Calcio come metafora del nostro vivere. Il calcio in realtà qui non allude alla vita, la descrive, coincide con quello che è la nostra società. Il gioco più popolare e conosciuto del mondo è usato dall’artista come strumento per un’analisi dell’arte e più in generale della nostra vita. Così in un rettangolo da gioco l’uomo diventa Woodoo game, come moderno San Sebastiano, incarnazione del simbolo cristiano e uomo di tutti i giorni al contempo.Gioco che si ripete nell’imponete totem bianco delle linee di un campo di calcio destrutturate e ricomposte a diventare icona del nostro presente venerata come altare dall’uomo stesso.
Il simbolismo dell’arte del passato, intriso di elementi cristiani diventa quasi blasfemo se associato a un gioco così laico all’apparenza, ma nella realtà è proprio questo che l’autore ci racconta: per l’uomo il calcio diviene religione e come tale l’artista finisce con trattare i suoi simboli.
Lo spettatore si trova così a dover interpretare una serie di rimandi culturali, che sono precipua caratteristica di un’arte quasi più rinascimentale che contemporanea, ma per questo ancora più attuale, perché in grado di attraversare i secoli in un battito di ciglia.
Dal 28 marzo al 30 aprile 2008
Lokal_30 Gallery
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Varsavia
Polonia
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