E se ci diranno "andate a votare"..

di Michele Cecere

Mi viene voglia di parafrasare una canzone del mitico Luigi Tenco, una canzone di protesta, pensando all'incubo, oggi ricorrente, che ci impongano subito di andare a votare con questo metodo vergognoso che non concede il diritto di scegliere la persona a cui dare la propria fiducia e lascia in pratica alle segreterie dei partiti la possibilitĆ  di comporre il Parlamento.

Da varie parti sento scoraggiamento, un senso di inutilitĆ  pervade le coscienze di chi ĆØ comunque ancora capace di indignazione di fronte allo sfacelo della classe politica, sfacelo che perĆ² ĆØ il riflesso di una societĆ  capace di esprimere un elettorato di sudditi piĆ¹ che di cittadini.

Che fare allora di fronte "a una politica che ĆØ solo far carriera", come cantava Guccini giĆ  ai tempi di Tenco?
Che fare per costringerli a pensare una politica per il bene comune e non per il particolare?
Una politica contro gli sprechi e contro le guerre, una politica per la pace e per l'ambiente, capace di salvare il mondo?

Non possiamo farci assalire dalla smania dell'"uomo forte", rischieremmo di scivolare in una dittatura, anche se forse in una dittatura "mediatica-televisiva" (dove se non appari ĆØ come se non ci fossi) ci siamo giĆ  da quasi trent'anni... Dobbiamo far sentire in qualche modo la nostra voce, perchĆØ, come scriveva Gaber nel 1995 "bisogna assolutamente trovare il coraggio di abbandonare I nostri meschini egoismi e cercare un nuovo slancio collettivo magari scaturito proprio dalle cose che ci fanno male, dai disagi quotidiani, dalle insofferenza comuni, dal nostro rifiuto! PerchĆ© un uomo solo che grida il suo no, ĆØ un pazzo. Milioni di uomini che gridano lo stesso no, avrebbero la possibilitĆ  di cambiare veramente il mondo."

Allora mi chiedo chi ci sta a fare qualcosa, prima che sia troppo tardi? Berlusconi vuole portare in piazza milioni di persone per costringerci a votare un Parlamento di "schiavi", in gran parte nominati da lui! Dall'altra parte ci ritroveremo una minoranza di altri "schiavi" nominati da Veltroni & C., non certo dalla gente che vota. Io credo si possa organizzare dei presidi fissi, magari dinanzi a Comuni e Prefetture, per chiedere a gran voce una legge che restituisca al cittadino la possibilitĆ  di scegliere I propri rappresentanti in Parlamento. Se cosƬ non sarĆ , io potrei votare solo per un partito capace di svolgere serie primarie prima di costruire le liste. Ma potete esserne certi, ci diranno che non c'ĆØ tempo per le primarie...

Allora, prima che sia troppo tardi, chi ĆØ disposto a manifestare pubblicamente il proprio rifiuto a questo stato delle cose, prima di essere costretto nel segreto dell'urna ad annullare la propria scheda?

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