Da Hugo Pratt a Sergio Toppi: è arrivato il grande West a Lucca

di Giampaolo Giampaoli www.bartolomeodimonaco.it

L’indiano di Ferenc Pinter indica con il suo fucile la strada ai visitatori: montate alcune rampe di scale, quasi per magia ci si ritrova proiettati nel selvaggio West. Il biglietto per il viaggio virtuale costa solo pochi euro, mentre il mondo rappresentato è estremamente ricco di personaggi, luoghi e colori; è il mondo della frontiera interpretato dai maggiori disegnatori del fumetto internazionale, da Hugo Pratt a Sergio Toppi, da Giovanni Ticci a Juan Zanotto.
Stiamo parlando della mostra “…Quando il West arrivò a Lucca … passando per Ticonderoga”, organizzata dal Museo Italiano del Fumetto e da Lucca Comics and Games con la collaborazione dell’amministrazione comunale.
Nelle tavole esposte si ripropongono aspetti tipici e personaggi classici della lunga saga western, che per alcune decine di anni ha affascinato il pubblico di tutte le età, incentrata sulla lotta per la sopravvivenza tra i nativi indiani e i conquistatori inglesi. Ogni maestro delle nuvole parlanti cerca, attraverso la sua interpretazione dello scontro tra le due parti, di trasmettere la propria concezione storica dell’evento; tutti, però, concordano su un concetto fondamentale: che si sia indiani, inglesi, francesi o di qualsiasi altra razza o nazionalità, si avvertono sempre le stesse sensazioni se provati dal dolore o vinti dall’amore. Tale considerazione dovrebbe essere sufficiente a dimostrare che tutti gli uomini hanno uguali diritti.
Ma vediamo nei particolari il lavoro di ogni artista del fumetto. Renzo Calegari ci conduce, tavola dopo tavola, in una rassegna fatta di luoghi e personaggi del West che abbiamo imparato a conoscere attraverso il cinema e il fumetto; a volte le immagini sono anonime, non raramente però compaiono luoghi ben precisi o individui noti, ricordati non solo dall’autore ma anche dalla storia. È il caso dell’avventuriero italiano Beltrami, di cui Calegari vuole contribuire a conservare la memoria. Interessanti risultano anche le scene tipiche, come le rapine alle banche o la caccia dei trappers, riproposte con un tratto vivace e realistico.
Dino Battaglia, invece, nelle sue tavole narra la storia di un milord in fuga dall’Inghilterra a causa dei debiti di gioco che, giunto nel selvaggio West, scopre di avere uno spirito avventuroso e, quindi, adatto alla vita di frontiera. La realtà geografica che l’autore rappresenta, pensando di poter vedere con gli occhi del suo personaggio, acquista volume attraverso l’alternanza tra la luce e l’ombra, resa gradevole e delicata da un curato chiaroscuro, che permette al disegnatore anche di raggiungere un discreto livello artistico. Infatti, i fumetti di Battaglia, come per la maggior parte dei lavori esposti, per la cura grafica e l’attenzione nell’accostamento del colore, possono essere considerati piccole opere d’arte.
Lo studio della fisionomia del personaggio è alla base del lavoro di un altro notevole interprete della vita di frontiera; Giovanni Ticci, storico disegnatore della Sergio Bonelli Editore, che per la mostra di palazzo Guinigi ha esposto una considerevole serie di inediti. Personaggio dopo personaggio, attraverso una lunga riflessione sui caratteri somatici degli uomini del West, l’abile disegnatore ci offre la sua interpretazione di questo mondo selvaggio e inospitale, che finisce per rispecchiare i molteplici aspetti della natura umana. Tra i vari volti non poteva mancare quello del ranger Tex, l’eroe a cui Ticci ha dedicata gran parte della sua carriera.
Con Sergio Tisselli si manifesta l’aspetto magico e suggestivo del Far West. Gran parte delle sue opere esposte sono in formato cartolina e rappresentano personaggi legati alla mitologia del popolo indiano, appartenenti al mondo ultraterreno. Ne consegue un’interessante rassegna finalizzata a divulgare alcuni aspetti della cultura nordamericana autoctona spesso disattesi dal grande pubblico del western; aspetti che potrebbero avvicinare i giovani al mondo degli indiani e dei cowboy, in tempi in cui il fantasy (ricco proprio di elementi magici e surreali in genere) rappresenta una delle forme letterarie più apprezzate dalle generazioni recenti.
Dalla stanza dedicata a Tisselli si passa allo spazio di Juan Zanotto, che si concentra sul personaggio di Wakatanka, coraggioso indiano a cui sono dedicate tante tavole di notevole qualità. L’eroe vive nel pieno Settecento, al tempo in cui francesi ed inglesi si contendevano ancora il dominio sulla terra di frontiera; avventura dopo avventura Wakatanka lotta per salvare il suo popolo dall’avanzata dei conquistatori.
Tra i più attesi sono i lavori di Sergio Toppi, storico maestro del fumetto internazionale, che decide di esporre tavole dai temi completamente opposti rispetto a quelli di Tisselli. Se in quest’ultimo, infatti, prevaleva l’aspetto magico del Far West, in Toppi il popolo indiano viene rappresentato con una realistica precisione storica. Appaiono volti di individui di tutte le età, ritratti in varie condizioni di vita quotidiana, per lasciare al visitatore una testimonianza fedele, utile per capire quali fossero le abitudini e i costumi degli autoctoni nordamericani.
L’autore più noto che ha partecipato alla rassegna di palazzo Guinigi è senza dubbio Hugo Pratt, maggiormente conosciuto per il personaggio di Corto Maltese che per le sue tavole western. Le storie raffigurare in queste ultime sono ancora una volta ambientate nel XVIII secolo, al tempo dei contrasti tra inglesi e francesi. I personaggi di Pratt emergono da uno sfondo spesso cupo e trattato attraverso delicate sfumature; tra le modulazioni della luce si intravedono gli aspetti essenziali di una natura misteriosa, densa di pericoli. È questa l’interpretazione che il grande maestro delle nuvole parlanti dà del territorio di frontiera, in cui possono annidarsi pericoli di ogni sorta.
Nella stessa stanza di Pratt vengono esposti anche i lavori di Paolo Eleuterio Serpieri, instancabile disegnatore del settimanale Lancio Story, per il quale realizzò la saga della “Storia del West”. Le tavole esposte presentano uno stile grafico figurativo, caratterizzato da un tratteggio fresco, che rende plastiche e naturali le forme dei personaggi.
Con Serpieri si chiude la lunga carrellata di autori esposti presso palazzo Gunigi, anche se tra i lavori che sono stati citati sono presenti le tavole di testate meno note, come la serie “Gli esploratori del Nordamerica” posta nello spazio dedicato a Renzo Calegari; produzioni che non possono essere ritenute meno significative, ma lasciamo ai visitatori il gusto di scoprirle.
L’attività del “Museo italiano del fumetto” di Lucca non finisce con questa mostra, infatti sono già in programma due altre manifestazioni per la fine di aprile. Tra il 22 e il 26 avrà luogo “Lucca animation”, un festival internazionale per far conoscere il cinema di animazione, e tra il 25 e il 27 “Collezionando”, mostra mercato per il fumetto di antiquariato e le tavole originali.

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