricche e meno ricche aziende non si svolgano in contrasto con l’utilita’ sociale? E dove siete,voi segretari dei sindacati? In passato in tante occasioni vi siete detti contrari alla Legge Maroni, ma, anche in passato, non avete fatto altro che mobilitazioni del tutto insufficienti.
La legge 30 e la sua mancata abrogazione sono un’offesa all’intelligenza e alla dignita’ del lavoratore, e noi, che resistiamo,vogliamo una legge nuova che, nel rispetto della costituzione e della nostra storia, politica e sindacale, parta dal lavoratore e dai suoi diritti conquistati con anni di lotte delle generazioni precedenti. Vogliamo una legge che parta dal cittadino, dalla persona, e la vogliamo ora, perche’ non una volta in piu’ da questa bocca e da quelle di queste centinaia di migliaia di straordinari cittadini dovra’ uscire la parola precariato!

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